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Panorama, l’America di Trump vista dai “diversi”

Sei attori di paesi lontani portano in scena l'America e il mondo dominati dalla paura del diverso.

Foto stampa di Joung Sun

E pensare che attraverso gli occhi degli altri potremmo far esplodere le possibilità di osservare il mondo da tanti punti di vista e non solo dal nostro. Perché se proprio il sentimento che porta all’accoglienza (che non so se chiamare generosità o semplicemente umanità) non riusciamo a svilupparlo senza chiedere nulla in cambio, cerchiamo di farlo per noi, perché è nella capacità di comprendere il diverso che si manifesta l’occasione di cogliere il senso della condizione umana.

Invece no, preferiamo dividerci, scinderci, disapprovare o, nel migliore dei casi, astenerci. È proprio questo il senso di uno spettacolo notevole che andrà in scena il 12 e 13 luglio al festival teatrale di Santarcangelo, a firmarlo è la compagnia Motus e sul palco ci saranno sei attori e attrici che dall’America di Trump porteranno le loro personalissime storie per la terza volta in Italia, dopo il successo già riscontrato a Milano e Bologna.

PANORAMA teaser from motus on Vimeo.

Lo storico teatro d’avanguardia La MaMa di New York ha infatti chiesto a Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande di Motus di pensare a un testo che potesse coinvolgere la Great Jones Repertory Company, che ha la particolarità di riunire attori provenienti da tante zone diverse del mondo. E allora ecco nascere i colloqui ai venti elementi, per capirne attitudini e peculiarità al fine di fare una selezione. Durante questi incontri agli intervistati sono state poste quaranta domande, che dal semplice “chi sei?” o dal bizzarro “hai mai incontrato un’extraterrestre?”, si spingevano fino a chiedere loro se si siano mai sentiti stranieri, cosa significhi la lontananza e cosa direbbero a chi ha in mente di intraprendere il loro stesso viaggio.

Ne è nato un collage di storie individuali sbalorditive e qualsiasi altro intervento di sceneggiatura risultava superfluo. I sei attori ci raccontano il lato più oscuro e intollerante d’America, il vestito di odio e indifferenza che indossa una società che vuole spaventare chi viaggia armato solo dei propri sogni dal Vietnam o dalla Cina, dalla Corea o dalla Turchia, dall’Africa o dalla Repubblica Dominicana, come i nostri attori.

Foto press di Joung Sun

Le loro storie sul palco si intrecciano, si mescolano e si amalgamano, come tessere di un mosaico crudo e inesorabile che compone un quadro di segregazione. Un copione spontaneo che ci racconta come in certe zone di Washington, che pure è la capitale degli Stati Uniti, un ragazzino dominicano viva così tanto la condizione ghettizzante subita dagli stranieri, da imparare l’inglese solamente all’età di 8 anni; o di un bambino cinese che appena entra a scuola si accorge che la classe è divisa esattamente in tre, e se a destra ci sono i bianchi, a sinistra i neri e in centro i messicani, è difficile riuscire ad andare oltre questa barriera e trovare uno spazio per chi rappresenta una ulteriore variante.

Panorama però non è un semplice insieme di monologhi di denunce, ma uno spettacolo colorato e ironico, ricco di musica e tracce video molto scenografiche. Nonostante questo, naturalmente la compagnia si prepara ai consueti attacchi di rito, anche se Daniela Nicolò mi dice «Non vogliamo avere paura e gli attacchi che abbiamo subito e subiremo ci hanno dato forza e continueranno a farlo». E infatti il festival è già finito sotto il fuoco incrociato dei soliti fratelli d’Italia e leghisti vari, che come è ovvio (solo per loro) sono riusciti a vedere il Demonio in uno spettacolo che nel suo culmine, poetico e sofisticato, vedeva alcuni danzatori correre e spogliarsi. Ecco allora chi invoca la censura se non direttamente la procura, e chi fare il verso alla moglie del reverendo Lovejoy dei Simpson con un “Pensate ai bambini! Qualcuno per favore vuole pensare ai bambini?”, come se vedere un corpo nudo durante una performance artistica non fosse un problema solo per adulti complessati.

PANORAMA work in progress from motus on Vimeo.

«Ci rattrista leggere certe affermazioni – aggiunge Daniela – perché sono arrivati a dire che questa non è arte e che non ha il diritto di andare in scena. Devo dirti che siamo consapevoli del fatto che non ci sia mai stato un clima come questo in Italia, persino nel mondo della cultura, ma questo è anche il momento in cui di fronte alla paura indotta la gente ha voglia di reagire, di far sentire la propria voce e farlo in un fronte comune». Infatti è particolarmente importante che questo spettacolo arrivi in Italia proprio ora e non vediamo l’ora di rispondere con una risata a quelle accuse ridicole di chi tanto rimpiange il Minculpop, infatti siamo consapevoli che solo un’insana frustrazione può far gridare alla censura contro una storia raccontata dal “diverso” o contro un corpo che danza senza vestiti. Perché diciamocela tutta, certi politici ce l’avranno pure duro, ma forse se lo menano troppo da soli e questo non fa bene.

Foto press di Michiel Devijver

PANORAMA – Motus

13 luglio h 21.00
14 luglio h 20.30
ITC Molari via Orsini, 19 – Santarcangelo di Romagna
Durata 80′ – performance in inglese con sottotitoli in italiano
Per info: www.santarcangelofestival.com

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