La Top 10 dei migliori videogiochi sviluppati in casa | Rolling Stone Italia
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La Top 10 dei migliori videogiochi sviluppati in casa

Chiusi nella nostra camera non sappiamo che fare? Per esempio, potremmo imparare a sviluppare un videogame e diventare ricchi. Ecco chi c'è riuscito

La Top 10 dei migliori videogiochi sviluppati in casa

Non è sempre necessario un team immenso per creare un capolavoro.

Quante persone servono per sviluppare un videogioco? No, se ve lo state chiedendo, questa non è l’inizio di una barzelletta. È una domanda molto semplice, con una risposta altrettanto semplice. Da una a centinaia, se non migliaia. In un settore in cui non mancano le produzioni mastodontiche, esistono infatti anche tanti, tantissimi titoli che sono stati creati da team di sviluppo “ridotti all’osso”. Per celebrarli, abbiamo deciso di stilare una top 10 dedicata a tutti quei capolavori che sono stati partoriti da piccole realtà. Talmente piccole, da poter essere nella maggior parte dei casi contate sulle dita di una mano.

10. Axiom Verge

Diciamo la verità, se il curriculum vitae di Thomas Happ si fosse limitato a End of Nations, NFL Street e Tiger Woods PGA Tour, nessun appassionato di videogiochi avrebbe mai conosciuto il suo nome, disperso tra decine di altri in credits chilometrici che pochi (pochissimi?) leggono. A rendere popolare lo sviluppatore statunitense è Axiom Verge, spettacolare action game che trae spunti da classici del genere quali Metroid, Contra, Bionic Commando e Blaster Master. Un titolo che unisce una spiccata personalità a livello artistico a una struttura di gioco capace di esaltare chiunque sia alla ricerca di un’esperienza ricca, varia e bastarda al punto giusto. Da recuperare assolutamente, anche perché in autunno è previsto l’uscita di un sequel che promette di fare faville.

Axiom Verge è un metroidvania eccellente sia nel comparto tecnico che nella struttura di gioco.

9. Ape Out

Controllare un gorilla in fuga. Questo è in estrema sintesi Ape Out. Un titolo caratterizzato da una struttura di gioco ridotta ai minimi termini, che nella sua semplicità riesce a funzionare come un ingranaggio perfettamente oliato. L’azione si dipana ad alto ritmo, con il gorilla che fa sfoggio della sua prestanza fisica prendendo e scagliando tutti gli esseri umani che si frappongono nella sua corsa verso la libertà. Perfetto nella sua essenzialità il comparto grafico, e strafigo l’accompagnamento sonoro in stile jazz. Ha qualcosa di Hotline Miami (che incontreremo più tardi in classifica), ma è anche dotato di una personalità tale da risultare unico e, per questo, meritevole di entrare in questa classifica.

Ape Out è frutto dell’immaginazione di Gabe Cuzzillo, a cui si sono aggiunti Bennett Foddy (grafica) e Matt Boch (sonoro).

8. Iconoclasts

Creare un videogioco in solitario richiede tempo. Ancor di più se si vuole realizzare un prodotto di qualità in un genere complesso come quello dei metroidvania, che necessita di una calibrazione perfetta di tante dinamiche di gioco. Un concetto questo ben chiaro nella mente di Joakim Sandberg, sviluppatore svedese che ha impiegato ben otto anni per dare vita a Iconoclasts. Tempo speso molto bene, è bene sottolinearlo, perché il risultato finale è un vero e proprio spettacolo. Bello da vedere con la sua pixel art che rimanda alle produzioni a 16 bit degli anni ’90 ed estremamente godibile da giocare, Iconoclasts trasuda stile da ogni poro. Un atto d’amore che, come tutti i titoli presenti in questa classifica, dimostra quanto sia possibile ottenere enormi successi anche senza disporre di ingenti capitali.

Iconoclasts sembra un titolo anni ’90 catapultato ai giorni nostri. Un salto nel tempo che non ne intacca in alcun modo il fascino.

7. Lone Survivor

Lone Survivor trasporta il giocatore in uno scenario post-apocalittico, in cui buona parte della popolazione mondiale è stata trasformata in mostruose creature, fameliche e pronte a lanciarsi sui pochi sopravvissuti. Una base narrativa che abbiamo già incontrato decine di volte, ma che in questo caso è stata declinata con meccaniche che prediligono la sopravvivenza all’azione pura. La ricerca di cibo e l’utilizzo razionato delle poche risorse a disposizione vanno di pari passo con l’esplorazione furtiva e la necessità di muoversi senza farsi individuare dal nemico, in un’ambientazione in cui la sanità mentale dell’ignoto protagonista viene messa più volte a dura prova. Un viaggio impegnativo e ricco d’atmosfera firmato da Superflat Games, team composto da Jasper Byrne e… basta!

In Lone Survivor si vive costantemente un’atmosfera tesa, carica di terrore e di mistero.

