MasterChef 15, le pagelle della prima masterclass | Rolling Stone Italia
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MasterChef 15, le pagelle della prima masterclass: la carica dei Matteo

Con gli aspiranti chef al completo, la gara può cominciare. E mentre un certo gruppo fa già parlare di sé, il resto della classe comincia a scalpitare. Quest'anno, potremmo vederne delle belle

masterchef 15

La masterclass di MasterChef 15 al completo

Foto: Sky

Il Natale è quando arriva MasterChef, e MasterChef è arrivato a salvare il Natale. Dopo i tepori dell’anno scorso, la masterclass made in 2025  sembra partire con una carica tutta diversa – anche perché, ma non ci mettiamo la mano sul fuoco, sembra avere in dotazione diversi favoriti vincitori, e non una sola, com’era capitato l’anno scorso con Anna.

Selezioni emotive hanno condotto a una masterclass emotiva ma soprattutto pazza, cit. Cannavacciuolo. Non è difficile da credere, visto che a ogni piè sospinto Jonny non perde occasione per esibirsi in qualche forma di appropriazione culturale che dobbiamo ancora mettere bene a fuoco; e performa una haka sgangherata per darsi coraggio, al modo dei guerrieri e giocatori di rugby maori neozelandesi. 

Propiziazione a parte, a spuntarla almeno per ora sono i tre cavalieri dell’Apocalisse (per gli altri concorrenti): benvenuti a MasterChef 15, e questa è La carica dei Matteo. Prontamente ribattezzati in Matteo, Teo, Edera (lascio a voi indovinare). Nonostante alcune punte di talento notevoli, la masterclass si dimostra agguerrita, battagliera, più omogenea del previsto. E tra gli impiattamenti ancora mostruosi perlopiù, non vola nemmeno una volta la parola cazzimma. Resistiamo un’altra masterclass, ed è forse già l’edizione più epica di sempre.

Bella ma soprattutto sensata l’intuizione di far partire la baracca con in poppa il vento di insegne e famiglie storiche della ristorazione italiana, tra Nord, Sud, ed estrema vicinanza a casa. Perché, se di una cosa la ristorazione ha bisogno adesso, ed è importante che gli aspiranti vittoriosi di questa edizione se lo stampino bene in testa, quella è la continuità. Il perdurare nel tempo, il passo ponderato e spontaneo. Tutto il resto decade nel trend, non ci interessa né ora, né mai.

Guardate in pace. E ricordate: da qui in avanti, cominciano gli spoiler.

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Foto: Sky

Le grandi famiglie della ristorazione italiana voto: 10

È un gran peccato che nel frattempo (cioè: tra la registrazione delle puntate e il 25 dicembre 2025), la Guida Michelin Italia abbia preso la triste decisione di levare la stella al primo stellato d’Italia, Arnaldo Clinica Gastronomica a Rubiera, Reggio Emilia. Per questo inghippo la presenza dello chef Roberto Bottero sul palco di MasterChef diventa doppiamente rilevante, doppiamente votata a una memoria viva, attiva sul territorio, e pure sempre uguale a se stessa, che piaccia o no. La sua spugnola è una gioia per gli occhi, i racconti delle carrozze alla stazione di posta che era una volta il ristorante lo sono per il cuore (e tra i tavoli, pure Enzo Ferrari!). «Mio padre era preoccupato, quando avevano aperto l’Autostrada del Sole. Diceva che non si sarebbero più fermati da noi». Col cavolo. Ecco la deviazione, la destinazione, la sosta. Il senso sta tutto qui. 

Nello stesso anno, 1959, in cui Arnaldo faceva la storia della ristorazione italiana, ad Amalfi Anna e Franco, genitori dello chef Antonio Dipino, aprivano La Caravella. «Una volta la famiglia Kennedy si fermò da noi un mese». E chissà se capitarono nel periodo giusto per assaggiare i neonati scialatielli, che qui nacquero da un’intuizione serendipica, e scialarsela.

