Il viaggio illustrato di Baronciani e Colapesce | Rolling Stone Italia
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Il viaggio illustrato di Baronciani e Colapesce

Esce in libreria "La distanza", edito da Bao Publishing. Una graphic novel scritta a quattro mani, tra la Sicilia e Londra

Baronciani e Colapesce insieme per "La distanza", una graphic novel scritta a quattro mani, tra la Sicilia e Londra

Baronciani e Colapesce insieme per "La distanza", una graphic novel scritta a quattro mani, tra la Sicilia e Londra

Un quadrangolo di amicizie e amori che muoiono e sbocciano. Un viaggio che attraverso i suoi colori e paesaggi ci dà l’opportunità di tuffarci nostalgicamente nell’estate siciliana. La distanza (Bao Publishing) è il titolo della nuova graphic novel scritta a quattro mani dal fumettista Alessandro Baronciani e da Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, che dal prossimo 26 giugno potrete trovare nelle migliori librerie.
Attraverso questa intervista fiume, noi di Rolling Stone ci siamo fatti raccontare di tutto e di più sul loro incontro, sulle loro collaborazioni e del viaggio tra musica, cinema e disegno che li ha portati a dare forma alla paradossale avventura che si trova a dover affrontare un WoodyAlliano Nicola, alle prese con una ragazza emigrata a Londra e due esotiche fanciulle che finiranno per ingarbugliare le sue già abbondantemente confuse idee.

Come è nata la vostra amicizia e come hanno preso forma le vostre collaborazioni?
Baronciani
: Venni a sapere tramite una recensione che una canzone contenuta nel suo disco di debutto, Un meraviglioso declino, era dedicata al mio libro Quando tutto diventò blu. Incuriosito scaricai il disco… mi entrò in circolo immediatamente e ci rimase per tantissimo tempo. Figurati solo ora l’ho tolto dal mio iPod, ma solo perché ho fatto l’abbonamento a Spotify. Ci siamo incontrati a Milano ad un concerto dove suonavamo entrambi, ma il primo vero incontro avvenne in Sicilia nel 2013. Lorenzo mi chiamò e mi chiese se fossi disponibile a fare tre date insieme in giro per alcuni teatri occupati dell’isola: lui avrebbe suonato in acustico mentre io avrei proiettato i miei disegni live. Ci divertimmo un sacco! A Catania dovemmo pure ripetere la data perché duecento persone la sera prima erano rimaste fuori!

Come è nato invece quest’ultimo progetto?
Colapesce
: Sono stato io a spingere per che si facesse, avevo voglia di mettermi in gioco nella scrittura e Ale mi ha seguito con piacere da subito, rischiando non poco, essendo lui un autore già affermato. Mettersi in gioco con uno “sconosciuto” era parecchio rischioso nella sua posizione. Invece si è fidato e si è anche affidato, grande qualità che pochi grandi artisti hanno. Poi, quasi a scatola chiusa e sulla fiducia, si sono aggiunti con grande entusiasmo Caterina e Michele di Bao Publishing. Insomma La distanza è nata sulla scia dell’entusiasmo, che è rimasto fino all’ultimo giorno di lavorazione: un miracolo.

È stata dura riuscire a trovare la cosiddetta “intesa artistica”?
Baronciani
: In realtà La distanza ha avuto una gestazione di oltre un anno e mezzo. Lorenzo all’inizio aveva in mente un’altra storia, ma cavolo, non c’era “la strada”, e soprattutto non c’era la Sicilia, poteva essere ambientata in qualsiasi parte del mondo… In quei giorni poi mi continuava a frullare in mente il video di Lady di Modjo in cui ci sono questi tre ragazzi che rubano una macchina e partono per un viaggio. Lorenzo, aveva questo ragazzo, Nicola, che doveva raggiungere la sua ragazza a Londra. È così abbiamo messo tutto insieme.
Colapesce: abbiamo lavorato in armonia, non abbiamo litigato (quasi) mai. Siamo molto diversi: lui è un ottimista io invece un pessimista cosmico, quindi ci compensiamo alla grande. Abbiamo lavorato principalmente a distanza, ma poi è arrivato il momento di “scendere in campo” e visitare i luoghi dell’avventura, fare foto, mangiare quello da far mangiare ai protagonisti, sentire gli odori, farsi abbagliare dai colori… quindi Ale è venuto giù in Sicilia un paio di volte in vacanza/lavoro accollato a casa mia!!! La Bao ci ha messo a disposizione un piccolo budget che abbiamo speso in gambero fresco e prosecco (spero non leggano questa intervista) ma alla fine abbiamo fatto un gran lavoro.

Da dove avete tratto ispirazione per La distanza? Ad esempio nel fumetto non si fatica a scorgere rimandi al cinema di Antonioni e Woody Allen…
Colapesce: Sicuramente uno dei primi riferimenti è stato il film L’avventura di Antonioni, non a caso il primo capitolo si apre con una citazione di Monica Vitti “devi avere voglia di abbracciare la mia ombra sui muri”. Ma anche Alta fedeltà di Nick Hornby. Il negozio di dischi delle prime tavole esiste davvero ed ho passato più ore li dentro che all’università. I dialoghi invece sono molto Alleniani, Nicola, il protagonista, è l’intolleranza e l’ipocondria fatta persona.
Baronciani: La distanza respira molto cinema, ma inevitabilmente, essendo entrambi musicisti, vi è finita dentro anche tanta musica. Dalle t-shirts di gruppi più disparati ai riferimenti a band siciliane: dagli Uzeda ai Quartered Shadow, primissimo gruppo di Cesare Basile. È stato con loro che ho scoperto la Sicilia.

