C’è un momento, durante l’intervista, in cui mi chiedo se stia scherzando: «Avevo una canzone pronta per Sanremo, si chiamava Cappuccetto Rosso, l’avrei cantata con Franco Franchi. Poi ci hanno esclusi». Invece no, è serissima. Come non gioca quando racconta di aver inciso brani scritti da Ennio Morricone. O di quando Madonna la voleva sul palco nei suoi tour americani, Bono la inserì in un videoclip e Sting la considerava l’unico personaggio apprezzabile appena sbarcato in Italia. Ancora, quando racconta di quel provino alla RCA con Love to Love You Baby di Donna Summer: «La mia prima volta in studio, ero felicissima».
Ilona Staller, in arte Cicciolina, icona del cinema hard e rivoluzionaria del costume quando approdò in Parlamento per i Radicali, ha anche un archivio musicale da far impallidire mezza scena indie (lei in realtà vorrebbe una major, ma pensate se un’etichetta indipendente le facesse davvero pubblicare un disco), e vuole farcelo ascoltare: «Circa 50 brani, tra inediti e cover mai pubblicate. Vorrei trovare una casa discografica. Il mio sogno è tornare a Sanremo».
E Ilona canta ancora: nei club, nelle discoteche, in tv. Il suo pezzo più richiesto? «Muscolo rosso, quando parte accendono i flash dei cellulari. È provocatoria ma anche satirica». Per questo sogna un ritorno pop, ma con un messaggio: «Vorrei portare avanti, anche attraverso la musica, i temi per cui mi sono battuta: l’amore, la pace, la libertà sessuale». Nel frattempo, si leva dalle scarpe dei sassolini che sono macigni: «Rocco Siffredi? Lo abbiamo lanciato io, Moana e Schicchi. Dovrebbe baciarmi i piedi, invece nega tutto. E comunque non è nemmeno un buon amatore». Be’, detto da lei, che riuscì nell’impresa di mettere d’accordo la politica italiana su un obiettivo: «Da destra, centro e sinistra tutti volevano portarmi a letto». E il tempo, poi, sembra essere dalla sua parte: «Il futuro? Mia sorella, che si occupa di numerologia e lo ha analizzato, mi ha detto che dovrei vivere almeno fino ai 100 anni».
Ilona, quando nasce il tuo amore per la musica?
Sono nata in Ungheria, a Budapest, e sono arrivata prima a Milano e poi a Roma a 21 anni. Nel mio Paese d’origine ricordo quando sono esplosi i Beatles, avrò avuto circa 11 anni, e da quel momento in poi, quando li ho sentiti, ho iniziato a interessarmi alla musica. In Ungheria, oltre a studiare e a fare la cameriera, lavoravo come modella e ogni fine settimana andavo al Metro Club a ballare e a cantare a squarciagola tutte le canzoni delle star dell’epoca.
Si è parlato tanto del tuo cinema e della politica radicale, meno dei tuoi dischi pubblicati tra il 1979 e il 1989.
Io ho amato tanto la RCA italiana, con loro avevo sottoscritto un contratto. Ero felicissima, perché amavo la musica. È stato divertente la prima volta che mi hanno portata in sala di registrazione a cantare Love to Love You Baby di Donna Summer. Ho ancora molte registrazioni di quei provini e di altri brani.
Sono canzoni tutte pubblicate o hai anche degli inediti?
No no, ho tantissimi inediti. Sia cover che brani miei. Sono circa 50 canzoni prodotte, tra le quali molte non sono mai uscite.
Quindi, potenzialmente, ci sarebbe materiale per altre uscite discografiche.
Ma certo! Infatti sto cercando una casa discografica che mi possa sostenere per tornare a pubblicare canzoni o dischi. Mi piacerebbe portare avanti, anche attraverso la musica, i temi per i quali mi sono battuta tutta la vita: la libertà sessuale, l’amore e la pace. Se vai a rivedere il film Dedicato al mare Egeo del regista Masuo Ikeda (del 1979, nda), sentirai che io nella colonna sonora canto la canzone Cavallina a cavallo, pubblicata per il mercato giapponese e spagnolo. E scoprirai che la musica era stata composta da Ennio Morricone.
Non proprio un compositore qualsiasi.
Le mie canzoni continuo a cantarle nei club, nelle discoteche, nelle Tv dove vado ospite. Meno in Italia, più all’estero. Quindi c’è tanta gente che vuole ancora ascoltarle, no?
Qual è la tua canzone-simbolo?
La più richiesta è sicuramente Muscolo rosso. Quando parte c’è gente che accende prima gli accendini, adesso i flash del cellulare. È una canzone provocatoria ma anche satirica.
Ilona Staller voleva diventare una leggenda o aveva altri sogni nella vita?
Il mio sogno era lavorare come archeologa. Poi, quando ho lasciato l’Ungheria, quello che mi ha spinto è stato il desiderio di vedere cosa c’era in giro. Una curiosità che tantissimi giovani avevano allora. Per verificare se il mondo era davvero tondo, si scherzava. Infatti l’Italia, inizialmente, per me era solo un passaggio. Il mio obiettivo era l’America. Mi sono fermata perché la gente era così carina, cantava e ballava per strada, tra gli anni Settanta e Ottanta l’Italia era un Paese, oltre che bellissimo, molto felice. Giravano soldi, c’era speranza, i politici avevano le loro magagne ma qualcosa facevano per la popolazione. Non come gli egoisti di oggi.
