‘Il Teatro e mia Zia’, una mostra racconta il teatro fermo per la pandemia | Rolling Stone Italia
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‘Il Teatro e mia Zia’, una mostra racconta il teatro fermo per la pandemia

Il fotografo Maria Zanaria e l’autrice Greta Cappelletti hanno ritratto 24 tra attori, registi e tecnici. L’obiettivo è rispondere a una domanda: “Come fa il teatro a essere essenziale, se mia zia non ha capito il mio mestiere?”

‘Il Teatro e mia Zia’, una mostra racconta il teatro fermo per la pandemia

Il ritratto di Massimiliano Speziani per 'Il Teatro e mia Zia'.

© Mario Zanaria e Greta Cappelletti

Un percorso costellato di ritratti e volti, lungo Corso Vittorio Emanuele II a Milano, racconta con intensità i pensieri di teatranti (e addetti al mestiere) a chi si ritrova a passeggiare per il centro.

È “Il Teatro e mia Zia”, il progetto che ha preso il via nell’autunno 2020 con la chiusura delle sale teatrali a causa della pandemia e che ha l’intenzione di coinvolgere i cittadini nella sensibilizzazione di una realtà che ha molto sofferto durante questi ultimi due anni. E decide di farlo in maniera ironica e provocatoria. Il titolo né è da subito un esempio.


Come spiegare alla propria zia, o a qualsiasi parente, quale sia il proprio mestiere quando si opera nel mondo della cultura, nello specifico qui nel mondo del teatro, e ci si imbatte in quelle espressioni di sconcerto e incomprensione?


Da questa necessità nasce il lavoro del duo Mario Zanaria (fotografo) e Greta Cappelletti (drammaturga). L’idea prende vita proprio dall’urgenza di dare corpo e voce ai lavoratori dello spettacolo in un momento di crisi, come si ben comprende dalle parole dell’autrice, Greta Cappelletti: «La domanda provocatoria che mi sono fatta è stata: quanto la macchina teatrale può considerarsi necessaria se mia zia ancora non ha capito il mio mestiere?».

Alberto Malanchino © Mario Zanaria e Greta Cappelletti

Concepita come uno spettacolo, la mostra è come un dialogo dell’assurdo e del fraintendimento con una zia che ovviamente non riesce bene a comprendere come un’autrice teatrale possa considerarsi impegnata nel mondo del lavoro, quello incasellabile e riconoscibile. E cosi la zia diventa il pubblico, l’interlocutore, creando un dialogo tra le risposte scritte in calce alle foto dei 24 tra tecnici, attori, registi, attrezzisti, drammaturghi e danzatori, che hanno risposto alla domanda «come racconteresti il tuo mestiere a tua zia?» con una frase.

Il dialogo si innesca immediatamente e la passeggiata ci coinvolge in questa conversazione stimolante. L’iniziativa non avrebbe potuto trovare sede migliore per raggiungere quante più persone possibili, restituendo il teatro anche a un pubblico di non addetti ai lavori.

Valentina Violo © Mario Zanaria e Greta Cappelletti

La mostra “Il Teatro e mia Zia”, patrocinata dal Comune di Milano, è stata realizzata grazie al supporto di Banca Generali Private, Studio Legale Bird & Bird, Kairos Partners SGR e Perimetro, Media Partner dell’iniziativa. Uno speciale ringraziamento va alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, al Teatro della Cooperativa, al Teatro dell’Elfo, al Piccolo Teatro, al Teatro Franco Parenti, al Parenti District – Art & Design, a tutti i soggetti che si sono generosamente prestati a farsi ritrarre e a ogni persona che ci ha aiutato a realizzare questo progetto.

“Il Teatro e mia Zia”
Dal 15 ottobre al 7 novembre 2021
Corso Vittorio Emanuele II – Milano
Accesso libero