‘Il mondo senza fine’ è il fumetto definitivo sul climate change | Rolling Stone Italia
ENERGIA = CAMBIAMENTO

‘Il mondo senza fine’ è il fumetto definitivo sul climate change

Realizzato nell’arco di due anni e frutto di uno sforzo a quattro mani fatto dal fumettista Christophe Blain e dall’esperto di cambiamenti climatici Jean-Marc Jancovici, è stato il libro più venduto in Francia nel 2022: ecco perché dovreste leggerlo

‘Il mondo senza fine’ è il fumetto definitivo sul climate change

Sia le prime che le ultime pagine di Il mondo senza fine ci pongono un determinante interrogativo: quanto tempo ci rimane per corregge la rotta e affrancarci dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili? Il problema è che, dopo quasi 200 pagine di approfondimento e analisi critica, l’urgenza e l’inquietudine di questa domanda divengono molto più serrate. E allora è bene dirlo subito, l’arrivo di questo fumetto in Italia è importante soprattutto perché ci fornisce una possibilità, quella di riaprire questo fondamentale dibattito alla luce di un’opera divulgativa, comprensibile anche a chi non mastica pratiche e tecnicismi di questo complicatissima materia.

La copertina de ‘Il mondo senza fine’, Oblomov, 2023

Realizzato nell’arco di due anni e frutto di uno sforzo a quattro mani fatto dal fumettista Christophe Blain e dall’esperto di cambiamenti climatici Jean-Marc Jancovici, Il mondo senza fine ha rappresentato un vero best seller per il mercato editoriale francese, divenendo il libro più venduto del 2022. Alla base di questo exploit c’è ovviamente la sensibilità dei lettori per un tema così importante, ma anche la capacità dei due autori di condurli attraverso un percorso che incrocia differenti epoche storiche, mutamenti sociali, logiche economiche planetarie, derive produttive e abitudini quotidiane. La chiave di volta per comprendere tutte queste trasformazioni sta in una semplice formula: energia = cambiamento. E più velocemente intendiamo procedere nell’alterare il mondo attorno a noi, più energia dovremo impiegare nella vita quotidiana.

Ma è possibile calcolare, con un basso rischio di approssimazione, qual è il corrispettivo che il sistema economico capitalista impone per le nostre abitudini e comodità? Jancovici e Blain ci provano e sanno anche essere convincenti, non solo perché la costruzione narrativa messa in piedi nel volume è solida e ben chiara, ma anche perché l’arte del fumetto permette una semplificazione nello spiegare concetti complessi che non va confusa con la banalizzazione. Attenzione però, nessuno intende dire che il punto di vista e – soprattutto – le conclusioni addotte dai due autori siano irreprensibili.

Troppi interessi macroeconomici vengono messi in campo e affidarsi ciecamente alla visione di questo volume rappresenterebbe un errore di prospettiva. È però indubbio che Il mondo senza fine rappresenti un eccellente esempio di approccio critico a un argomento come il cambiamento climatico, specialmente grazie a un atteggiamento di valutazione e analisi verso il mito delle energie rinnovabili. Troppo spesso, infatti, nel nostro Paese il problema energetico è stato affrontato con un approccio “di pancia”, dove gli slogan hanno indirizzato l’opinione pubblica con molto più vigore (e talvolta più approssimazione) rispetto a una corretta valutazione di dati reali ed empirici. Il mondo senza fine tenta invece di mettere in dubbio un orientamento troppo manicheista, esplicito fin dalla atavica contrapposizione fra energie “buone” (innanzitutto quelle dal volto più amichevole) e “cattive”. Le necessità di approvvigionamento energetico mondiale, purtroppo, ci indicano che le energie decarbonizzate al momento non possono sostituire le altre, dunque anche il nucleare deve rientrare al centro del dibattito, dato che i reattori di oggi non sono più gli stessi del disastro di Černobyl di 38 anni fa.

Avvalendosi di riferimenti alla cultura pop – che passano da Star Wars agli Avengers, da Popeye a Pinocchio – e inserendo nelle tavole degli elementi stilizzati che reinterpretano in maniera creativa le infografiche giornalistiche, Blain e Jancovici mantengono alto il grado di attenzione nel lettore, riuscendo a fornire moltissimi dati e informazioni. Il merito dei due autori è dunque quello di aver reso intelligibile un tema decisamente ostico, utilizzando come strumenti principali l’ironia e l’originalità grafica ma soprattutto bilanciando il peso specifico dei concetti espressi e la chiarezza concettuale delle tavole a colori. Un risultato quasi insperato, che può motivarci e rielaborare le nostre convinzioni più immarcescibili e rimettere in moto il necessario senso critico.