Che cosa possiamo imparare della storia di Biancaneve e del politicamente corretto | Rolling Stone Italia
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Che cosa possiamo imparare della storia di Biancaneve e del politicamente corretto

Una possibile interpretazione della fiaba e della polemica di questi giorni: il principe azzurro sono i quotidiani italiani affamati di click, il "bacio non consensuale" sono le polemiche inutili e inesistenti, Biancaneve siamo noi che – ogni volta – ci indigniamo e facciamo tanto rumore per nulla

Che cosa possiamo imparare della storia di Biancaneve e del politicamente corretto

Foto via Twitter

Da almeno 24 ore, le cronache italiane sono dominate per l’ennesima volta dalle polemiche sul fantomatico politicamente corretto, partite stavolta dalla “notizia” – in realtà, due righe di una singola recensione su un sito americano che parlava di una singola attrazione di un singolo parco a tema Disney, riprese e trasformate ad arte in un caso da una stampa italiana sempre più affamata di clic e interazioni – del “bacio non consensuale” del principe azzurro a Biancaneve. 

Non vorrei entrare nel dettaglio della polemica, perché davvero non ce n’è bisogno. Anche perché è solo l’ennesimo caso di un ciclo delle notizie malato che si ripete sempre uguale, in un eterno Giorno della marmotta del politicamente corretto: qualche giornale o opinionista anglofono solleva il caso partendo da un episodio reale travisato, i tabloid lo riprendono, scatta l’indignazione, si scopre che la storia non era proprio così. E come ha spiegato su Twitter il giornalista Simone Fontana, tutto questo non accade per errore o per un mancato controllo delle fonti, ma per una “scelta consapevole di chi sta combattendo una battaglia immaginaria, con l’obiettivo di tirare su due click in più”. Ovvero, si tratta di contenuti che vanno bene sui social delle testate estere e che proprio per questo vengono ripresi dalle redazioni italiane.

Ciò non toglie, però, che nelle ultime 24 ore le nostre chat di WhatsApp siano state intasate da meme su Biancaneve e il principe azzurro. Alla luce di tutto questo, si potrebbe quindi fare un discorso su cosa ci insegna quest’ennesimo caso di “dittatura del politicamente corretto” e manipolazione mediatica. E si potrebbe farlo cercando di capire chi è chi nella storia del principe che bacia Biancaneve e la sveglia dal suo sonno magico. 

Allora, seguite il mio ragionamento: il principe azzurro è Libero. Oppure Il Giornale, oppure qualsiasi altra testata di destra, oppure sempre più spesso (purtroppo) qualsiasi testata in generale, visto che ormai le polemichette sul politicamente corretto hanno cittadinanza stabile sulle colonne di Repubblica, del Corriere della Sera, della Stampa e finiscono quasi sempre argomento degli editoriali delle grandi firme di punta del giornalismo italiano. Il principe sono tutte queste fonti, senza le quali saremmo rimasti ancora una volta a dormire beati e invece ci dobbiamo sorbire un’altra polemica inutile.

Il bacio non consensuale del principe è ovviamente il politicamente corretto. Eravamo lì a dormire beati quando ecco che in modo completamente non consensuale veniamo esposti alla polemica. Una polemica che nessuno ha chiesto, di cui nessuno sentiva il bisogno, che non era rilevante nemmeno per la fonte da cui è stata ripresa. Il politicamente corretto ha ormai acquistato una forza incredibile: così come il bacio del principe è in grado di rompere l’incantesimo che fa dormire Biancaneve, qualsiasi cazzata sul tema del politicamente corretto è in grado di scatenare un putiferio sui social, dominare gli hashtag e le cronache, finire sui giornali e nei telegiornali. 

E per finire, noi pubblico italiano siamo ovviamente Biancaneve. Belli addormentati fino al momento in cui questo o quel sito di news non ci espone alla polemichetta, ci svegliamo improvvisamente di soprassalto strillando che Non si può più dire niente!, che Il politicamente corretto ha rotto!, che Adesso vogliono cancellar e pure il principe azzurro! Oppure, dalla parte opposta, che Non è vero! È una cazzata! Però intanto l’incantesimo – quello che ci permetteva di starcene relativamente tranquilli lontani da polemiche inutili – è spezzato. L’unica morale della favola – e della polemica – è questa. Siamo intrappolati in un circolo vizioso da cui non usciremo mai, o perlomeno non a breve. I principi azzurri dell’indignazione di destra continueranno a baciarci in modo non consensuale con queste polemiche inutili quando non proprio inesistenti, e noi continueremo a svegliarci indignati.