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CD Projekt Red: “Non siamo una fabbrica, i videogiochi sono arte”

Lo studio avrebbe potuto continuare a fare soldi facili producendo seguiti su seguiti di The Witcher, ma è contro la sua filosofia

Cyberpunk 2077 è ambientato nell’universo del gioco da tavolo degli anni Ottanta Cyberpunk 2020 e uscirà proprio il 16 aprile del prossimo anno.

Con il materiale già pronto a disposizione, CD Projekt Red (da qui CDPR) avrebbe potuto sviluppare in poco tempo un The Witcher 3.5 per fare cassa, invece ha deciso di buttarsi in un progetto diverso, con una nuova proprietà intellettuale: Cyberpunk 2077. In un mercato invaso da una sproporzionata quantità di seguiti, soprattutto nella categoria dei titoli ad alto budget, quella dello studio polacco è una scelta sicuramente lodevole.

L’ambizione di CDPR, secondo il fondatore Marcin Iwinski, è quella di mettersi costantemente alla prova, e di alzare il livello con ogni nuova release, come riporta GameSpot. “Tirare fuori un The Witcher 3.5 potrebbe essere teoricamente facile (ma in realtà è molto difficile)”, ha spiegato Iwinski. “Basterebbe utilizzare lo stesso engine, raccontare il medesimo tipo di storie, la tecnologia è tutta là. Un guadagno facile. Ma non è nel nostro stile.”

Vista in quest’ottica, il salto dal fantasy alla fantascienza, due generi che hanno entrambi molto da dire ma in modi profondamente diversi, si rivela una scelta particolarmente interessante. Questo significa che non sentiremo più parlare di Geralt di Rivia? Niente panico: “Prima o poi ci verrà la voglia di tornare a raccontare le storie di The Witcher – rassicura Iwinski – ma non posso dire ora quando e come accadrà. Non siamo una fabbrica di videogiochi. Noi li consideriamo arte.”

The Witcher 3: Wild Hunt finalmente arriverà nel corso di quest’anno anche su Nintendo Switch ma con qualche limite tecnico.

 

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