La top 10 dei videogame dedicati ad Alien | Rolling Stone Italia
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La top 10 dei videogame dedicati ad Alien

A quarant’anni dall’uscita in Italia nelle sale, festeggiamo Alien con una classifica dei principali videogiochi ispirati alla serie (a volte bene, a volte proprio no)

La top 10 dei videogame dedicati ad Alien

Nello spazio nessuno può sentirti urlare… ora come quarant’anni fa!

25 ottobre 1979. Con qualche mese di ritardo rispetto agli Stati Uniti, approda anche nelle sale cinematografiche italiane Alien. Da allora sono trascorsi quarant’anni scanditi da quattro film e da un numero decisamente più cospicuo di videogiochi. Per festeggiare degnamente questo anniversario abbiamo deciso di scavare nella storia, cercando dieci titoli che, per un motivo o per l’altro, meritano di essere ricordati. Belli o brutti, divertenti o noiosi, facili o difficili, spaventosi o al limite del ridicolo. C’è davvero l’imbarazzo della scelta.

10. L’alieno e le pillole

Sono necessari tre anni per vedere gli xenomorfi approdare nel mondo dei videogiochi. L’anno è il 1982, la console è l’Atari 2600 e lo sviluppatore è la Fox Video Games. Altro da aggiungere? Sì, potremmo semplicemente copiare una descrizione di Pac Man. Perché la struttura di gioco è quella. Il protagonista che scappa, i mostri che lo inseguono, pillole da raccogliere (meglio, uova aliene da distruggere in questo caso), il bonus che rende temporaneamente invincibili e poco altro. Tra un livello e l’altro, uno stage bonus in stile Frogger/Freeway in cui l’obiettivo è quello di raggiungere la cima dello schermo evitando una schiera di (imbranati) xenomorfi. Anche tenendo in considerazione l’epoca in cui è uscito, si tratta di una discreta porcheria. Da provare 10 secondi giusto per curiosità, e da abbandonare in cerca di qualcosa di più sostanzioso.

La prima volta non si scorda mai? Nel caso di Alien e videogiochi, meglio dimenticare in fretta.

9. L’alieno da evitare

Alien Colonial Marines dovrebbe essere per i videogiochi quello che Aliens è per la saga cinematografica. Dovrebbe essere un concentrato d’azione, in cui un solo nemico lascia spazio a un’ondata di xenomorfi. Dovrebbe essere ritmo, sparatorie, distruzione, morte. Ora, arrivati a questo punto una cosa è chiara. O ci stiamo esercitando nell’utilizzo del condizionale, oppure lo stiamo usando per qualche motivo. E tra le due opzioni, quella giusta è la seconda. Il titolo di Gearbox è infatti un grande “dovrebbe”, in cui tutto quello che avrebbe potuto decretarne il successo è stato trasformato in un motivo di fallimento. È un titolo in cui i momenti piacevoli sono un imprevisto, un breve intermezzo tra un bug e l’altro. Un fallimento su tutta la linea, con tanto di numerosi video su Youtube che lo celebrano degnamente. Da dimenticare.

In Alien Colonial Marines la proverbiale intelligenza degli xenomorfi è assente ingiustificata.

8. Tre alieni al prezzo di uno

Grandi sconto oggi al supermercato degli alieni. Ci vogliamo svenare con un’offerta che non ha uguali al mondo. Non uno, non due, bensì tre film in un solo gioco. Certo, per riuscire a proporre una cosa del genere è necessario scendere a qualche compromesso, ma non si può avere tutto dalla vita. Alien Trilogy, lanciato su PSone, Saturn e PC nel 1996 (quindi un anno prima rispetto all’uscita nelle sale di Alien: La Clonazione) è un pot-pourri delle ambientazioni delle prime tre pellicole, riunite da una flebile trama concepita per giustificare l’ennesimo incontro tra Ellen Ripley e gli xenomorfi. La struttura di gioco è quella tipica degli sparatutto in prima persona, divertente e discretamente intensa. Non è un capolavoro del genere, ma un titolo gradevole. Una curiosità: la versione PC disponeva di un’opzione multigiocatore in rete, assente invece su Saturn e PSone.

