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Max Papeschi: «John Lennon è un’icona cristallizzata nel tempo»

‘Imagine there’s no heaven’, l’opera che ha donato alla campagna di Rolling Stone IMAGINE, racconta un musicista diventato profeta. «Come tutti i pensatori liberi e rivoluzionari ha avuto una fine tragica»


Max Papeschi: "Imagine there's no heaven", 50x70cm

«In Imagine there’s no heaven John Lennon assurge a figura mistica, fondendosi con Gesù stesso», dice Max Papeschi dell’opera che ha donato per IMAGINE, la campagna di Rolling Stone in cui l’arte sostiene l’arte (per maggior informazioni cliccate qui). «Nell’ultima fase della sua vita aveva preso sempre più le sembianze di un profeta, di un guru».

Dopo aver fatto l’autore e il regista teatrale, Max Papeschi inizia nel 2008 il suo percorso nel mondo dell’arte contemporanea. Dopo l’affissione di un’opera gigante sulla facciata di un palazzo di Poznan, in Polonia, arriva l’interesse dei media e l’apprezzamento della scena internazionale. Poi, in solo 10 anni di attività, realizza più di 60 mostre personali, sia in Italia che nel resto del mondo. Ha anche pubblicato due libri – la biografia Vendere svastiche e vivere felici e Max Vs Max–, realizzato videoclip e lavorato a “Welcome to North Korea” un progetto culturale-umanitario che unisce arte digitale, performance e installazioni. Qui racconta come vede John Lennon oggi e l’ispirazione dietro alla sua opera.

Quando senti pronunciare le parole “John” e “Lennon” una di seguito all’altra qual è il primo pensiero o ricordo che ti viene in mente? 

Mi vengono in mente le immagini del tg che dà la notizia della sua morte.

Se lo osservi attraverso il filtro della storia, chi è John Lennon oggi? 

È un’icona cristallizzata nel tempo, come tutti i personaggi che hanno avuto la sfortuna di morire giovani. Questa, però, è stata anche la loro fortuna, perché non hanno corso il rischio di veder crollare il proprio status di leggende sotto i colpi impietosi della Storia, com’è successo ad altri.

Raccontaci l’ispirazione dell’opera che hai donato. 

Ho sempre pensato che Lennon e Gesù avessero dei tratti iconografici comuni, ho trovato la sovrapposizione simbolica che più mi divertiva e che racchiudeva più significati in una sola immagine.

Come hai legato la tua visione artistica al progetto IMAGINE? 

Con sarcasmo, come sempre.

Raccontaci dove ti “trovi” attualmente, dal punto di vista personale e artistico. 

Non rispondo per scaramanzia!

Qual è lo stato di salute dell’Arte? E quello della tua arte?
Idem come sopra.

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