Lei ama me, ma sta con lui perché ha la Ferrari: Lo Sgargabonzi intervista (più o meno) Irama | Rolling Stone Italia
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Lei ama me, ma sta con lui perché ha la Ferrari: Lo Sgargabonzi intervista (più o meno) Irama

Lo Sgargabonzi intavola una chiacchierata non impossibile, ma mai avvenuta, con Irama. Si parlare di ‘Crepe’, di pettorali tonici e degli oggetti che si trovano nei bagagliai dei macchinoni

Credits: Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty

Irama

Foto: Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty

«Ciao Irama, grazie per essere qui».
«Ciao Alessandro, grazie a te».
«Vado al dunque subito».
«Ecco, ti ringrazio perché stiamo registrando».
«Nella canzone Crepe tu canti: Poi mi dici che non lo ami / con il culo sul suo Ferrari. Cosa intendi?»
«Che lei prima mi dice che di lui gliene frega un cazzo, però stringi stringi non lo molla perché il coglione ha la grana».
«Comoda la signorina».
«Vedo che ci si siamo capiti».
«Ma al di là dei soldi, lui le piace?»
«Stai scherzando? Lui le fa ribrezzo».
«Mi pare di capire che lei inghiotte il rospo ma ama te?».
«Colpevole».
«E come fai a sapere che ama te?»
«Sì contorce nottetempo senza requie».
«Ah, classico. Ma a conti fatti decide di stare con lui perché si fa conquistare dal fatto della cartamoneta, della liquidità, della fresca come dite voi a Milano, giusto?»
«Yep».
«Ma quante cose dovrà mai comprare questa signorina…»
«Ma le classiche cose che vogliono le donne. Creme, candele profumate, incensini, tazze col nome…»
«Ma, scusa se mi permetto…»
«Scuse accettate».
«…non potresti comprargliele tu?»
«No perché stiamo incidendo e la sala costa cento euro».
«Allora non potrebbe comprarsele coi soldi propri e stare con te?»
«No, perché lei purtroppo non lavora».
«Come mai?»
«Sta studiando Design Tessile e Moda all’Università della Bicocca».
«Toglimi una curiosità: con te invece perché ci stava?»
«Beh, non certo per i soldi. Io per fortuna non ne ho bisogno per piacere a una donna».
«Allora per cosa?»
«Mah, non so, per le mie doti».
«Tipo?»
«Tipo il fisico».
«Nel senso che hai un fisico… come?»
«Beh, direi… bono!!!».
«Bono in che senso?»
«Vedi i pettorali per esempio. Sono tonici, tesi, rimbalzinissimi. Se ci lanci una biglia quella schizza via, non è che rimane incastonata».
«Incastonata è peggio?»
«Yep».
«Ma nonostante questo lei preferisce lui a te perché ha la Ferrari».
«Chiaro».
«E allora non hai pensato che forse non è tutto questo gran fisico e magari sarebbe meglio un pettorale che incastona le biglie da spiaggia con la foto di Saronni?».
«Va beh, che c’entra. Di sicuro è un gran fisico rispetto a quello del suo coglione, uno scaldabagno umano. Lei sceglie lui perché ha fatto i suoi calcoli. Con me avrebbe un solo elemento: un uomo che la contorce nottetempo. Con lui ha due cose: una macchina che la contorce e un uomo che non la contorce che però nel computo fa la differenza, perché è comunque un elemento in più. Poi c’è un’altra cosa…».
«Dimmi».
«Le creme, le candele, gli incensi profumati e le tazze col nome potrebbero essere a sorpresa nel vano portaoggetti della macchina».
«Mettiamo che lui non esistesse e lo scontro fosse fra te e la macchina, lei sceglierebbe te?»
«No, penso che sceglierebbe la macchina».
«Come mai?»
«Perché ha un fisico migliore del mio».
«Fisico in che senso?»
«Anche la macchina ha un fisico, parlo della scocca, della carrozzeria…»
«Quindi la carrozzeria della sua macchina è meglio del tuo corpo?»
«Eh beh, è inevitabile, non so come forma, non sta a me giudicare, ma intendo come consistenza… come dire… duroccia. A meno che non si sia accartocciata in un tamponamento. E poi nel vano portaoggetti potrebbero esserci a sorpresa le creme, gli incensini, la tazza col nome, il mestolo, il rigagnocchi in legno, il porta-scottex. Della serie paghi uno e prendi due».
«Sì, l’hai già detto. Però se lui non avesse la macchina e lo scontro fosse fra te e lui, vinceresti tu?»
«Ma a mani basse».
«Ne sei sicuro?»
«Caro amico ti do una news: lei se lui non avesse avuto la macchina non accartocciatasi non l’avrebbe neanche notato. E non pensare che la macchina risolva tutto. Pure ora che c’è, quando loro due fanno l’amore dopo lei va in bagno a vomitare. Proprio si tura il naso nella quotidianità con lui… e intanto nell’amplesso pensa a questo bel signorino qua e si contorce dentro».
«Ma se lui ha cognizione di questo dovrebbe come minimo lasciarla, che gusto gli da starci insieme?»
«Ahahahah, mi verrebbe da abbracciarti per il tuo candore! Lui è un viscido, una lumaca schifosa accartocciatasi!».
«Quindi?»
«Quindi lui gode del suo essere una merda incastonata in un cesso turco!»
«Ma gode in che senso?»
«Anche nel rapporto sessuale lui fa dei versi tipo GH! GH! GH! oppure ORGH! ORGH! ORGH! per eccitarsi nell’essere schifoso e ricordare a lei che è un laido unticcio e nonostante questo vedere che lei comunque si contorce con lui e quindi lui la bacia con le lingue attorcigliatisi fuori dalla bocca tenendo il mento di lei per farla stare di profilo e intanto guarda negli occhi i passanti di via Paolo Sarpi, sicuro del fatto che lui tanto ha la Ferrari in saccoccia».
«Ma lui che tipo è?»
«Uno tipo Forattini».
«Quindi bisogna aspettare che rottami la macchina e ne compri un’altra, incrociando le dita che a lei quella nuova le piaccia meno».
«Eh mi sa che è l’unica».
«Ma c’è una speranza che in futuro tu possa vincere contro questa benedetta macchina?»
«Prima di tutto deve essere solo la macchina non accortocciatasi e senza Forattini. Poi, considerando che in purezza io e la macchina potremmo essere quasi alla pari come fisico (la macchina è più tonica ma meno rimbalzina perché se ci lanci una biglia si ammacca), vincerei nel caso in cui lei avesse la certezza assoluta e matematica che nel vano portaoggetti della macchina non ci sono creme, incensini profumati, tazze col nome e arrivassi io con anche solo un incensino profumato al vetiver in mano. Oppure due incensini se è dopo il periodo natalizio che a suon di cenoni ho i pettorali opacizzatisi causa ricciarelli Sperlari».
«E vivreste felici?»
«Finalmente sì. Vivremmo incastonati in un felice rapporto coniugale, con le fedi attorcigliatesi alle dita e dormiremmo accartocciati l’uno all’altra con Torti».
«Contorti?»
«No, con Rodolfo Torti, disegnatore di Martin Mystère, a volte ci piace fare i threesome».
«E se arrivasse un tuo gemello clonato in laboratorio con in mano due incensini esattamente come te ma anche la tazza con nome?»
«Sceglierebbe lui».

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