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RIP

È morta Jane Goodall

La grande etologa aveva 91 anni. Il suo lavoro rivoluzionò le nozioni della comunità scientifica a proposito dei primati, con cui visse a lungo

(da USA) Jane Goodall

La primatologa Jane Goodall

Foto: CBS/Getty Images

Jane Goodall, la celebre primatologa e ambientalista nota soprattutto per il suo lavoro sul comportamento degli scimpanzé (nata Valerie Jane Morris-Goodall il 4 aprile 1934 a Londra), è morta ieri all’età di 91 anni. La sua scomparsa è stata confermata in un comunicato ufficiale dal Jane Goodall Institute. L’organizzazione ha dichiarato che è morta per «cause naturali» mentre si trovava in California per un tour di conferenze. «Le scoperte della dottoressa Goodall come etologa hanno rivoluzionato la scienza, ed è stata un’instancabile sostenitrice della protezione e del ripristino del nostro mondo naturale».

 

 
 
 
 
 
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Il lavoro di Goodall nell’osservazione dei primati alla Gombe Stream Chimpanzee Reserve in Tanzania, negli anni Sessanta, portò a diverse importanti scoperte scientifiche. Osservò gli scimpanzé mentre mangiavano carne, si impegnavano in attività rituali come le danze della pioggia, combattevano e mostravano affetto, e — forse in maniera ancora più significativa — utilizzavano strumenti.

Nei decenni successivi alla pubblicazione del suo lavoro a Gombe, Goodall continuò a studiare i primati, promuovendo al contempo una vasta gamma di cause ambientali. Pubblicò numerosi libri — da testi scientifici a memorie, fino a libri per bambini — e apparve in diversi film e documentari naturalistici. A lei Stevie Nick aveva dedicato la canzone Jane.

Nonostante le sue scoperte rivoluzionarie, Goodall si trovò spesso di fronte a barriere nel mondo scientifico, dominato dagli uomini. Il suo lavoro si distinse non solo per le scoperte scientifiche, ma anche per il modo in cui seppe intrecciare la ricerca con aneddoti in prima persona dal campo — incontri con leopardi, attacchi di malaria — e con racconti della sua vita privata.

Negli anni Sessanta e Settanta Goodall aveva continuato a lavorare a Gombe, osservando un conflitto importante tra due gruppi rivali di scimpanzé, e persino episodi di cannibalismo. Ma iniziò anche a concentrarsi sempre di più sulla difesa degli animali e sulla promozione di sforzi per proteggerli. Questi due aspetti della sua carriera — ricerca e attivismo — erano confluiti nella fondazione del Jane Goodall Institute nel 1977. La non profit è diventata una delle maggiori organizzazioni di ricerca e conservazione al mondo, e dal 1991 il suo programma “Roots and Shoots” insegna ai giovani l’importanza della conservazione dell’ecosistema in oltre 120 paesi.

Da Rolling Stone US

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