Il mondo di Richard Avedon in mostra al Palazzo Reale di Milano | Rolling Stone Italia
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Il mondo di Richard Avedon in mostra al Palazzo Reale di Milano

Abbiamo visitato in anteprima 'Relationships', la splendida mostra dedicata al fotografo americano: vent'anni di ritratti iconici, da Versace a Truman Capote e Andy Warhol, fino a Michelangelo Antonioni

Il mondo di Richard Avedon in mostra al Palazzo Reale di Milano

Richard Avedon, Shoe by Perugia, Place du Trocadéro, Parigi, Agosto 1948. Credits: The Richard Avedon Foundation

Abbiamo gustato in anteprima la splendida mostra dedicata al fotografo americano Richard Avedon. Un percorso ricco di tutte quelle relazioni umane da lui costruite nella sua lunga carriera – come suggerisce il titolo della mostra Relationships.

Vengono raccontati i vent’anni che lo hanno legato a Versace, Gianni e Donatella, come a tutta la Maison; alla sua forza nello sdoganare il ruolo delle modelle da statiche statue a donne in movimento, come la forza di annullare lo sfondo per dedicare più attenzione ai dettagli che possono aggiungere ed arricchire la conoscenza con l’umano davanti all’obbiettivo.

La mostra, che con più di cento fotografie narra una parte della sua storia, che spazia da Vogue (media partner) ad Harper’s Bazar, da Parigi a New York, ed è stata realizzata in collaborazione con il Center for Creative Photographye (prestatore assoluto delle immagini), la Richard Avedon Foundation, e Skira, che insieme alla Maison Versace ha sostenuto questa importante operazione.

Il percorso espositivo propone una nutrita selezione di ritratti di celebrità del mondo dello spettacolo: attori, ballerini, musicisti ma anche di attivisti per i diritti civili, politici e scrittori, che vanno dai Beatles a Michelangelo Antonioni, da Sofia Loren al Dalai Lama, da Ezra Pound a Malcom X. Due i ritratti di Truman Capote, uno del 1955 e il secondo – in un primo piano meno sensuale del precedente – del 1974.

Richard Avedon, Truman Capote, New York, 10 ottobre 1955

Un’altra peculiarità di Avedon è quella di ritrarre, a distanza di molto tempo, gli stessi soggetti, così da poterli narrare anche attraverso il tempo. Non accade così per Andy Wahrol: il padre della Pop art americana mostra il suo corpo sfigurato da infinite cicatrici causatogli da un tentato omicidio.

Raccontarvele tutte sarebbe impegnativo, ognuna di esse ha una sua storia, una sua narrazione, vi posso solo consigliare di andarla a vedere! Dieci le sezioni in tutto: The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists/Musicians and Writers/Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace.

Politics è dedicata ai ritratti degli esponenti dei movimenti americani per i diritti civili e ai membri del Congresso americano, questi ultimi confluiti nel portfolio The Family, realizzato nel 1976 per Rolling Stone, che documentava l’élite del potere politico statunitense.

Richard Avedon è stato il primo a travalicare i confini della cultura visiva, creando una relazione tra moda e arte, tra soggetto e modello. Proprio l’idea delle relazioni, dei rapporti, che per lui erano fondamentali, come ci racconta la curatrice della mostra Rebecca Senf, gli hanno permesso di creare rlazioni umane fatte di empatia.

È questo, probabilmente, il segreto della sua lunga carriera: entrare in contatto per permettersi di guardare da vicino le persone e poterle raccontare nei loro infiniti dettagli, come un prisma che seziona la luce e ne rivela le sue differenti rifrazioni.