L'ultima cena 2.0, la famiglia di Elliot Erwitt e altre mostre da non perdere | Rolling Stone Italia
Arte

L’ultima cena 2.0, la famiglia di Elliot Erwitt e altre mostre da non perdere

Dalla scultura di Canova e Thorvaldsen fino alla nuova mostra "famigliare" di una leggenda della fotografia, il meglio delle mostre della settimana scelto da Rolling Stone

L’ultima cena 2.0, la famiglia di Elliot Erwitt e altre mostre da non perdere

New York City, USA, 1955

Foto © Elliott Erwitt

Come ogni settimana, Rolling Stone ha preparato un percorso alternativo tra le mostre in esposizione a Milano. Questa volta, la scultura moderna di Canova e Thorvaldsen, il Da Vinci 2.0 di Maurizio Galimberti e lo sguardo sulla famiglia della leggenda della fotografia Elliot Erwitt.

CANOVA / THORVALDSEN. La nascita della scultura moderna

‘Le Grazie’, di Antonio Canova. San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage, Foto © The State Hermitage Museum 2019

Chi considera il secolo dell’illuminismo e del neoclassicismo come un periodo storico decisamente passato e poco attuale, si sbaglia di grosso! Le gallerie d’Italia ospitano una strepitosa mostra che mette in dialogo, del tutto inedito, due maestri del ‘700, l’italiano Canova e il danese Thorvaldsen. Alcuni tra i maggiori capolavori dell’arte sono ospitati in questa sede lussuosa, e ci conducono, sala dopo sala, ad entrare in questo confronto di interpretazione dei miti classici, come delle personalità dell’epoca. Qui troviamo la rappresentazione della bellezza ricercata in una materia pura come il marmo bianco. I due illustri maestri si affrontarono sul suolo romano verso la fine del ‘700, e da questo antagonismo nacquero opere che a distanza di secoli ancora fanno parlare di sé. La percezione che si trae di sala in sala è di due animi profondamente diversi. Uno teso a soffermare il movimento e le piccole sfumature degli umori dei busti rappresentati, come un sorriso ironico o una sensazione di malinconia, l’altro, porta nella sua scultura un sentimento più fiero, alla ricerca di una perfezione algida e aulica. Come nella rappresentazione di Napoleone, o di Ebe, figura simbolo dell’eterna giovinezza, dove lo sguardo dei due autori rende ai nostri occhi due storie diverse. Per Thorvaldsen l’imperatore è quasi divino, per Canova un uomo di fascino e introspettivo dal capo chino. Ebe viene rappresentata da Canova come una divinità in volo con una veste trasparente che aderisce al corpo, mentre Thorvaldsen la rende casta e chiusa in un immobile bellezza.

Dove: Gallerie d’Italia – Piazza Scala – Piazza della Scala, 6 Milano
Quando: fino al 15 marzo 2020

MAURIZIO GALIMBERTI. Il Cenacolo di Leonardo da Vinci

Il Cenacolo. Foto: Maurizio Galimberti

Si è aperta ieri, sempre alle gallerie d’Italia, una mostra intensa e raccolta su uno dei capolavori che il mondo intero ci invidia: L’ultima cena. Maurizio Galimberti dedica una ricca serie di sue opere allo studio del Cenacolo vinciano riuscendo a donare, con la sua tecnica a mosaico, un interpretazione verosimigliante a quella che Leonardo ha avuto nel lungo periodo di studio, che lo vide soffermarsi per giorni e giorni sulla minuziosa osservazione. La ripetizione del dettaglio del fotografo, e la sua amplificazione segmentata ci ridona, come quasi un occhio ossessionato, la ricerca del particolare e del suo focus. La maniacalità del genio sposa lo sguardo e la ricerca del fotografo lombardo. 500 anni dalla morte di da Vinci, 180 dalla nascita della fotografia. Parallelismi inusuali, ma vincenti.

Dove: Gallerie d’Italia – Piazza Scala , Piazza della Scala 6, Milano
Quando: Fino al 12 gennaio 2020

ELLIOT ERWITT. Family

Parigi, Francia, 1989. Foto © Elliott Erwitt

Il Mudec ci presenta 60 immagini del notissimo fotografo internazionale che alla soglia dei suoi 91 anni ha ancora entusiasmo e sprint per realizzare mostre, libri e foto splendide. La curiosa selezione della mostra è incentrata sul concetto di famiglia con una visione molto trasversale dei suoi valori. Si trovano qui alcune foto simbolo del fotografo, come la bici portata dal nonno con il nipotino che stringe una baguette (diventata un simbolo nazionale dell’essenza francese), a tutta quell’ironia che Erwitt coglie negli atti quotidiani delle città in cui ha vissuto. Uomo interessante e gran viaggiatore, vive a N.Y., ma ha speso anni in Russia e a Parigi, Londra, Los Angeles e Milano. Ha fatto parte della Magnum fin dai suoi albori, ne è stato il Presidente, e ancora non smette di allargare il suo sguardo sul mondo. La cosa che più lo affascina della sua ricerca è la condizione umana, ed è riuscito perfettamente ad incorniciarla nella sua lunga, lunghissima carriera.

Dove: MUDEC – Museo delle Culture di Milano in Via Tortona, 56
Quando: Fino al 15 marzo 2020