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Ciak, motore, gioco: se i registi diventano designer

Se Cronenberg fosse stato un game designer quali terrificanti meraviglie avrebbe generato? E Kubrick avrebbe fatto meglio di Kojima con Silent Hill?

Ci siamo sbizzarriti a trasformare alcuni dei più noti registi di Hollywood in game designer

Ci piace il mondo dei “what if”. Permette di fantasticare su contatti impossibili tra mondi e persone apparentemente distanti anni luce. Questa volta abbiamo provato ad immaginare un ipotetico universo parallelo in cui alcuni registi di fama stellare si cimentano con videogiochi di vario genere. Come al solito abbiamo provato a spingerci oltre i nomi e i cliché più scontati. Sarebbe stato troppo facile immaginare Sergio Leone alla regia del nuovo Red Dead Redemption, Coppola al lavoro su un nuovo Mafia o Michael Bay alle prese con un tie-in dei Transformers, giusto?

 

Soggetti: Anthony e Joe Russo

Gioco: Big Deal on Madonna Street

Non potevamo che partire con loro, i fratelli che da qualche giorno detengono il record per il film con il maggiore incasso di sempre, Avengers: Endgame. Dargli in mano un gioco super-eroico sarebbe troppo facile, ci piacerebbe vederli invece alle prese con un “Heist Game” sulla falsariga di Payday ma con un tono più ironico e scanzonato. Un gioco in cui le rapine vanno portate a termine gestendo un team di rapinatori goffi e sfigati. Avete presente l’immortale e divertentissimo “I Soliti Ignoti” di Mario Monicelli? Qualcosa di molto simile… anche perché, guarda caso, i Russo Brothers hanno firmato il remake proprio di quel film, intitolato Welcome to Collinwood (2002).

Soggetto: Orson Welles

Gioco: Don Quixote

Il Don Chisciotte è un progetto maledetto a Hollywood. Terry Gilliam ha passato mezza vita (e una marea di guai) nel tentativo di realizzare un film ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes, Orson Welles è morto ancora prima di riuscire a realizzarne un progetto televisivo. In questa sede vogliamo dargli un’altra possibilità, anche se virtuale. Ci piace immaginare il suo Don Quixote come una sorta di Medievil estremamente oscuro, al limite dell’horror, con incursioni nell’onirico. Sì, perché in questo gioco Don Chisciotte della Mancia sarebbe dedito a qualsiasi tipo di droga e i suoi nemici sono nascosti unicamente nella sua testa. Vedetelo come un Paura e Delirio a Las Vegas (bentornato Terry Gilliam!) in salsa spagnola.

Soggetto: Akira Kurosawa

Gioco: Return to Cape West

I samurai sono tornati di moda. Lo dimostra il successo di Sekiro e la fremente attesa che circonda Ghost of Tsushima. Il maestro Kurosawa ha insegnato a tutti come si porta la filosofia del Bushido sul grande schermo, ma è morto troppo presto per vedere i videogiochi superare il cinema in termini di popolarità e incassi. Pochi sanno che Kurosawa è stato un regista molto eclettico, che amava cimentarsi con generi diversi. Con “Anatomia di un rapimento” fece anche una fugace ma convincente incursione nel noir/giallo, motivo per cui ci piacerebbe assegnargli un sequel per Switch dell’affascinante Last Window – The Secret of Cape West, a sua volta seguito del bellissimo

Hotel Dusk: Room 215 per Nintendo DS. Mancherebbe probabilmente quell’alone di mistero che solo Hitchcock potrebbe dare, ma siamo sicuri che da qualche parte prima o poi spunterebbe fuori una katana.

