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Ma quale complottismo: per capire il mondo, follow the pizza

Si chiama Pizza Index, segue il numero degli ordini di pizza a domicilio negli uffici governativi americani, e "predice" i momenti-chiave della geopolitica contemporanea. Fin troppo? State a vedere

Pizza Index

Foto: Instagram

Tutto si poteva immaginare della pizza, perfino che ci sarebbe finita sopra dell’ananas, ma difficilmente avremmo potuto prevedere che sarebbe stato l’elemento chiave di una teoria di controspionaggio. La pizza è tutto l’opposto: è il comfort food per eccellenza, quella pietanza che ti ordini a casa la domenica sera come premio di incoraggiamento per prepararti a ripartire il lunedì con la solita routine del capitale. È quella scelta facile, veloce e che piace a tutti quando si è in troppi per anche solo pensare di mettere dell’acqua a bollire. È quell’oasi di salvezza quando hai calcolato male, malissimo i tempi e tutti i ristoranti sono chiusi quando ti viene fame, tranne il kebabbaro che ormai ti conosce e sa che la carne dopo le 22:00 non la ordini.

Ecco, la pizza è forse una delle cose più transculturali che esistano: si mangia dappertutto, o comunque una qualche sua versione simile. E la sua fenomenologia si manifesta uguale a ogni latitudine. Persino al Pentagono, dove in effetti ci lavorano degli esseri umani proprio come noi, che quando si trovano in una situazione di tensione compensano con una botta endorfinica da carboidrati a portata di mano – non serve neanche preparare la tavola e lavare i piatti.

Si chiama Pizza Index (o Pizza Meter), e si riferisce a un picco negli ordini di cibo a domicilio (non solo pizza, ma principalmente pizza) da parte di uffici dove risiedono i vertici degli equilibri geopolitici statunitensi, poco prima che si verifichino eventi di rilevanza internazionale. Proprio come prima di un esame, gli ufficiali del governo ordinano cibo dai ristoranti vicini durante le nottate passate di fronte a un monitor a gestire ben più di una manciata di nozioni, ma cose tipo guerre, bombardamenti, raid. Per questo, alcune persone hanno iniziato a monitorare l’indice degli ordini in determinate aree, annunciando l’arrivo di eventi di grande portata sulla base dei picchi – tramite strumenti open source come Google Maps. Picchi sia verso l’alto che verso il basso, perché anche un calo drastico della clientela dei ristoranti – e non solo, anche di bar e night club, come il Freddie’s Beach Bar & Restaurant, un locale gay vicino al Pentagono – attorno agli uffici governativi significa che chi di solito ci va dopo il lavoro, ovvero i funzionari dello stato, è segregato in ufficio a determinare le sorti del mondo.

Ma facciamo un passo indietro: com’è nato tutto? A chi è venuta questa idea tra il geniale e il surreale? Sembrerebbe che il primo a osservare questo fenomeno sia stato Frank Meeks, il proprietario di 43 franchise di Domino’s nella Virginia del Nord, durante la fine della Guerra Fredda e nel mezzo della Guerra del Golfo. Nello specifico, il 1° agosto 1990 osservò un aumento anomalo delle ordinazioni di pizza dagli edifici della CIA, e il giorno successivo l’Iraq invase il Kuwait. In seguito, Meeks dichiarò al Los Angeles Times di aver notato un indice simile prima dell’Operazione Desert Storm del 1991 e nel dicembre 1998, durante le udienze di impeachment di Clinton. «I media non sempre sanno quando sta per succedere qualcosa di importante perché stanno dormendo, ma i nostri fattorini alle 2 del mattino sono lì fuori», afferma.

