'4 vecchi di merda', ovvero 4 punk all’ospizio | Rolling Stone Italia
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‘4 vecchi di merda’, ovvero 4 punk all’ospizio

«Questa storia nasce da una riflessione sulla fine che faremo: che tipo di vecchi produrrà una generazione come la nostra, con tanta rabbia repressa?» spiegano Taddei e Angelini, già creatori di 'Anubi' e 'Malloy', che abbiamo incontrato al Lucca Comics & Games.

‘4 vecchi di merda’, ovvero 4 punk all’ospizio

“Il nostro obiettivo è avere una voce unica”, dice Simone Angelini, metà del duo Taddei-Angelini che nel 2015 ha sconvolto il mondo del fumetto italiano con Anubi. Dopo il fantascientifico – e coloratissimo – Malloy (2017, Panini 9L), la coppia abruzzese torna con una nuova storia, presentata in questi giorni al Lucca Comics, il cui titolo non lascia spazio all’immaginazione. 4 vecchi di merda (Coconino Press, 280 pagg b/n, 20 euro), è un’opera monolitica che non dà tregua al lettore: il disagio, la miseria umana e la cattiveria che facevano capolino su Anubi, sono ancora presenti e riescono ad avere un impatto ancora maggiore, consegnandoci un’assurda e feroce distopia.

Possiamo parlare di distopia anche perché, per la prima volta nella loro carriera, Angelini e Marco Taddei hanno messo una data precisa a una loro storia: il 2029, futuro vicino in cui l’economia è andata a rotoli e i vecchi sono percepiti come parassiti sociali da eliminare. Seguiamo quindi uno di loro, il tremendo Colt, un ex punk con la stella da sceriffo appuntata sulla giacca, nella sua vita misera e tra i ricordi della sua orrenda band. “Il futuro in cui è ambientata la storia”, spiega Taddei a Rolling Stone, “è in realtà un passato, perché c’è stato un downgrade tecnologico, una decrescita infelice in cui il tempo è stato fagocitato dalla miseria. E con tutto questo la miseria si è accompagnata al consumismo”. Una linea temporale guasta con cui gli autori giocano su due binari: il futuro “vecchio”, come detto, e la forte dialettica tra i vecchi e i giovani del futuro.

Il nostro Colt finisce quindi per farsi ospitare in un ospizio piuttosto sospetto, dove il weird che ha caratterizzato le opere del duo esplode in un ambiente assurdo, popolato da personaggi incredibili: una direttrice, Marica, che sa il fatto suo ma gioca con le bambole, un nipote che si veste da donna. E poi c’è la musica: “Io voglio sona’”, dice sempre Colt, mentre ammira da fuori la stanza della musica in cui prima o poi verrà fatto entrare.

4 vecchi di merda è nato proprio da una riflessione sulla fine che faremo”, continua Taddei. “Mi son chiesto: che tipo di vecchi produrrà una generazione come la nostra, con tanta rabbia repressa? Sicuramente vecchi di merda. Ricordo perfettamente l’appunto preso su un’agendina tempo fa, diceva solo ‘quattro punk all’ospizio’. Tutto il resto è venuto dopo, a mo’ di arabesco: mi piace sembra aggiungere materiale alle storie, per questo poi vengono fuori questi mattoni.”

Il socio Angelini ci tiene però a precisare che il titolo, per quanto forte – e riuscito, a nostro avviso –, non nasconde un’offesa alla terza età. “C’è chi se l’è presa,” racconta, “chi l’ha trovato offensivo nei confronti degli anziani, dei loro nonni… Ma gli anziani di oggi, nel libro, sono già morti; la critica è rivolta a noi stessi, a una generazione che potrebbe replicare i comportamenti di quella precedente: il giovane che vuole fare rivoluzione diventerà il vecchio che amerà lo status quo. È la trappola in cui si cade sempre, come Anubi che cade sempre sulla stessa trappola andando al bar ogni giorno”.

Taddei e Angelini si rivelano con la loro ultima fatica tra le creature più uniche del panorama fumettistico italiano: un sodalizio nato a Pescara anni fa con Storie brevi senza pietà (Bel-Ami edizioni, 2012; ristampato recentemente da Panini) e le prime raccolte di racconti, con cui Angelini (ai disegni) ha cominciato a fondersi con Taddei (scrittore), cominciando la costruzione della “voce unica” di cui sopra. Dopo anni di esperimenti e le prima storie “non ancora mature, con una voce che non era ancora unica”, ecco arrivare Anubi, con cui abbiamo conosciuto un mondo anomalo e inedito, la storia di un vecchio dio egizio alle prese con l’alcolismo, il razzismo e la droga in una cittadina abruzzese. E ora rieccoli sono tornati con una storia davvero indefinibile e amara come il fiele, in cui l’umanità sembra aver rinunciato a ogni forma di pietà e speranza, e arranca tra strani esperimenti sui vecchi e la brama del traffico internet (con cui guardare video di gattini), mentre i fagioli sono la fonte di sostentamento della nazione intera. È un Far West, 4 vecchi di merda, un mondo di punk ormai dimenticati che si trovano d’un tratto sorpassati, inutili e sconfitti. Rimane solo un desiderio: “Voglio sona’”.