10 politici italiani che potrebbero fare i cattivi nei videogame, e viceversa | Rolling Stone Italia
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10 politici italiani che potrebbero fare i cattivi nei videogame, e viceversa

La Battle Royale delle elezioni è a un passo: da "Angry Bird" Salvini a "F.A.N.G." Zingaretti sono tutti pronti. Guida pratica per affrontare il nostro futuro politico, come se avessimo a che fare coi peggiori avversari dei videogame

10 politici italiani che potrebbero fare i cattivi nei videogame, e viceversa

Ci siamo. Con la crisi di governo siamo a un passo dalla Battle Royale delle elezioni, a cui ogni cittadino italiano responsabile dovrebbe partecipare. Ma prima di dar modo alla democrazia di incoronare il nuovo signore oscuro del Paese, dovremo affrontare la campagna elettorale. La più fastidiosa delle sfide, paragonabile ai livelli acquatici dei giochi di piattaforme o alle missioni in cui si deve scortare un personaggio controllato dall’Intelligenza Artificiale. Per sopravvivere a un periodo che contribuisce al disboscamento galoppante dell’Amazzonia grazie alla stampa di manifesti elettorali con foto segnaletiche più o meno ritoccate, abbiamo deciso di scrivere un articolo socialmente utile. Visto che la lettura di programmi elettorali farciti di promesse improbabili come il taglio delle accise sul carburante è del tutto inutile, abbiamo pensato di accostare i vari volti di questa tornata elettorale ai villain, cioè i “cattivi”, dei videogiochi. In questo modo, chiunque dovesse salire al potere, saprete come difendervi!

10. Alessandra Mussolini – Celia Fortner (Castlevania: Dawn of Sorrow)

Celia è la fondatrice del culto religioso With Light. Dopo la distruzione di Dracula e la conseguente diminuzione dell’energia magica in tutto il mondo, temendo di perdere per sempre i propri poteri, la sacerdotessa prepara un piano per riportare in vita il signore oscuro. Quando c’è di mezzo il potere, si fa presto a giustificare i crimini orribili commessi da alcune persone. Alessandra Mussolini continua a portare avanti una campagna di riabilitazione dell’immagine del nonno, attaccando a testa bassa chiunque osi ricordarle che il Duce è andato incontro a una fine orribile solo ed esclusivamente per colpa delle proprie azioni. In Castlevania: Dawn of Sorrow sono presenti tre finali differenti e in nessuno di questi Celia fa una bella fine. Vorrà pur dire qualcosa!

“Avanti. Odiami. Mi detesti al punto da desiderare la mia morte, non è vero?”

9. Massimo D’Alema – GLaDOS (Portal)

Quando si parla di manipolatori che si muovono nell’ombra, molti appassionati di videogiochi pensano subito a GLaDOS, la geniale Intelligenza Artificiale che accompagna la caparbia Chell nell’intera avventura di Portal. Dispensatrice di utili consigli, la villain ideata da Valve si distingue per un profilo psicologico sviluppato alla perfezione. Con la promessa di un ghiotto premio, spinge il giocatore ad affrontare sfide sempre più pericolose, con l’unico obiettivo di uccidere la protagonista. Non è chiaro il motivo per cui l’Intelligenza Artificiale dovrebbe sbarazzarsi della povera Chell, così come non è chiaro cosa passi per la testa di Massimo D’Alema, che da anni muove i fili dietro alle più importanti scelte politiche della sinistra italiana. Nell’attuale crisi di governo D’Alema sta provando a manipolare Zingaretti promettendogli torte squisite, ma non è chiaro se l’obiettivo finale dell’ex presidente del Consiglio andrà davvero a vantaggio del segretario del Partito Democratico, suo, o di qualcun altro. 

“Okay, ascolta, dovremmo prepararci la stessa storia, d’accordo?”