In effetti, durante la Guerra Fredda, i servizi sovietici si servivano di indicatori simili, valutando sulla base degli ordini di pizze a domicilio il livello di allerta e di crisi governativa statunitense, chiamando questa fonte specifica Pizzint (che sta per “Pizza intelligence”). E da strategia da 007 a meme è un attimo. «La morale della favola per i giornalisti: controllate sempre le pizze», scherzò nel 1990 l’ex corrispondente della CNN al Pentagono, Wolf Blitzer. Ma attenzione, non conta solo la quantità. Altrettanto importante è quali pizze ordinano gli addetti ai lavori di Washington durante una crisi globale. Secondo Meeks, quando le cose fanno difficili si consolano con il grasso e i condimenti a base di carne aumentano, per esempio, o le richieste di formaggio extra. Questo è stato un fattore determinante proprio nel 1998, quando si è registrato un aumento del 32% di pizze con formaggio extra ordinate dagli uffici della Casa Bianca.

A monitorare oggi il Pizza index è in particolare un account di X, Pentagon Pizza Report, che promette di offrire «informazioni scottanti sui picchi di attività notturni» presso il quartier generale militare statunitense. E non ha mancato di farlo neanche settimana scorsa, poco prima del riaccendersi del conflitto Iran-Israele: «Alle 18:59 ET quasi tutte le pizzerie nei pressi del Pentagono hanno registrato un ENORME aumento di attività», ha postato giovedì 12 giugno 2025, rilevando la stessa impennata June 12, 2025 ” rel=”noopener” target=”_blank”>anche venerdì 13 giugno. Ha poi pubblicato l’attività di Google Maps di quattro pizzerie vicino al Pentagono, We, The Pizza, District Pizza Palace, Domino’s ed Extreme Pizza, tutte con un’impennata negli ordini intorno alle 18:59 ET (4:29 IST). Lo stesso fenomeno si era già verificato il 1° giugno 2025, quando, di notte, è stata registrata un’affluenza insolitamente elevata in diverse pizzerie vicino al Pentagono, tra cui il Distric Pizza Palace, e, poche ore dopo, sono emerse le notizie di una nuova escalation tra Israele e Iran. Tuttavia, un portavoce del Pentagono ha dichiarato al Times of India che, in realtà, a loro non serve ordinare la pizza, poiché «la possono trovare all’interno dell’edificio».

Secondo quanto riportato dall’Economic Times, sono ben 21 le volte in cui il Pizza Index ci ha preso, e, tra i momenti più eclatanti, troviamo anche il 13 aprile 2024, quando l’Iran ha attaccato Israele. Tuttavia, Trump ha più volte chiarito che gli Stati Uniti non erano coinvolti negli attacchi, sostenuto dal Segretario di Stato americano e consigliere per la sicurezza nazionale, Marco Rubio: «Non siamo coinvolti in attacchi contro l’Iran e la nostra massima priorità è proteggere le forze americane nella regione. Israele ci ha comunicato di ritenere che questa azione fosse necessaria per la propria autodifesa», ha affermato.

Uno degli aspetti più interessanti di questa storia è il concetto di open-source intelligence (OSINT), cioè una fonte libera, disponibile pubblicamente, di informazioni che permettono di prevedere che cosa un governo, e nello specifico le sue agenzie di intelligence, sta per fare o su cosa si sta concentrando – soprattutto in momenti di alta pressione e di sicurezza nazionale –, prima di ogni tipo di annuncio pubblico. Nello specifico, quello che fa il Pizza Index non è solo suggerire l’ennesimo scossone geopolitico internazionale come una palla di cristallo, ma soprattutto rivelare il coinvolgimento degli Stati Uniti in queste crisi e decisioni globali – chissà chi ha ragione, il social media team di Trump o il Pentagon Pizza Report?

Sarà anche un meme, una teoria complottista, una gag da bolla di Discord, ma il suo impatto lo ha avuto se ha attirato l’attenzione della CIA, che ci ha tenuto a dire la sua: «Questo non significa certo che non ci stiamo tenendo occupati», ha detto il portavoce Mark Mansfield. «Voglio chiarire che stiamo lavorando sodo qui». Forse questo commento è il vero meme di tutta la faccenda.

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