Firenze non è mai stata così affamata (di content) | Rolling Stone Italia
al di là dei social

Firenze non è mai stata così affamata (di content)

C'è vita oltre il feed, nel capoluogo toscano? Di sicuro non mancano le code e nemmeno gli Affogato Bar, creazioni dell'algoritmo. Che, se usato con grande responsabilità, può diventare una virtù

Vivoli Firenze

L'affogato di Vivoli, a Firenze

Foto: Instagram

C’è chi fa la fila per un affogato come fosse un concerto, o il museo degli Uffizi. Manco a dirlo, il merito è tutto (o la colpa è) della viralità social. Nel centro storico del capoluogo toscano, a pochi passi da Piazza Santa Croce, il ritmo lento che dal 1930 a oggi aveva accompagnato fiorentini e turisti a gustare il gelato di Vivoli è travolto da un’insolita onda umana. La gelateria, che va verso il secolo di storia, è diventata meta di pellegrinaggio per i seguaci dei trend enogastronomici. Perché? Be’, per l’affogato.

Si tratta, per chi non lo sapesse, di una combinazione semplice e azzeccata: gelato (di solito alla crema o vaniglia) su cui viene versato del caffè caldo. Se l’idea nasce negli anni ’70 come variazione spontanea del classico gelato, da Vivoli il servizio, che avviene con uno scavo a rombo, è diventata un fenomeno internazionale, complice anche un recente video su Instagram che ha fatto impazzire gli americani in visita a Firenze. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, trasformando l’affogato di Vivoli in un oggetto erotico.

 

 
 
 
 
 
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L’improvvisa notorietà internazionale dell’affogato al caffè di Vivoli ha preso forma grazie al fotografo e regista americano Sam Youkilis, che lo ha immortalato in un breve video pubblicato su Instagram nel 2023. Il progetto faceva parte di una serie di riprese realizzate a Firenze per accompagnare la campagna di comunicazione di una sfilata firmata Pucci sotto la direzione creativa di Camille Miceli.

 

 
 
 
 
 
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L’inquadratura è semplice: un espresso versato in tazza bianca marchiata Vivoli, dove si sciolgono strisce di gelato alla crema. Il contenuto raccolse parecchio successo alla pubblicazione (insieme ad alcune immagini-simbolo del capoluogo), ma il suo potenziale si è svelato recentemente: rimbalzando tra TikTok e Instagram, davanti alla gelateria si sono notate ultimamente code pasciute di turisti stranieri.

Se da un lato questo flusso crescente di persone corrisponde a un flusso crescente di cassa, non tutto è oro quel che luccica. Firenze infatti ha già avuto una grande storia di amore e odio con i fenomeni gastronomici dei social. Ricordate?

C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui All’Antico Vinaio era solo un locale in via dei Neri e non un brand dalle aspirazioni globali (l’ultima apertura? Boston). Poi arrivò TripAdvisor, e da lì tutto cambiò. Nella seconda metà degli Anni Dieci, mentre le guide tradizionali arrancavano e le recensioni online cominciavano a imporsi come bussola per i viaggiatori, il piccolo locale iniziò a scalare la classifica del sito, sostenuto da una valanga di commenti entusiasti, per lo più di turisti, grazie a un mix di posizione centrale, porzioni abbondanti, ingredienti come prosciutto toscano o la sbriciolona, e un prezzo accessibile.

I clienti lasciavano recensioni, le recensioni attiravano nuovi clienti, e il ciclo si autoalimentava. All’Antico Vinaio diventò presto il locale più recensito della città e uno dei primi in Europa, fino a balzare alle cronache nel 2014 quando divenne il locale più votato al mondo su TripAdvisor.

Il gigante delle recensioni, con il suo sistema di classifiche democratiche ma influenzabili, trasformò una bottega popolare in un punto d’obbligo per chiunque mettesse piede a Firenze. A questo si aggiunsero le piattaforme social: Instagram prima, TikTok poi, dove l’abbondanza delle farciture e la gestualità esuberante del fondatore Tommaso Mazzanti conquistarono milioni di visualizzazioni. E mentre il successo delle schiacciate avanza ancora, il suo legame con la città è sempre più flebile. Tanto che il lento monopolio di alcune strade, conseguenza dell’espandersi a macchia d’olio del brand e il conseguente accatastarsi di umani sui gradini e sui portoni di case e chiese, porta a un’antipatia di fondo da parte dei residenti e a prese di posizione dure come quella del direttore degli Uffizi contro il “turismo del panino”.

Vivoli Firenze

Foto: Florence Cocktail Week

Non possiamo sapere se questi pensieri e altri parallelismi siano passati nella testa della famiglia Vivoli. Quel che è certo è che quella che è stata per decenni una gelateria di quartiere, frequentatissima dai concittadini, si è trovata a dover affrontare la situazione e decidere cosa voler fare del suo futuro, rispettando il passato.

Di fronte al flusso crescente, la famiglia Vivoli ha deciso di reagire aprendo, il 7 aprile, un nuovo punto vendita adiacente, interamente dedicato all’affogato. Un piccolo fondo trasformato in Affogato Bar, pensato per alleggerire la pressione sul locale principale e gestire la domanda.

E se il caso ha voluto che l’apertura sia stata concomitante con la Florence Cocktail Week nell’anno in cui la kermesse ha dedicato molto spazio alla collaborazione con le gelaterie, questo pare monito e invito a valutare quanto il confine tra dessert e drink sia oggi sempre più sfumato.

Infatti nel nuovo locale non verrà servita soltanto la versione classica con il caffè, ma è stato dato il via anche a un’ambiziosa collaborazione con una craft distillery toscana per integrare delle versioni spiritose. Winestillery, progetto indipendente a conduzione familiare che integra vinificazione e distillazione in un’unica filiera artigianale. Con una distilleria nel cuore del Chianti Classico e una seconda in apertura in città, è nota per l’utilizzo esclusivo di alcol di base distillato partendo dal proprio vino, con l’ambizione che solo un toscano poteva avere di parlare di terroir all’interno di un distillato. Oltre a gin, vermouth, bitter la distilleria ha anche creato Florentis Whisky, considerato il primo whisky prodotto di Firenze.

Vivoli Firenze

Foto: Florence Cocktail Week

A partire da questa collaborazione, l’Affogato Bar lancerà nei prossimi mesi sei nuove varianti di affogato, presentate una alla volta. Se è già presente in menù quella con il Whisky, a breve arriveranno anche Slow Gin e riso, Tuscan Vermouth rosso e pera, Tuscan Bitter e gianduia, Tuscan Dry Vermouth e fragola, Old Tom Gin e pesca, e London Dry Gin e limone.

Vivoli Firenze

Foto: Florence Cocktail Week

Una mossa che oltre a ingolosire ancora di più, pare voler essere segno di una forte volontà di dialogo con la città e il territorio di appartenenza anche attraverso la scelta di produttori fortemente artigianali. Perché i social possono essere amplificatori, ma sta all’inteligenza del singolo capire qual è il giusto messaggio da gridarci dentro per raccontarsi al mondo.