Se vai in Sicilia può succedere una cosa sola, che ti innamori

Com’è stato per te Alessandro immergersi nella “fatidica” Sicilia?
Dico sempre che se vai in Sicilia può succedere una cosa sola, che ti innamori. È incredibile come questa terra sia così affascinante. Ha un fascino incredibile, come quando incontri una ragazza che ti piace così tanto che vorresti subito sposarla. È incredibile la mole di particolari presenti. Il ferro battuto delle ringhiere dei terrazzi, le piante che crescono dappertutto e sempre, i muri a secco, particolari architettonici. O anche panorami assolutamente folli. Come ad esempio a Catania c’era questo cortile interno che dava su un tetto a terrazza nel quale avevano pensato di farci un salotto a cielo aperto, con tanto di abat-jour, piante, tappeto, comodini e il sedile di una macchina. Volevo che ne La distanza si respirasse la Sicilia, non quella delle cartoline ma quella viva, ed è stato questa la cosa più bella di averla potuta girare insieme a Lorenzo.

Invece, Lorenzo, ti sentiresti di definire La distanza come una dichiarazione d’amore nei confronti della tua terra, la Sicilia che von Goethe definisce “la chiave di tutto”? Quanto ti senti legato ad essa, e quanto questa ti ha dato e tolto?
Sono molto legato alla mia terra e ti rispondo con un’altra citazione che ho inserito nel fumetto, quella di Sgalambro, che ad oggi è la più lucida analisi che io conosca sul rapporto uomo/isola: «l’angoscia dello stare in un isola, come modo di vivere, rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale. La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere. La storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori. Ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda». Aggiungerei che la Sicilia mi fa vedere tutto quello che puntualmente mi toglie.

Domanda per Alessandro: grazie all’utilizzo di colori ariosi nel fumetto si respira aria di estate.. tu sei un devoto del bicolore (bianco e nero, rosa e nero, verde e nero).. se non erro questa è la tua prima opera totalmente a colori.. può rappresentare per certi versi una svolta stilistica?
Sì è il primo fumetto lungo che ho scritto tutto a colori. Quando abbiamo studiato la storia cercavo un pretesto serio per poterli usare finalmente. Ho pensato «se deve essere Sicilia, deve essere a colori!». Solo Verga o Vittorini la vedevano in bianco e nero! O comunque me la sono sempre immaginata così quando leggevo i romanzi alle superiori. Io volevo invece che ogni pagina strabordasse di colori, tanto che ho finito per eliminare anche i classici margini bianchi dalle pagine.

Skype, whatsapp e compagnia bella svuotano la fantasia

Domanda per Lorenzo: come ti senti di definire il concetto di distanza ai tempi di whatsapp, quando lasciare «il telefono in bagno mezza giornata può mettere in crisi un rapporto»? Non credi che questa abbia perso molto del suo fascino?
Certo, nel monologo finale faccio un ampia analisi sul concetto di attesa e di pausa, nella musica sono fondamentali e credo lo siano anche nella vita. In Bogotà canto che «la tecnologia ammortizza il rimpianto e l’attesa» e in taluni casi questa aiuta a non perdersi di vista, in tutti i sensi. Però Skype, whatsapp e compagnia bella svuotano la fantasia. Il ricordo, l’attesa, il desiderio, sono concetti sempre più sottili e cariati rispetto a 40 anni fa. Oggi il livello di controllo è altissimo e secondo me è parte in causa della minore durata dei rapporti, non solo di amore, ma anche di amicizia e lavoro.

Ultima per Lorenzo: inevitabilmente viene da chiedersi quanto del Colapesce musicista e quanto invece del Lorenzo ci sia in questo racconto. Sei veramente così imbronciato e brontolone nella realtà, così tanto Woody Allen verrebbe da dire?
Forse c’è più Lorenzo e meno Colapesce, tendenzialmente sono uno che si lamenta, sono esigente, intollerante e spesso, come direbbe Edda «Odio i vivi» e devo stare «attento a me stesso» (questa è di Alessandro Fiori!). Però ci sto lavorando e devo dire che negli ultimi anni ho fatto passi da gigante. Ci sono ancora le giornate “NO” in cui non sopporto nessuno, però si riducono. Sicuramente sarò il vecchio che scoppierà i palloni dei bambini con il coltello. Invece Alessandro è come una Tv sintonizzata su Cartoon Network 24 su 24. Lo adoro.

La distanza è sicuramente una graphic novel da gustarsi, come si trattasse di un ghiacciolo, nei mesi torridi dell’estate, possiamo aspettarci un’edizione invernale, o comunque altre collaborazioni tra te e Alessandro?
Assolutamente si. Nei prossimi mesi freddi, porteremo il calore della distanza ovunque. Ma non possiamo svelarvi troppo!

"La distanza", il libro di Baronciani e Colapesce edito da Bao publishing

“La distanza”, il libro di Baronciani e Colapesce edito da Bao publishing

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