8. Alessandro Di Battista – Andrew Ryan (Bioshock)

Dopo la piacevole vacanza-studio all’estero, il buon Dibba è pronto per ammaliare il popolo con la sua retorica di pancia. Mentre esplorava il mondo alla ricerca di se stesso, il Golden Boy del Movimento 5 Stelle ha rafforzato ulteriormente i propri ideali ed è tornato combattere per la nascita di un’utopia. Dibba è infatti convinto di poter creare un paradiso separato dal mondo, un luogo lontano da occhi indiscreti e dalle ingerenze degli altri governi, in cui le persone alimentano un’economia forte e sana, grazie a una catena incrollabile di rapporti interpersonali. Se avete giocato a Bioshock, avrete di certo riconosciuto i deliri di Andrew Ryan e saprete anche com’è andata a finire la società utopica da lui creata. Se Di Battista venisse messo in condizione di trasformare l’Italia in Rapture, ci trascinerebbe nel più distopico dei futuri possibili.

“Un uomo sceglie, uno schiavo obbedisce. Tu sei un uomo o uno schiavo?”

7. Il Partito Democratico – Blinky, Pinky, Inky e Clyde (Pac-Man)

Sono quasi 40 anni che quattro fantasmini cercano di avere la meglio su Pac-Man. In tutto questo tempo, però, gli ectoplasmi colorati del videogioco Namco non hanno ancora capito che gli basterebbe restare uniti e agire in modo coordinato, per liberarsi una volta per tutte del fastidioso rivale. Analogamente, sono anni che il Partito Democratico si autodistrugge con improbabili lotte intestine, dividendo un potenziale di voti notevole e permettendo a forze piccole, ma più organizzate, di avere la meglio alle urne. D’altra parte, se Blinky, Pinky, Inky e Clyde eliminassero definitivamente Pac-Man il gioco finirebbe e i quattro villain non avrebbero più ragione di esistere. Che sia lo stesso ragionamento che fanno ai vertici del PD?

“Game Over…”

6. Beppe Grillo – Kefka Palazzo (Final Fantasy VI)

Kefka è uno dei villain più interessanti della saga di Final Fantasy. All’inizio non è un personaggio particolarmente potente, ma è comunque in grado di infilarsi nelle lotte di potere a colpi di psicosi e di sentimenti negativi. Nelle prime fasi del gioco questo giullare fuori di testa riesce a conquistare intere città a colpi di “vaffanculo”, avvelenando i pozzi come si avvelena Internet con le fake news. Dopo aver seminato la distruzione nel mondo, si gode le fiamme e la disperazione avvolto dal più totale nichilismo. Le similitudini del percorso di Beppe Grillo con quello di Kefka sono tali da essere quasi inquietanti. Il comico astioso ha infatti diffuso il virus del populismo a suon di rabbia e insulti, salvo poi mettersi in disparte per gustare, dall’alto del proprio benessere economico, lo spettacolo di un Paese in rovina.

“Distruggerò tutto… creerò un monumento alla non-esistenza!”

5. Zingaretti – F.A.N.G. (Street Fighter V)

F.A.N.G. è stato introdotto da Capcom in Street Fighter V. Si tratta di un combattente dal design caricaturale e poco ispirato, a cui è stato affidato il difficile compito di sostituire il celebre Sagat nel ruolo di uno dei quattro Re di Shadaloo, l’organizzazione criminale di Bison. F.A.N.G. viene snobbato praticamente da tutti, anche dalla stessa Capcom, che gli ha riservato un ruolo da anonimo mid-tier nella classifica dei personaggi più forti del gioco. Zingaretti condivide con il povero combattente un’esistenza tragica fatta di anonimato e di mancati riconoscimenti. È salito ai vertici del PD dopo Renzi e, nonostante il ruolo istituzionale affidatogli in mancanza di avversari validi, continua a essere ignorato in favore del suo predecessore. Il Partito Democratico parla di Renzi. Gli altri partiti si rivolgono a Renzi. Gli elettori parlano di Renzi. Lo stesso Zingaretti parla di Renzi. Che amarezza.