La pietra cade close to home con il racconto alternativo e probabilmente poco conosciuto delle “origini” di Giorgio Locatelli, tra i giudici sempre il più benvoluto quando si tratta di mettersi nei panni dell’ospite extra-ordinario. Bellissimo segmento.

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Foto: Sky

I giudici voto: 9,5

Affiatati, assonanti, focalizzati. La gara è appena cominciata e bisogna pestare sulle basi. Questo trio di giudici collaudatissimo lo sa, e l’alchimia tra loro è ormai cosa da mano sinistra. Se il ristorante è un teatro, eccetera, vederli danzare attorno alle postazioni dei concorrenti, dispensando ambrosia culinaria per i concorrenti, è una goduria. Nonostante quel baffetto poco chiaro di chef Barbieri, che probabilmente non abbiamo mandato giù. Dico probabilmente, eh. Poi vediamo.

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Foto: Sky

Matteo Lee voto: 9

La storia di Matteo Lee sembrava un incubo, eppure l’otaku (o forse ex otaku) l’ha raccontata con la naturalezza del dato di fatto: non sono uscito di casa per un tot di anni, che problema c’è? E con la stessa naturalezza, quindi senza proclami né sbandieramenti, si è presentato alla prima prova di questa masterclass, giocando un asso clamoroso. Già paragonato prima a una pianta con radici forti, però silenziosa, e poi a un’edera, rampicante infestante, alla sugnolata diventa già Dottor Lee. Eroe Marvel? Only time will tell. Nel frattempo, saremmo pronti a goderci un astro nascente: pulizia mentale, so quello che faccio, e sono qua per dire la mia. Chissà.

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Foto: Sky

Dounia Zirari, Dorella Del Giudice voto: 8,5

Dounia potrebbe essere un asso nella manica o semplicemente una gran lavoratrice. Sta di fatto che nel giro di questa prima mastrclass si è portata a casa un po’ tutto: una Golden Pin inaspettata, il ricomponimento della faglia che la separava da Carlotta (per nessuno motivo? vi siete appena conosciute?) e pure delle gran belle performance. Ottopiù. Dorella invece ci aveva già stupito ai casting, insospettabile tarantina con un istinto ferale sorpassato solo dai parecchi anni di esperienza ai fornelli (è un complimento, eh). Nel mentre, le sue smorfie verso Iolanda prendono piede…

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Foto: Sky

Franco Agyekum, Matteo Canzi voto: 8

Un certo Timothée Chalamet diceva di essere alla ricerca della grandezza. Lo stesso potrebbe essere uscito dalla bocca di Franco, che ha già dichiarato di vuole fare la storia del programma e di voler finire nello stesso olimpo di Kobe Bryant. Gli auguriamo il meglio, ma pure di migliorare la sua strategia di gara. Comunque, per ora, ci sembra un caotico buono, e lo promuoviamo. Insieme a lui mettiamo Matteo Canzi, partito come il favorito della gara e, al termine di due episodi, già retrocesso a uomo del gastrique e studente non certo qualunque, ma diversamente splendente della classe. Vedremo. Un brutto scivolone di convocazione all’inizio, complice anche la triplice matteica presenza, viene ripagata da una doccia di realtà. Ma poi, non sembra mica Olly?

Matteo Rinaldi, Alessandro Segantini voto: 7,5

Due alfieri valorosi, gregari già pronti a scavalcare il ruolo e prendersi la scena principale. Da una parte l’enciclopedico Matteo (destinato a rimanere il solo Matteo dopo la riassegnazione di nomi), dall’altra Alessandro il… be’, ancora non lo sappiamo. Ma il genovese è già riuscito in una delle imprese fondamentali: uscire dalla prima puntata mettendosi sulla mappa. Non alla fine della lista, anzi, tutto il contrario. e pure Matteo, se dalle selezioni ci era sembrato un po’ booksmart in fatto di cucina, ci ha fatto ricredere. Vamos

Irene Rescifina, Vittoria Lombardo voto: 7

Coppia di classifica e di gara. Due ragazze beneducate che faranno, forse, più fatica a sgomitare quando la gara si farà una questione di ostinazione più che di bravura. Per ora, sine infamia sine lodo, e in un modo incredibilmente positivo. Perché anche solo volare basso e schivare i sassi, mentre l’impegno non viene e mancare e si producono piatti anche da grandi acquoline in bocca, è un risultato notevole per questo programma, ma pure in generale. In più, la mia deformazione provinciale mi obbliga a tifare senza riserva per Vittoria. You go girl.

