Cyberpunk 2077 permetterà di creare personaggi transgender? | Rolling Stone Italia
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Cyberpunk 2077 permetterà di creare personaggi transgender?

Non è niente di sicuro, ma diversi indizi portano in questa direzione

Cyberpunk 2077 permetterà di creare personaggi transgender?

In un gioco che ruota intorno a tematiche come quella del transumanesimo imporre un vincolo di genere ai personaggi sarebbe a dir poco contraddittorio.

CD Project Red vorrebbe ampliare la possibilità di scelta per quanto riguarda il genere del personaggio che i giocatori devono creare all’inizio del gioco. È una caratteristica tipica dei giochi di ruolo quella di permettere di creare un avatar che rispecchi le preferenze dell’utente, e in alcune serie le scelte possono spaziare anche tra diverse razze di creature non umane, come avviene ad esempio nel fantasy (con elfi, nani, orchi e compagnia bella) e nella fantascienza (con creature aliene di vario tipo). 

In un’intervista rilasciata a Gamasutra, Mateusz Tomaszkiewicz di CDPR ha lanciato una frase piuttosto sibillina in proposito: “Una delle cose che stiamo provando a inserire nel prodotto finale è la possibilità di offrire quanta più varietà di opzioni di personalizzazione possibile [per il personaggio] all’inizio del gioco”, aggiungendo poi: “vogliamo fare questa cosa per cui quando si crea il proprio personaggio, dopo aver scelto il tipo di corpo si può, ad esempio, usare tratti somatici per modellarne il viso che possono appartenere sia a un uomo che a una donna”. La stessa libertà ricadrebbe inoltre anche nella possibilità di scegliere una voce maschile oppure femminile senza vincoli legati alle altre caratteristiche del personaggio.

La data d’uscita di Cyberpunk 2077 è fissata per il 16 aprile del prossimo anno e nel gioco ci sarà anche Keanu Reeves.

Già in occasione dell’E3 dello scorso anno il designer del gioco Patrick Mills, rispondendo a una domanda di Vice sulla possibilità di andare oltre la semplice scelta binaria uomo/donna nella creazione dei personaggi, aveva dichiarato che lo studio stava “senza dubbio considerando l’ipotesi”.