Makio Hasuike: «Dalla crisi può nascere il grande design» | Rolling Stone Italia
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Makio Hasuike: «Dalla crisi può nascere il grande design»

In occasione della Design Week abbiamo incontrato il Compasso d'Oro che ci ha raccontato dei suoi nuovi lavori, del presente e del futuro del design, con anche qualche consiglio ai giovani

Makio Hasuike: «Dalla crisi può nascere il grande design»

Come ogni anno è arrivato il momento in cui, a Milano, scatta la febbre del design. Noi non potevamo essere da meno e con l’avvento del Design Week 2017 ne abbiamo approfittato per incontrare uno dei mostri sacri del settore, Makio Hasuike.

Una carriera che vede nascere la sua stella in Giappone, sua terra natia, in occasione dei Giochi Olimpici di Tokyo del 1964, per cui realizzò una serie di orologi. Poi il trasferimento in Italia, per la precisione a Milano, dove nel 1968 fonda uno dei primi studi di Industrial Design nel nostro paese. Da quel momento in poi la creatività di Hasuike non ha mai smesso di creare, grazie a un immaginazione a 360° che gli ha permesso di imprimere il suo stile in ambiti anche diversissimi tra loro: dagli strumenti tecnologici e di precisione agli accessori e strumenti per il lavoro e il tempo libero, dai piccoli e grandi elettrodomestici all’arredo e oggettistica, dalla brand identity al packaging fino agli allestimenti.

Noi lo abbiamo incontrato durante l’evento di presentazione di Sipario, l’innovativa cucina realizzata da Makio Hasuike insieme a Aran Cucine, brand di riferimento nel panorama italiano.

Makio, come nasce la collaborazione con Aran?
È da tanti anni che conosco Aran e il suo presidente, Renzo Rastelli. In passato per le loro cucine era capitato utilizzassero elettrodomestici progettati da me e così, scherzando con Renzo, un giorno ci venne l’idea di lavorare insieme. Da quel giorno sono passati diversi anni, me non ho mai dimenticato quella ‘promessa’ e così è nata Sipario.

Sei molto famoso per le tue idee legate al mondo della cucina, cosa ci puoi dire su Sipario?
Ho voluto creare una cucina che rispecchiasse la mia idea ‘democratica’ di design: oggi sempre più aziende scelgono il lusso, l’eccesso, mentre con Aran ho voluto seguire un idea pulita, immediata e che fosse allo stesso tempo capace di accogliere l’utente grazie a un design spazioso, quasi ‘aereo’.

Ho cercato di utilizzare materiali tradizionali come il legno, pur affiancandoli a materiali frutto delle ricerche più avanzate, per fare in modo che chi sceglierà Sipario avrà a portata di mano una cucina innovativa ma senza sentirsi perso nel mare della tecnologia. L’apporto della tecnologia è importantissimo, ma con Aran abbiamo deciso di usarla in maniera equilibrata; il progresso continuerà a correre ma perché accelerarlo?

A proposito di tecnologia, credi che in futuro il design potrà aiutarci a vivere meglio?
Certamente, soprattutto se si pensa alla cucina. Stanno arrivando tecnologie in grado di aiutarci nella vita di tutti i giorni, capaci – ad esempio – di informarci su cosa sta scadendo fra i prodotti in frigo, di aiutarci a fare la lista della spesa secondo i nostri bisogni evitando così gli sprechi.

Penso che il design in questo processo sarà fondamentale, sia da un punto di vista economico che nel rispetto dell’ambiente. Il design ha un’enorme capacità di rappresentare la società e interpretarne i valori, se non fosse così non avrei mai percorso questa strada.

Che consiglio ti senti di dare ai giovani che decidono di intraprendere una carriera nel mondo del design?
Questo è un momento difficile perché viviamo in tempi di grande crisi, ma non è detto che dalla crisi non possano nascere grandi innovazioni. Per fare questo lavoro serve creatività mentale, moltissima immaginazione perché del domani non si sa mai nulla. Ai giovani consiglio di non arrendersi al presente, ma di immaginare e immaginare e provare sempre nuove soluzioni.