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Foto: Sky

Antonio Senise, Niccolò Mazzanti voto: 6,5

Non siamo al rotto della cuffia, per nulla, ma alla porzione in cui ci si chiede: scusate, ma non dovevo aspettarmi di più? Senza cattiverie per carità, è ancora troppo presto per quello. Eppure, Antonio e Niccolò ci avevano fatto emozionare decisamente di più durante le fasi preparatorie della gara. C’è poco altro da aggiungere. In bocca al lupo, con tutta la simpatia possibile.

Iolanda Marinho voto: 6+

Iolanda non fa bene e non fa male, però continua a cantare a ogni forchetta appoggiata e, giustamente, alcuni concorrenti ne sono snervati. Immagino più per lo stereotipo carioca che per l’effettivo comportamento. Giustamente, a lei non potrebbe importare di meno. Anche se quella Iolanda che avevamo intravisto alle selezioni, più professoressa di Storia che cuoca, rischia di trasformarsi in una – lo dico – nuova Rachida: mezza cuoca, mezza professoressa, e tante chiacchiere in mezzo. Speriamo di no. 

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Foto: Sky

Piponzio Sonnati, Gaetano Pullara, Jonny Pescaglini voto: 6

Hic sunt leones. Nel senso che questi ragazzi paiono ancora carte selvatiche, divisi tra il bene e il male. Il bene? Un percorso di iniziazione alla Forza nella più pura delle maniere, privo di ego, da bravi padawan. Il male? Un piccolo successo qualsiasi e una montatura di testa capace di distruggere ogni brandello di personalità. Nel mentre, è delizioso osservare l’architetto Pullara sciogliersi nei dilemmi della cucina. Insieme a Iolanda, sono già i nostri Sandra-Raimondo prediletti.

Carlotta Bertin voto: 5,5

Carlotta avrebbe assolutamente qualcosa da dire in questa masterclass. Eppure, con quelle mani alzate a vuoto e quel smania di dimostrarlo (e dimostrarsi), rischia di insabbiare tutto quanto sotto la vendetta privata. Sempre disdicevole, a mio avviso. Ma in fondo, forse potrebbe averlo già capito lei stessa.

Eros Monforte, Georgina Martinelli voto: 5

Ahi ahi, troppi errori e troppo spaesamento. A dire il vero, l’impresa di Eros è notevole, dato che riesce a portare Barbieri sull’orlo del mappazzone… Anzi, all’incrocio tra mappazzone e bombolone. Georgina, invece, pare dover ancora affilare la sua personale bussola sulla cucina, o meglio, su quella fuori dalla sua comfort zone. Bizzarro, data la nobiltà del suo lignaggio nella ristorazione. A ogni modo, lei è qui per costruirsi una strada propria. Ed è già una bella notizia.

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Foto: Sky

Katia Mauro, Giuliana Capursi voto: 4

Bye bye babies. Due eliminate nel giro della prima masterclass e davvero tanti, troppi errori accumulati. Se Katia usa i giudici come cavia senza assaggiare i piatti e pure le parole sembra non riuscire e masticarle in anticipo prima di pronunciarle, Giuliana copia quando non dovrebbe e inventa quando dovrebbe copiare. Perdendosi in un bicchier di lavarello – mentre quello di Katia sarà giudicato da Locatelli “il piatto peggiore di MasterChef”. Dispiace, sia chiaro. Ma forse, alla fine, è meglio così.

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Foto: Sky