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Il prossimo Assassin’s Creed sarà ambientato in Cina?

Il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot rivela che gli piacerebbe vedere un capitolo della serie principale ambientato nell'antica Cina. E se piace a lui, che è il boss...

Così come si vocifera da anni di un capitolo ambientato in Giappone, in molti vorrebbero un capitolo della saga ambientato nel continente asiatico.

Si è appena concluso il China Joy 2019, l’evento di Shangai dedicato al mondo dell’intrattenimento digitale che si riconferma il più grande del continente asiatico. Parliamo ovviamente del numero di visitatori, che in questa edizione ha raggiunto 364.700 nel corso dei cinque giorni della fiera, lasciandosi alle spalle il record di 298.000 presenze registrato nel 2018 dal ben più famoso Tokyo Game Show.
Tuttavia, nonostante la notevole affluenza di pubblico, China Joy rimane una manifestazione sostanzialmente priva di annunci di rilievo per gli spettatori occidentali, soprattutto per via delle forti differenze culturali (e del soverchiante controllo politico sui contenuti) che rendono il mercato videoludico cinese un mondo decisamente a sé stante.

Questo non significa però che i big del settore se ne stiano a casa a guardare, anzi: la nazione, con il suo immenso numero di abitanti, è uno dei paesi ai quali si guarda con più attenzione e il campo dove, secondo molti analisti, si giocheranno le partite più importanti del futuro dell’industria. 
Per questo e altri motivi, anche quest’anno il publisher francese Ubisoft ha presenziato all’evento nelle vesti del CEO Yves Guillemot il quale, intervistato dal sito web locale Bilibili, ha risposto alla domanda se vedremo mai un capitolo di Assassin’s Creed ambientato in Cina.
“Ci piacerebbe farlo – ha esordito Guillemot – Non posso dire di più in questo momento ma, penso che sarebbe fantastico se [la serie] si potesse ambientare anche in Cina. Se ricordate, abbiamo un Assassin’s Creed in 2D all’interno di Chronicles che si svolge in Cina. Quindi, anche se non posso dare una risposta precisa, è sicuramente qualcosa che abbiamo intenzione di fare prima o poi”.
Anche se come risposta sembra voler più compiacere l’interlocutore che altro, Guillemot ha tuttavia spiegato come Ubisoft stia espandendo il personale nelle due filiali cinesi dell’azienda così come il numero di server attivi nel paese per migliorare i servizi online. Sempre in questa prospettiva, la compagnia francese ha stretto un accordo con Tencent, il colosso del gaming nazionale, che permetterà, nelle parole di Guillemot, a titoli come Rainbow Six di offrire un’esperienza online migliore rispetto a quella di qualsiasi altro paese nel mondo.
Ubisoft ha dunque le idee abbastanza chiare sui suoi piani di espansione futuri, e anche per questo motivo la prospettiva di un Assassin’s Creed tutto cinese è meno improbabile di quanto sembri.

La raccolta Assassin’s Creed Chronicles contiene anche lo spin-off in 2D della serie ambientato in Cina.

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