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Alla fiera di strumenti musicali più pazza del mondo, con Jack Jaselli | Secondo giorno

Il NAMM di Los Angeles è l’evento più importante dell’anno per chi fa musica. Ce lo racconta un inviato molto speciale: il cantautore milanese Jack Jaselli
Jack Jaselli, il nostro inviato al NAMM di Los Angeles

Jack Jaselli, il nostro inviato al NAMM di Los Angeles

Come promesso nella scorsa puntata, oggi vi parlo un po’ delle famose “NAMM oddities”, le stranezze che ogni anno si trovano nel paese dei balocchi della musica. Tra i frequentatori della fiera, gli espositori e i prodotti quello che non manca di sicuro è l’eccentricità, tanto che anche il sito OtherRoom.com ha  una sezione dedicata appositamente al NAMM.

Ma quest’anno qualcuna ve la svelo io in anteprima.

Da buon figlio degli anni ’80 non ho potuto non prostrarmi davanti allo zaino protonico dei Ghostbusters costruito da Pioneer integrando uno dei suoi CDJ. Forse un monito per i DJ, “le nuove rockstar”: mai incrociare i flussi!

Casa Ibanez non si smentisce mai e porta alto il nome della tamarraggine rock con una serie di chitarre dedicate a Paul Stanley dei KISS di una bellezza incredibile.

Passeggiando per i padiglioni tra una signorina svestita e un coccodrillo ambulante mi sono trovato di fronte ai pedali per chitarra della Ogre, piccoli volti mostruosi che si compongono e scompongono per dare accesso ai potenziometri e alle regolazioni.

E se nella scorsa puntata vi ho mostrato una foto della Peacekeeper Guitar, chitarra-mitragliatrice il cui “caricatore” funge da effetto intercambiabile, non vi ho raccontato che io e Max Elli siamo stati assorbiti dal Seaboard della Roli un “pianoforte di nuova generazione” che permette di portare sui tasti gommosi un’espressività del tutto nuova.

Plettri di qualsiasi materiale, avvitacorde elettrici, sgabelli da batteria avveniristici e novità futuristiche.

Come il nuovo ARP ODISSEY della KORG, reboot del classico sintetizzatore analogico degli anni ’70, efficacissimo per suonare live e pronto a conquistare eserciti di synth nerds.

Io comunque in mezzo a tutte queste stranezze mi piazzo allo stand della Martin e annuso l’odore del legno

E se Fender affida una linea di chitarre all’illustratore David Lozeau ed ai suoi scheletrini mettendola in commercio ad un prezzo accessibile, poi con nonchalance ti butta lì la “Pine Cone Stratocaster” ispirata all’omonimo uovo Fabergè e fatta con 550 diamanti, oro e argento. Custodia illuminata e uovo inclusi.

Al piano sotterraneo trionfano sintetizzatori modulari artigianali di ogni tipo e pedali di ogni forma.

Io comunque in mezzo a tutte queste stranezze mi piazzo allo stand della Martin e annuso l’odore del legno, Quello di una volta.

Nei prossimi giorni poi vi racconto di quando stavo ascoltando Jordan Rudess dei Dream Theatre suonare il piano mentre il mio amico Rob mi mandava le foto su Whatsapp di un cero Stevie Wonder dallo stand accanto.

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