Come diventare provetti meccanici con un videogame | Rolling Stone Italia
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Come diventare provetti meccanici con un videogame

Abbiamo provato Car Mechanic Simulator, il simulatore di meccanico di auto che, a sorpresa, è uno dei best-seller del momento. E adesso abbiamo capito il perché

Come diventare provetti meccanici con un videogame

Car Mechanic Simulator è un viaggio, potenzialmente infinito, tra bolidi e carcasse, modifiche estetiche e meccaniche.

Siamo dei fighi. Dei veri fighi. Abbiamo i capelli ingellati e il giubbotto di pelle d’ordinanza. Camminiamo a testa alta, con il tipico sguardo delle persone che non devono chiedere mai. Ci siamo preparati per ore, e adesso siamo pronti. Guardiamo le macchine che sfrecciano sulla strada e le immaginiamo ferme, immobili. Le vediamo linde, così lucide da potercisi specchiare. Nelle nostre menti una scena: saltiamo su una di queste, cantando a squarciagola “We’ll get some overhead lifters, and four-barrel quads, oh yeah”. Perché noi siamo un incrocio tra Danny Zuko e Arthur Fonzarelli. E come loro, siamo pronti a entrare nella nostra fiammante officina…

Il lavoro del meccanico è simulato in ogni particolare. Non si tratta solo di capire cosa non funziona, ma bisogna anche smontare e sostituire ogni pezzo.

I got a sixty-nine Chevy with a 396

Il problema è che, alzata la serranda, la nostra officina non è fiammante come l’avevamo immaginata. Non siamo in Grease, e non c’è Olivia Newton-John ad aspettarci. Non siamo neanche in Happy Days, con uno stuolo di ragazze ad attenderci. Lo spazio è quello che è. Le risorse a nostra disposizione sono quello che sono. Però c’è lei. È lì, ferma davanti a noi. Una (poco) potente, (poco) sportiva, (poco) appetibile Emden Lotz. È il nostro primo lavoro. La richiesta del committente non è nulla di complesso. Speravamo in qualcosa di più esaltante. Ci sarebbe piaciuto trasformare questa scatoletta a quattro ruote in un razzo, tinteggiarla con colori sgargianti, rifinirla con decalcomanie aggressive. Invece dobbiamo solamente sostituire gli pneumatici e verificare lo stato dell’olio. Forse, a ben vedere, è meglio così. Siamo pieni di buone idee e di propositi addirittura migliori, ma non siamo ancora in grado di imbarcarci in un progetto troppo ambizioso. Acquistiamo i pezzi di ricambio online e ci mettiamo al lavoro. Svitiamo i bulloni, sostituiamo le gomme tenendo i cerchioni originali e il gioco è fatto. Il nostro conto in banca cresce, non molto ma cresce. Il cliente è soddisfatto, paga puntuale e si allontana sorridente. I giorni seguenti sono intensi, molto intensi. Il telefono squilla in continuazione, segno che siamo sulla giusta strada. Non ci troviamo per le mani nulla di entusiasmante, ma andiamo avanti macchina dopo macchina. Riparazione dopo riparazione le nostre conoscenze aumentano, la nostra capacità di risolvere i problemi cresce, e gli spazi a nostra disposizione si ingrandiscono. Già, perché vogliamo di più. Trascorriamo un paio di mesi a risparmiare, poi decidiamo di lanciarci in una nuova impresa. Una pazzia. Un restauro totale. Pensiamo a Bruce e a Racing in the Street, una delle nostre canzoni preferite. Noi la vorremmo anche una gloriosa Chevy del ’69, da rimettere a nuovo per poi sfrecciare tra le strade di Asbury Park, ma al momento dobbiamo accontentarci di qualcosa di più economico. Molto più economico.

Una visita allo sfasciacarrozze (o ai vari granai presenti) potrebbe regalare sorprese insperate… oltre a polvere, sporcizia e malattie varie.

I’m in love with my car

Siamo innamorati della nostra macchina. Anche se non è quella dei nostri sogni. Anche se di primo acchito sembra un ammasso arrugginito di lamiere, e rischia di far venire il tetano solo a guardarla. Anche se lo sfasciacarrozze che ce l’ha venduta ha faticato a trattenere le risate mentre i nostri sudati biglietti da cento dollari passavano nelle sue mani. La portiamo in officina e le riserviamo una postazione di lavoro esclusiva. Perché lei è il nostro progetto speciale. Sull’altro ponte sollevatore è un via vai di auto. Piccole riparazioni, piccoli guadagni. Una parte serve a mandare avanti la baracca. Una alla nostra sopravvivenza. Un’altra al nostro (futuro) bolide. Smontiamo, buttiamo dei pezzi, salviamo il salvabile. Nel nostro magazzino abbiamo ormai accatastato di tutto: radiatori, carburatori, valvole, testate, dischi dei freni, scarichi di ogni forma e tipo. In preda alla sindrome da accumulatore seriale iniziamo a bazzicare tra vecchi granai in cerca di qualcosa di buono, da utilizzare oppure da rivendere. Il tempo scorre, a volte lentamente, a volte a velocità smodata, ma piano piano tutto inizia a prendere forma. Un motore che romba. Degli pneumatici da corsa, supportati da freni e sospensioni adeguate. Una carrozzeria lucente. Interni in pelle. Con il sorriso sulle labbra facciamo i primi test su strada. Siamo soddisfatti, felici. E al tempo stesso siamo tristi. Sappiamo che si chiude un capitolo della nostra vita, e che per aprire quello successivo potremmo essere costretti a sacrificare la nostra preziosa creatura. A meno che…

Nella modalità Sandbox si dispone di un quantitativo illimitato di denaro. Questo permette di lavorare senza stress alla macchina dei sogni.

She’s got a competition clutch with the four on the floor

Arriva a sorpresa, inaspettata. Una quantità impressionante di soldi. Il nostro conto in banca ride. Noi ridiamo. Non riusciamo a smettere di ridere. Potremmo trascorrere il resto della nostra vita in panciolle, ma non vogliamo. Perché la passione per l’auto è troppo grande. Possiamo però fare una cosa. Prendercela comoda. Abbandonare i robivecchi e iniziare a visitare i concessionari più lussuosi. Frequentare il mondo delle aste. Comprare modelli già pronti, o quasi, per poi imprimere il nostro tocco personale e rivenderli senza il patema d’animo di dover guadagnare sempre e comunque. Ampliamo a dismisura il garage, acquistiamo piano su piano di un parcheggio e osserviamo la nostra collezione che cresce e muta continuamente. Tante cose sono cambiate dal primo giorno in officina, ma altrettante sono rimaste immutate. Con in mano una batteria e nell’altra una chiave inglese passiamo davanti a uno specchio. Lo guardiamo. Il giubbotto di pelle non c’è, il gel nemmeno… ma siamo ancora dei veri fighi.

 

Produttore: PlayWay

Distributore: Koch Media

Lo puoi giocare su: PS4, Xbox One