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Dopo Death Stranding, Kojima ha in mente un gioco horror

Nella storia del game designer giapponese c’è anche il progetto abbozzato di un capitolo di Silent Hill mai realmente partito per via dei problemi con il publisher Konami. Che sia la volta buona?

Nonostante durasse a malapena mezz’ora, P.T. contiene molti segreti che i fan non hanno ancora smesso di scoprire.

Molti di voi ricorderanno PT, il “playable teaser” di Silent Hills, un vero e proprio trailer interattivo che fu pubblicato gratuitamente nel 2014 su PlayStation 4. PT doveva essere l’antipasto di un nuovo capitolo sviluppato da Hideo Kojima della famosa serie horror di Konami, con un cast che comprendeva Norman Reedus e Guillermo del Toro. L’esito del progetto è abbastanza noto: il decennale sodalizio tra Kojima e Konami si è interrotto bruscamente nel 2015 uccidendo Silent Hills nella culla, mentre Reedus e Del Toro hanno seguito il game designer nella sua nuova avventura, ossia quel Death Stranding che tanto sta facendo discutere.

Oggi sembra che Kojima voglia riprovarci e da qualche giorno sta lanciando segnali in questo senso. In uno degli ultimi post su Twitter, per esempio, ha pubblicato la foto del film horror tailandese The Eye accompagnata del seguente messaggio: «Per creare un gioco horror che sia il più spaventoso possibile, guarderò dei film del genere per risvegliare la mia anima horror. The Eye è un film horror tailandese che noleggiai quando lavoravo su PT, ma mi fece troppa paura per guardarlo fino alla fine. Anche la copertina è spaventosa, quindi [stavolta] ho affittato solo il disco. Riuscirò a vederlo tutto?». Solo pochi giorni prima, in un’intervista con il canale YouTube di Rocket Beans Gaming, aveva confermato che l’idea non ha mai abbandonato la sua testa. «Prima o poi voglio fare un gioco horror, certamente,» ha dichiarato in quell’occasione. «Ho alcune idee che vorrei mettere sul piatto, ma non so quando. Dovrò pensarci quando sarà il momento. L’horror nei film… quando vedi qualcosa di veramente spaventoso puoi chiudere gli occhi […] e prima o poi passerà, perché il film prosegue da solo. Nei videogiochi invece c’è l’interattività. Devi andare avanti in prima persona».

 

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