“Se fossi in te farei attenzione. Ci sono forze a cui nemmeno una persona del tuo calibro può opporsi”

4. Berlusconi – Captain LeChuck (Monkey Island)

Il temibile pirata LeChuck è un personaggio iconico della serie di Monkey Island. Tornato sotto forma di fantasma, è letteralmente ossessionato dal potere, dalla ricchezza e dalla lussuria, in particolar modo nei confronti della governatrice Elaine Marley. Con queste premesse, l’analogia con Silvio Berlusconi nasce in automatico. Nonostante l’età, l’imprenditore milanese continua a infestare il parlamento italiano con la sua presenza, prendendo parte ai giochi di potere, terrorizzando i cittadini con la minaccia di un suo eventuale ritorno e organizzando feste pazze con le presunte nipoti di dittatori e capi di Stato stranieri.

“È in giornate come questa che si apprezza il fatto di essere morti”.

3. Matteo Renzi – Kuja (Final Fantasy IX)

In Kuja gli appassionati di Final Fantasy hanno trovato un villain egocentrico, narcisista e viziato, che, pur di non vedere il mondo andare avanti senza di lui, preferisce distruggerlo. Le stesse cose si potrebbero ripetere parlando di Matteo Renzi, che, da quando è stato messo da parte, cerca di distruggere dall’interno il Partito Democratico, piuttosto che lasciarlo nelle mani di altri leader. Come Kuja, Renzi è calcolatore e non esita a pugnalare alle spalle chi non è più utile alla sua causa (“Letta, stai sereno”). Il villain di Final Fantasy IX è stato creato per scatenare conflitti. Allo stesso modo Renzi sembra un prodotto della destra, creato per cancellare la sinistra dal panorama politico italiano.

“Morirò in ogni caso. Non ho più motivo di avere paura. Ma non morirò da solo”.

2. Giorgia Meloni – Frau Irene Engel (Wolfenstein 2: The New Colossus)

Quando sei uno dei volti principali dell’estrema destra italiana, è difficile non pensare a un accostamento con Frau Engel, spietata nazista che incrocia più volte la strada di B.J. Blazkowicz nelle riedizioni moderne di Wolfenstein. Oltre alle idee estremiste e all’abitudine di allearsi con persone poco raccomandabili, le due bionde condividono anche un altro elemento curioso. A seconda del capitolo del gioco preso in esame, infatti, il volto di Frau può essere rassicurante e amichevole, o un raccapricciante ritratto del male. Con Giorgia Meloni si vive la medesima ambiguità, a seconda che ci si trovi di fronte ai manifesti elettorali benedetti dal dio di Photoshop, o al volto reale di questa rappresentante del popolo italiano. 

“Aspetta un momento. Lasciati guardare. Sì… che splendidi tratti ariani”.

1. Matteo Salvini – King Pig (Angry Birds)

Dopo essersi impossessato illecitamente di 49 milioni di uova, il maiale verde che governa con un esercito di suini violenti si nasconde dietro muri fragili, nel tentativo di evitare la punizione che merita. Mentre le barriere che lo separano dalla rivolta cadono una dopo l’altra, King Pig ostenta sicurezza, mascherando il terrore profondo che lo scuote a ogni attacco degli oppositori. Giusto poche ore fa, mentre giocava i primi round della crisi di governo ancora in corso, King Pig ha citato la celebre frase di Borsellino “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Lo ha fatto dimenticando che solo pochi giorni prima aveva rifiutato di affrontare in parlamento la questione dei presunti fondi russi. Arroccato dietro all’immunità parlamentare, mentre condanna centinaia di migranti a morire in mare, King Pig lascia che i suoi scagnozzi lo difendano nel nome della disuguaglianza e di un crocifisso limonato in piazza.

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