                       

Soggetto: Denis Villeneuve

Gioco: Re-Dead Space

 

Arrival, Blade Runner 2049 e prossimamente il remake di Dune. Questo geniale regista sembra essersi appassionato non poco allo spazio e alla fantascienza. Vogliamo aggiungerci un po’ di horror e affidargli il reboot di Dead Space? È indubbiamente uno dei migliori nuovi franchise sfornati da Electronic Arts degli ultimi 10 anni e nelle mani di Denis potrebbe diventare qualcosa di davvero incredibile, incredibilmente atmosferico e ancora più spaventosamente survival. Per il volto del nuovo protagonista (sorry Isacc Clarke, serve carne fresca) siamo indecisi tra due attori molto amati da Villeneuve: Ryan Gosling e Jake Gyllenhaal, voi che ne dite?

                       
Soggetto: Terry Gilliam

Gioco: Nights: Return to Dreams

Il più carismatico dei Monty Python ha già avuto a che con il mondo dei videogiochi, quasi sempre come produttore dei tie-in ispirati proprio ai film del suo inimitabile gruppo comico. Visto che Don Chisciotte gli è stato “scippato” da Orson Welles abbiamo pensato di dargli un compito davvero difficile: rivitalizzare la serie Nights, sviluppata in origine dal Sonic Team di SEGA e ferma ormai da troppo tempo al secondo capitolo per Wii nel 2007. È la serie onirica per eccellenza, un viaggio tra sogni ed incubi nei due universi complementari di Nightopia e Nightmare. Sembra un pane perfetto per i denti del regista che ci ha regalato l’incredibile Trilogia dell’Immaginazione: Brazil,  I banditi del tempo e Le avventure del barone di Munchausen.

         
Soggetto: Tim Burton

Gioco: Drink Me Alice

Lo ammettiamo, il titolo sembra uscito da un porno anni ’70, ma quello che avevamo in mente era un sequel della saga di American McGee realizzato da chi ha portato il romanzo di Lewis Carroll sul grande schermo. In questo seguito Alice non sarebbe più l’ingenua bambina caduta nella tana del coniglio bianco, bensì una spietata generale della Regina Rossa pronta a prenderne il posto appena se ne presenta l’occasione. Per molti Carroll creò questo personaggio come rappresentazione allegorica della negatività del diventare adulti, tema trattato a più riprese dallo stesso Burton nei suoi film. In alternativa ci accontenteremmo di un qualsiasi progetto legato ad Edgar Allan Poe, al quale Burton ha praticamente dedicato tutta la sua cinematografia.

 

Soggetto: John Hughes

Gioco: Bully 2

 

 

Il compianto regista di capolavori adolescenziali come Sixteen Candles e Breakfast Club sarebbe perfetto per un seguito di Bully, opera umoristica e politically incorrect rimasta finora unica nella produzione Rockstar. Da anni i fan chiedono un seguito delle avventure scolastiche di Jimmy Hopkins, nelle mani di Hughes non mancherebbe sicuramente la follia adolescenziale, un pizzico di romanticismo e anche qualche spunto per pensare. Non dimentichiamo infatti che nel curriculum del compianto regista troviamo anche film in grado di far riflettere e commuovere, da “Un Biglietto in due” a “Io e Zio Buck”, entrambi tra l’altro interpretati da un gigante della commedia americana, John Candy.

 

Soggetto: John G. Avildsen

Gioco: Karate Kid Fighter

Scomparso appena 2 anni fa, John Guilbert Avildsen ha una filmografia lunghissima, ma tutti lo ricordano quasi esclusivamente per la regia del primo Rocky (anche del 5, ma quello preferiamo dimenticarlo) e per la serie Karate Kid, che ha regalato fama e soldi a Ralph Macchio e Noriuki “Pat” Morita. Proprio di questa saga, recentemente tornata sotto i riflettori con la serie-sequel Kobra Kai, vorremmo uno spin-off come si deve. Un gioco sulle arti marziali da B-movie che non sia solo un picchiaduro uno-contro-uno. Ci piacerebbe uno Story Mode che ci metta nei panni di Daniel-San. Vogliamo passare la cera e dipingere lo steccato di quello schiavista del Maestro Miyagi e già che ci siamo piazzare di nuovo un bel 43 di piede sul faccione di Johnny Lawrence.

 

 

 

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