Hai avuto contatti con altri musicisti?
Mi incontravo spesso con Anna Oxa, che allora alla RCA mi incitava a continuare a cantare. Lei è straordinaria, una splendida artista con una voce sublime che abbiamo imparato a conoscere da Sanremo in poi. Ma sai che anch’io sarei dovuta andare a Sanremo?
In gara o come ospite?
Avevamo già preparato la canzone Cappuccetto Rosso proprio per andare in gara al Festival del 1978. Avrei dovuto cantarla, come poi ho fatto ma non a Sanremo, con il comico Franco Franchi. Invece, poco prima della conferma ufficiale, ci hanno esclusi. Non so perché abbiano bloccato tutto, visto che era una canzone molto carina e ironica, che avrebbe avuto successo.
Potresti presentare un brano, fra i tuoi inediti, a Carlo Conti.
Io punto ancora a Sanremo. Mi piacerebbe capire come arrivarci. Perché no? Dici che basta mandarla a Carlo Conti? Non sono sicura. Forse ci vuole prima che mi sostenga una major.
Facciamo arrivare il messaggio a chi di dovere.
Vorrei portare il mio messaggio di libertà in musica e cantando. Sono convinta che, se potessi tornare a esibirmi, questi brani avrebbero un grande successo. Nel tempo c’è stato chi mi ha fatto delle offerte, ma le ho rifiutate tutte perché non mi sembravano persone affidabili.
Ascolti qualche artista in particolare?
Mi piacciono tutti i generi, l’importante è che gli artisti abbiano qualcosa da dire. Adoro Sting, conosco tutte le sue canzoni, così come dei Rolling Stones e degli U2. Pensa che Bono Vox ha voluto inserire me e il mio ex marito, Jeff Koons, nel videoclip del brano Even Better Than the Real Thing. Lui è un mio fan da sempre. Come Sting, la prima volta che arrivò qui, durante un’intervista gli chiesero chi apprezzasse di più in Italia e lui rispose: “Cicciolina”.
C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare?
Potrei chiederlo a Madonna, visto che per un periodo mi ha invitata spesso a salire sul palco dei suoi concerti. Era ancora nel periodo in cui vivevo in America, solo che il mio ex marito non ha voluto perché dovevamo sempre fare qualcos’altro. Un peccato. Un giorno, invece, ho accettato l’invito a salire sul palco a un live di Patty Pravo, che è una grande amica. Lei cantava e mi ha messo a sedere al centro dedicandomi una canzone e il pubblico applaudiva.
Fra le tantissime cose che hai fatto nella vita, c’è qualcosa di cui ti sei pentita?
Io sono convinta che, dal momento della nostra nascita, tutto il resto della nostra vita sia già scritto nelle stelle. Quindi siamo un mosaico di tante cose e dobbiamo accettarlo. A posteriori, sono soddisfatta di tutto. Anche di quello che ho sbagliato, che sicuramente c’è. Quello che mi ha fatto più soffrire, a livello lavorativo, è l’essere stata fregata dal mio ex manager. Mi ha ripulita di tantissimi soldi. Se tornassi indietro, ci starei più attenta.
Nella tua vita hai più amato o ti sei sentita più amata?
Ho più amato. Mi spiace tanto, perché anche essere amata è una condizione fantastica e ti fa diventare molto più bella.
E il bilancio del tuo rapporto con l’Italia è in positivo o in negativo?
Ricordo quando uscì il mio libro, Per amore e per forza. L’autobiografia di Cicciolina (del 2007, nda), e chiesi delle partecipazioni televisive in Italia, però non me ne diedero tante. Come da Fabio Fazio a Che tempo che fa, nonostante glielo abbia chiesto non mi ha mai invitata. Come mai? No l’ho capito. Sarà perché lui è comunista e io no? Però non bisognerebbe discriminare un artista per la sua posizione politica, ma valutarlo per quello che fa.
Ma Ilona Staller è di destra o di sinistra?
Sono una radicale democratica! Non mi sono mai piaciuti né i fascisti né i comunisti. Come diceva spesso il mio amico e leader Marco Pannella: “Tu sei una Cicciolina Radicale”. Lui era il mio grande amore, come se fosse il mio papà. Ho pianto tanto per la sua scomparsa.
Avete fatto una rivoluzione con la tua elezione in Parlamento.
Ho preso ventimila voti e sono stata deputata dal 1987 al 1992. Cinque anni in Parlamento, dove ho frequentato con grande costanza. Non potevo certo essere accusata di assenteismo. Tranne che per qualche giorno, quando fui invitata dai “cicciolini” giapponesi nel loro Parlamento, dove mi hanno accolta i ministri e abbiamo anche cenato insieme.