Sparare, sparare, sparare. Lo abbiamo scritto che l’azione più importante in Alien Trilogy è sparare?

7. Un’avventura a fumetti

Alien: A Comic Book Adventure è un titolo pessimo. Lo mettiamo subito in chiaro, nel caso in cui abbiate la malsana idea di andare a recuperarlo dopo aver letto queste righe. È un’avventura che riesce nella (quasi apparentemente impossibile) impresa di trasformare gli incontri con gli xenomorfi in qualcosa di noioso. Mancano le emozioni, manca completamente il ritmo, mancano delle dinamiche di gioco capaci di restituire un pizzico di tensione. È un’avventura che procede a scartamento ridotto, che raggiunge picchi di comicità involontaria durante i combattimenti con gli alieni, accompagnati da effetti sonori che non sfigurerebbero in una scazzottata con protagonisti Bud Spencer e Terence Hill. L’unico elemento che si avvicina a una vaga sufficienza è la trama che, malgrado l’obbligo di creare un cast originale (Fox concesse i diritti a Mindscape a patto che non venisse utilizzato nessun personaggio presente nei film) presenta qualche spunto interessante.

La trama di Alien: A Comic Book Adventure non è male. Peccato manchi tutto il resto.

6. L’alieno in rete

Aliens Online si basa su un concetto semplice. Semplice ed estremamente figo. Quello di creare un gioco “a squadre” ambientato nell’universo di Alien. Da una parte abbiamo i colonial marines, armati di tutto punto. Dall’altra abbiamo gli xenomorfi, che magari non disporranno di fucili e altre diavolerie tecnologiche, ma sono comunque in grado di difendersi piuttosto bene. L’idea è spettacolare, e la presenza di due fazioni sostanzialmente diverse da loro apre la porta a infinite possibilità. Peccato che, purtroppo, il risultato finale non è all’altezza delle premesse. Acerbo nel game design e con diversi problemi di calibrazione, Alien Online ha resistito per un periodo di tempo relativamente breve (dal 1998 al 2000) per poi sparire nel dimenticatoio. Un peccato e, a quasi vent’anni di distanza dalla sua dipartita, potrebbe essere un’idea carina da riportare in vita.

Un’idea splendida, sfruttata poco e male. Questo è Aliens Online.

5. Alien al cubo

Alien³ è un titolo particolare, che trae spunto dall’omonimo film nella fase introduttiva ma che poi si distacca in maniera sensibile da quanto narrato nella pellicola cinematografica. Unica sopravvissuta all’avaria della Sulaco, Ripley giunge sul pianeta Fiorina 161 e si trova di fronte a una colonia penale invasa da un’orda di ospiti inattesi, gli xenomorfi. Gli alieni sono presenti in gran numero, e missione dopo missione Ripley deve affrontare sequenze platform e shooter con l’obiettivo di eliminarli tutti. Per sua fortuna, almeno nei videogiochi, dispone di un ricco arsenale con lanciamissili, bombe a mano, fucile a impulsi e l’immancabile lanciafiamme. Alien³ predilige l’azione pura alla tensione, cercando di mantenere sempre un ritmo serrato e di ridurre al minimo le pause. L’effetto finale è gradevole, per quanto già visto in decine di altri action game dal nome meno altisonante.

Malgrado le poche attinenze con l’omonima pellicola cinematografica, Alien³ è comunque un titolo interessante.

