The London Police, da Amsterdam a Milano per Urban Art Renaissance | Rolling Stone Italia
Arte

The London Police, da Amsterdam a Milano per Urban Art Renaissance

Il collettivo olandese dimostra attraverso la perfezione dei loro personaggi con la testa a cerchio una vocazione manierista, che libera la street art dal ghetto del fenomeno sociale, per farla assurgere all’olimpo dell’arte

#UAR - The London Police, il collettivo olandese durante la prima esibizione di live painting indetta da Urban Art Renaissence - Foto di Gabriele Carbone

#UAR - The London Police, il collettivo olandese durante la prima esibizione di live painting indetta da Urban Art Renaissence - Foto di Gabriele Carbone

Cosa vi viene in mente quando sentite nominare Giotto? I più saccenti forse citeranno la Cappella degli Scrovegni o il Crocifisso di Santa Maria Novella. Certo, dimostrare di essere colti spesso ci spinge a forzare il nostro istinto e la risposta d’impulso. La verità è che chiunque, sentendo pronunciare il nome di Giotto, pensa al cerchio. Forse è addirittura leggenda, ma Vasari racconta di come il grande pittore e architetto usò quel simbolo per sfidare il potere, che in quel caso aveva le sembianze del Papa.

Il Pontefice chiedeva dimostrazione della bravura di quell’artista, e Giotto pensò bene di rispondere con un atto assoluto e perentorio, a dimostrazione di quanto un gesto così difficile a lui venisse con impressionante naturalezza. Il cerchio perfetto è la più calzante metafora dell’importanza del dettaglio e dunque dell’universalità dell’arte: «Ho-io-a-avere-altro-disegno-che-questo?» chiese stizzito il Papa «Assai e pur troppo è quel che io ho fatto: mandatelo a Roma insieme con gli altri, e vedrete se sarà conosciuto» si sentì rispondere da Giotto. Francamente non mi importa che questo aneddoto sia vero. Quello che mi importa è spiegare che a mio avviso è a questa storia che vanno ricondotti i Lads di The London Police.

Il collettivo olandese, che lavora insieme da 17 anni, dimostra attraverso la perfezione dei loro personaggi con la testa a cerchio una vocazione manierista, che libera la street art dal ghetto del fenomeno sociale, per farla assurgere all’olimpo dell’arte. E attenzione a non cadere nel tranello di un’apparente uniformità di stile, perché è proprio nell’evoluzione attraverso fini particolari che TPL ha tracciato un percorso straordinario di crescita e mutamento della loro arte, di trasformazione e di progresso.

Fka twigs

Nella mia personale lettura, le loro meravigliose creazioni trattano di un mondo incantato, dove i Lads rappresentano un’umanità completamente inserita nel contesto urbano del futuro. Il prevalere del bianco e nero offre un panorama essenziale, in cui gli uomini sono come ibridi. Se l’arte deve fare domande, sta a ognuno di noi dare la propria risposta: a me sembra che TPL chieda se questo mondo così frenetico non ci stia truffando. Il progresso è libertà, ma il rischio dell’omologazione è dietro l’angolo. E mi piace particolarmente vedere i muri in cui i Lads hanno più teste, come un moderno Cerbero che dalla mitologia greca e passando per Dante, sia sbarcato in un mondo di fantascienza.

Le tante facce dell’uomo contemporaneo a confronto, che lottano tra nostalgia del passato, angoscia del presente e brama del futuro, sono in contrasto tra loro a dimostrazione della meravigliosa complessità dell’essere umano: «Mi contraddico? Ebbene sì, mi contraddico. Contengo Moltitudini» diceva Walt Whitman.

Dunque attenti a non diventare robot, a non lasciare che i mezzi di comunicazione e socialità che ci offre oggi la società tecnologica, prefigurino fini di appiattimento culturale.

Le opere di TPL sono una sfida, e chi le osserva dovrebbe avere capacità e coraggio di coglierne la portata. Per questo abbiamo scelto di chiedere a loro, nell’ambito di Urban Art Renaissance, di lasciare a Milano un segno sul ruolo della Tecnologia oggi. Come ha scritto Giacomo Biraghi, esperto che abbiamo voluto mettere in dialogo con loro: «Milano è una città globale. Milano è un luogo di sperimentazione. Milano è un ecosistema complesso e dannatamente concreto»… Credo che TPL possa interagire con Biraghi e offrirci una sponda, un incentivo a dominare lo strumento tecnologico, per scansare il rischio di essere dominati noi stessi.

I 3 mega canvas realizzati dai TLP sono entrati ora a far parte dell’esposizione Urban Art Renaissance in Fabbrica del Vapore, fino al 23 settembre.