6. Undertale

Undertale è un titolo che dimostra come sia ancora possibile inventare qualcosa di nuovo. O, per essere più precisi, di come sia possibile inserire degli elementi innovativi all’interno di un genere ancorato spesso a dinamiche e situazioni standard. Il titolo scritto, progettato e programmato da Toby Fox propone infatti gli elementi tipici dei GdR aggiungendo interessanti variazioni, prima fra tutte la possibilità di risolvere in maniera pacifica tutti gli scontri con i nemici. Partendo da questo presupposto, l’avventura del protagonista all’interno di un sotterraneo infestato si può trasformare in un susseguirsi di battaglie oppure in un viaggio decisamente meno rischioso, ma non per questo meno emozionante.

Eccezion fatta per qualche elemento grafico, tutto Undertale è stato concepito e realizzato da Toby Fox.

5. Thomas Was Alone

Thomas Was Alone è un titolo per certi versi incredibile. Non per le sue meccaniche di gioco, che si limitano a soluzioni già ampiamente sperimentate nel genere puzzle/platform, ma per la sua capacità di coinvolgere ed emozionare il giocatore. Può sembrare una cosa strana da scrivere, soprattutto considerando che i protagonisti del gioco sono semplici quadrati e rettangoli, ma sono sufficienti pochi livelli per affezionarsi a Thomas e a tutti gli altri “personaggi”. Merito di una componente narrativa che entra nel cuore e che rende ogni pixel più di un semplice pixel. Mike Bithell è riuscito a costruire un microcosmo unico, valorizzato da scelte stilistiche minimali e da un comparto audio sontuoso, con Danny Wallace premiata ai BAFTA Games Award per la sua interpretazione.

Ogni forma geometrica dispone di abilità uniche, oltre che di una personalità ben definita.

4. Hotline Miami

Ipnotico, psichedelico, brutale, punitivo, divertente. Cinque aggettivi che descrivono alla perfezione Hotline Miami. Il titolo sviluppato da Dennaton Games non solo colpisce per la sua estetica colorata, ma conquista per la sua struttura di gioco. Poche partite sono sufficienti per entrare nel vivo di un’esperienza che mette a dura prova i riflessi e che costringe a unire velocità e pianificazione. L’adrenalina scorre a fiumi tra esplorazione, combattimenti all’arma bianca e intense sparatorie, con il rischio costante di finire a terra in una pozza di sangue. Sì, perché un solo colpo è sufficiente a decretare la morte del nostro protagonista e a costringerlo a ripartire dall’inizio dello stage. Ringraziamo Jonatan Söderström e Dennis Wedin per questa perla.

Il sicario protagonista di Hotline Miami può indossare diverse maschere di animali, ognuna delle quali è dotata di caratteristiche uniche.

3. Stardew Valley

Ispirato alla serie Harvest Moon, Stardew Valley è un simulatore di fattoria. Un’avventura in cui il protagonista, dopo un lutto in famiglia, sfugge al caos cittadino per rifugiarsi nella quiete della campagna. Un’esperienza bucolica nella quale, oltre a vivere in stretto contatto con la natura, vi ritroverete a svolgere attività quali la coltivazione dei campi, la raccolta e la vendita dei prodotti. Una piacevole componente social, legata all’interazione con gli abitanti di Pelican Town, aggiunge ulteriore spessore e conferisce una spinta extra alla struttura di gioco. Impressiona pensare che tutto sia stato creato da una sola persona, Eric Barone, che ha lavorato oltre quattro anni sul progetto prima di lanciarlo sul mercato.

Stardew Valley è un titolo che può essere affrontato in totale relax per vivere a contatto con la natura.

2. Kentucky Route Zero

Jake Elliott, Tamas Kemenczy e Ben Babbitt. Sono questi i nomi dei tre componenti di Cardboard Computer, team che nell’ultimo decennio è stato impegnato nella realizzazione dei quattro episodi che formano quel capolavoro assoluto che risponde al nome di Kentucky Route Zero. Un’avventura punta e clicca che utilizza una componente ludica molto sfumata e semplice (non pensate di trovare gli enigmi e i puzzle classici del genere) come veicolo per raccontare una storia, seguendo un percorso narrativo in cui sono evidenti contaminazioni teatrali e letterarie. Considerando che la TV Edition è disponibile su PlayStation 4, Xbox One, PC e Switch, non esiste un motivo valido per non provarlo.

Kentucky Route Zero è stato originariamente finanziato con una campagna Kickstarter lanciata nell’ormai lontano 2011.

1. Minecraft

Lo abbiamo inserito al primo posto della classifica dei titoli più importanti del decennio appena concluso, e non potevamo non metterlo in cima anche a questa top 10. Perché oltre a essere un pilastro fondamentale nella storia dei videogiochi, Minecraft è la dimostrazione lampante di come una sola persona possa creare dal nulla un vero e proprio impero. In questo caso si tratta di Markus Alexej Persson, sviluppatore svedese che ha dato vita a un universo costituito da blocchi che possono essere spostati, distrutti e modificati a proprio piacimento. L’equivalente di una tela bianca di fronte alla quale il giocatore, nei panni di un pittore, può sbizzarrirsi con la propria fantasia oppure, da semplice spettatore, può ammirare le creazioni di altri artisti virtuali.

Con Minecraft, Markus Alexej Persson ha trasformato un’idea in impero che muove milioni di euro.