4. L’alieno e il predatore

Considerato all’unanimità uno dei migliori titoli per Atari Jaguar, se non addirittura il migliore, Alien Vs. Predator mette a confronto due tra le più letali creature della storia del cinema di fantascienza e le pone al centro di tre differenti campagne. Perché tre e non due? Semplice, perché oltre a vestire i panni di uno xenomorfo e di un Predator, c’è anche posto per i colonial marines, rappresentati in questo caso da un malcapitato soldato di nome Lance J. Lewis. La presenza di tre protagonisti così diversi tra loro è senza dubbio un notevole spunto di interesse, che permette di adottare differenti approcci e trasforma quello che all’apparenza potrebbe sembrare un semplice sparatutto in prima persona in qualcosa di più vario e complesso. Un titolo da provare, così come merita un’occhiata anche il coin-op di Alien Vs. Predator, classico picchiaduro da sala approdato per la prima volta in versione casalinga nel Capcom Home Arcade.

Il Jaguar sarà ricordato per pochi motivi. L’improponibile pad e Alien Vs Predator sono due di essi.

3. Il gioco per computer

Aliens: The Computer Game è uno dei titoli più anziani presenti in questa rassegna. Ma è anche uno dei più riusciti. Certo, visto con gli occhi di un giocatore moderno, abituato a una grafica ultra dettagliata e a un comparto audio registrato alla perfezione, quattro pixel e altrettanti effetti sonori potrebbero sembrare pochi. Ma al tempo erano più che adeguati e riuscivano a riprodurre quel minimo di tensione e di pathos necessari a coinvolgere. A capo di una squadra di colonial marines, l’obiettivo è quello di lanciarsi alla caccia della regina madre all’interno di un impianto infestato da uova e da xenomorfi. 255 stanze da visitare ed esplorare, fino all’immancabile scontro finale. Una curiosità: esiste un altro gioco intitolato Aliens: The Computer Game, prodotto da Activision. È di un anno più giovane, ed è una mezza accozzaglia di sequenze senza molto senso. E senza divertimento.

Grafica basilare, sonoro basilare, divertimento assicurato. Questo è Aliens: The Computer Game.

2. L’alieno in isolamento

Alien: Isolation non è un gioco di Alien. È IL gioco di Alien. È un viaggio in prima persona, vissuto attraverso gli occhi di Amanda Ripley. Il cognome vi dice qualcosa? Dovrebbe, perché Amanda è la figlia di Ellen, pronta a viaggiare sulla stazione spaziale Sevastopol in cerca di notizie su sua madre. Si tratta di un’esperienza unica in cui si susseguono situazioni action, lunghe fasi di esplorazione e tanta, tantissima tensione. La prima apparizione dello xenomorfo, sapientemente piazzata dagli sviluppatori dopo qualche ora di gioco, è un momento da brividi lungo la schiena (o sgommata nelle mutande, per essere più prosaici) difficile da dimenticare, ed è l’inizio di un vero e proprio incubo. Difetti? Due-tre ore di gioco di troppo, che appesantiscono la seconda parte dell’avventura senza aggiungere nulla in termini di emozioni e di trama. Un prezzo da pagare comunque sopportabile.

Esistono delle mod che permettono di giocare ad Alien: Isolation con un visore VR. Provateci a vostro rischio e pericolo.

1. Un alieno portatile

La carrellata dei giochi ispirati alla saga di Alien si conclude in prima posizione con un titolo che permette di avere il terrore sempre a portata di mano. In tasca, in cartella o in borsa, Aliens: Infestation è un ottimo compagno di viaggio. Si tratta di un’avventura ascrivibile al genere metroidvania, che propone quindi un mix di esplorazione, momenti platform e scontri a fuoco. Un viaggio lungo e pieno di insidie, in cui la squadra di colonial marines impegnata nella missione può cambiare di conformazione e di numero nel breve volgere di pochi minuti, tra soldati da salvare e l’implementazione della permadeath (morte permanente di un personaggio in caso di uccisione). Una delle nostre sfide al xenomorfo preferite, anche grazie a un character design curato da Chris Bachalo, fumettista che tutti gli appassionati del mondo Marvel sicuramente conosceranno bene.

Il Nintendo DS è protagonista di un viaggio nel terrore con Alien: Infestation. Tensione e divertimento per una sfida molto impegnativa.