Nel Parlamento italiano di allora, a stragrande maggioranza maschile, immagino che le proposte o le allusioni che ti facevano gli altri parlamentari fossero frequenti, no?
Tantissime! Allora gli uomini erano molto espliciti e con un solo obiettivo: portarmi a letto.
Erano di più le avances da destra, dal centro o da sinistra?
Non ci crederai, ma dai fascisti ai socialisti passando per i democristiani: l’intero Parlamento.
Sei una delle poche ad aver unito trasversalmente la politica italiana per un obiettivo.
Sai perché? Ero molto bella. Adesso non sono brutta, ma allora ero giovane. Sono convinta che ogni età abbia il proprio fascino. Arrivare a questa età come sono oggi mi inorgoglisce.
Le donne soffrono più degli uomini lo scorrere del tempo e i cambiamenti estetici?
Purtroppo sì, anche se non è che gli uomini vecchi e con la pancia siano sempre affascinanti. Forse lo credono loro, ma non è così. Ci sono donne in età avanzata che sono bellissime.
Sul femminismo, in particolare la sua declinazione attuale, sei critica.
Io sono femminista, ma a modo mio. Ho sempre ripetuto: se sono mia posso essere anche tua.
Oggi un mezzo di emancipazione per molte donne sembra OnlyFans.
Fanno bene le ragazze e le donne a utilizzarlo, anche se io non lo uso. Ho visto un’intervista a una che usa queste piattaforme e diceva che non aveva lavoro, voleva crearsi una famiglia e aiutare i propri genitori in difficoltà, come avrebbe fatto senza questa attività? Ora guadagna 15-20mila euro al mese. Il tutto in un’Italia in crisi dal punto di vista occupazionale. Intanto non sfrutta il corpo degli altri ma il proprio. Non come fa quel pornodivo ben noto, che sfruttava il corpo delle ragazze maltrattandole nei provini e poi manco le pagava…
Immagino ti riferisca a Rocco Siffredi.
Avete sentito tutti le testimonianze delle ragazze che l’hanno accusato, no? Perché devono essere condannate le donne che utilizzano il proprio corpo liberamente, mentre un uomo che sfrutta le donne per il suo tornaconto personale no? Quello lo conosco bene, visto che l’abbiamo lanciato nel mondo del porno io insieme a Riccardo Schicchi e a Moana Pozzi. Lui nega tutto questo, mentre invece dovrebbe, ancora oggi, baciarmi i piedi mentre cammino, per averlo aiutato a diventare qualcuno. Soprattutto quando non era davvero nessuno.
C’è chi diceva che “la riconoscenza è il sentimento del giorno prima”.
Assolutamente vero, e lui lo dimostra. Ma poi, scusa, è diventato famoso perché si è autoproclamato un divo, ma non merita di essere considerato in questo modo. Ti posso assicurare che non è nemmeno un buon amatore nel sesso. Molto meglio John Holmes. Era decisamente più carismatico e, oltre alle misure, era uno con le palle, a differenza sua.
Marco Pannella non c’è più, ma Cicciolina alla politica ci pensa ancora?
Avevo proposto qualche tempo fa ai Radicali di fare qualcosa insieme, ma non credo abbiano capito. Forse avevano timore che li oscurassi a livello mediatico. Ma io in politica non vorrei essere una leader, mi piacerebbe soltanto dare una mano su certi temi. Anche per portare avanti le grandi battaglie di Pannella e non lasciarle morire con lui. Qualche anno fa ho fondato il partito D.N.A. (Democrazia Natura Amore), che non ha avuto la possibilità di svilupparsi. Era il 2013 e ci siamo presentati alle elezioni, ma sempre con poco spazio Tv.
Dopo la tua esperienza da parlamentare hai ricevuto un vitalizio, come tutti gli altri parlamentari, che però è stato tagliato nel 2018. Perché hai deciso di fare ricorso e chiedere un risarcimento di 10 milioni di euro?
Tutti i parlamentari e i senatori ricevono, secondo la legge, i vitalizi una volta finiti i loro mandati. Poi all’arrivo di un partito al Parlamento, il Movimento 5 Stelle, li hanno dimezzati in modo retroattivo e non potevano, perché contro la legge. Ai senatori li hanno ripristinati completamente, mentre ai deputati no. Come mai? Si tratta di 1.300 parlamentari che hanno fatto ricorso per riavere quello che ingiustamente è stato tolto loro.
Hai già detto che se otterrai il risarcimento lo devolverai in beneficenza. Hai in mente a chi vorresti donarlo?
Sarà devoluto ai malati oncologici, di Alzheimer e di leucemia che sono in cura negli ospedali italiani. Del resto, se andate a vedere sui miei social raccolgo fondi per malati da tanti anni. E in particolare sul mio profilo TikTok sostengo queste associazioni.
Ilona Staller oggi come guarda al futuro?
Mia sorella, che vive ancora in Ungheria, si occupa di numerologia. Ha analizzato il mio futuro e mi ha detto che dovrei vivere almeno fino ai 100 anni. Per cui ho ancora tanto tempo per fare delle cose bellissime, come in musica, o far vedere i sorci verdi a chi fa il cattivo.








