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‘Icarus’, il murale di JDL che racconta la nostra autodistruzione

Realizzata sulla parete nord-orientale del complesso residenziale del Nuovo Corviale di Roma e inaugurata al pubblico ieri, l'opera della street artist olandese mette in scena la deriva di una società contemporanea sempre più attirata dal profitto

Foto di Stefano Costantino/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

È un omaggio al mito di Icaro l’imponente opera di street art realizzata sulla parete nord-orientale del complesso residenziale del Nuovo Corviale di Roma, e inaugurata al pubblico giovedì 16 febbraio. Alto quaranta metri – il più alto della capitale – il murale, intitolato Icarus, è stato realizzato dalla street artist olandese Judith de Leeuw, meglio nota come JDL, nell’ambito dello Street Art for Rights Forum Festival.

Come Icaro che, incurante dei propri limiti, si avvicinò troppo al sole precipitando nel mare, così la società contemporanea viene attirata dal profitto, andando dritta verso l’autodistruzione, senza curarsi del futuro.

Questo il primo livello di interpretazione dell’opera, che raffigura due donne: una ricoperta di olio, che precipita nel vuoto; l’altra che lotta, riuscendo a divincolarsi e a ritrovare la libertà spiccando il volo. La prima donna diviene così il simbolo dei tanti uccelli che restano invischiati nel petrolio riversato in mare dall’uomo, mentre la seconda rappresenta la natura che riesce a liberarsi dalla politica predatoria dell’uomo. Un messaggio di speranza per il futuro del quartiere di Corviale di Roma e per il nostro Pianeta.

JDL: l’arte per il sociale

JDL è una giovane artista olandese che realizza murales su larga scala in tutto il mondo per dare visibilità alle questioni sociali. Ha iniziato a realizzare graffiti sui muri di Amsterdam, la sua città natale, a quindici anni, ma la fama internazionale arriva nel 2015, grazie a un grande murale dedicato alla cantante Amy Winehouse. Da quel momento inizia a viaggiare in tutto il mondo, lavorando in ben quarantuno Paesi diversi, tra Europa, Asia e Stati Uniti. Nel 2021, una sua opera è stata venduta per la cifra record di 2,9 milioni di euro in criptovalute. Di questi, un milione è stato donato in beneficenza.

JDL utilizza la street art per diffondere messaggi sociali su temi di forte attualità, come i diritti LGBTQIA+, il razzismo e la salute mentale. Per Street Art for Rights Forum Festival ha scelto di sensibilizzare le persone sulla crisi climatica, criticando con il suo lavoro la tendenza autodistruttiva della società contemporanea che pretende di controllare e piegare la natura al suo volere.

L’artista inoltre, nella realizzazione della sua opera, ha scelto volontariamente di non cancellare alcune scritte create dai ragazzi del quartiere, poste alla base del grande palazzo. Un segnalo forte che vuole sottolineare il legame stretto dell’opera con il territorio e celebrare l’anima popolare di Corviale.

Il murale di JDL dovrebbe avere una durata temporanea di circa due anni, per via delle attività di ristrutturazione in programma per i prossimi anni, “ma stiamo lavorando affinché diventi un segno permanente nel quartiere”, ha affermato l’assessore Veloccia. Prima di essere distrutta, l’opera sarà però trasformata in NFT, così da poter a vivere e a venir ammirata sulla rete. La maggior parte dei ricavati dalla vendita dell’opera saranno inoltre devoluti in beneficenza a varie associazioni benefiche che operano nel quartiere.

Il coraggio di osare

I lavori, iniziati il 15 dicembre 2022, sono terminati dopo due mesi, tra condizioni atmosferiche avverse, pioggia e gelo. «Questo murale è nato dal coraggio di inseguire un sogno», ha dichiarato Gianluca Lanzi, presidente dell’XI Municipio di Roma, che ha dato il patrocinio all’opera, durante l’inaugurazione. «Bisogna avere il coraggio di osare», ha aggiunto Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale. «La comunità di Corviale da anni ha osato combattere contro il degrado e l’illegalità che affliggono il quartiere, opponendosi alla demolizione del Nuovo Corviale, che oggi stiamo riqualificando e arricchendo».

Il Nuovo Corviale, soprannominato dai romani “Serpentone” per via della sua lunghezza, è un complesso residenziale di Roma, situato nella periferia sud-ovest della capitale, realizzato tra gli anni ’70 e ’80 su progetto dell’ingegnere Riccardo Morandi. Oggi il complesso è gestito dall’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) e ospita al suo interno circa 4500 abitanti. Per via delle sue dimensioni mastodontiche (l’edificio è lungo quasi un chilometro) e per le difficili condizioni di vita degli inquilini, il Serpentone, che doveva rappresentare un esempio virtuoso di edilizia popolare, nel tempo si è trasformato invece nel simbolo del grado delle periferie della capitale.

Con questo nuovo murale e grazie ai fondi del PNRR destinati alla riqualificazione del patrimonio edilizio, per un finanziamento complessivo di 90 milioni di euro, il Serpentone può sperare nel suo momento di riscatto. «Quaranta milioni di fondi del PNRR sono stati già assegnati all’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, ndr) di Roma per opere di riqualificazione ed efficientamento energetico del complesso del Nuovo Corviale», ha affermato Giancarlo Mongelli, ingegnere dell’Ater, all’inaugurazione del murale. «Prima il Corviale era una sorta di mostro, che da lontano spaventava – ha aggiunto – ma col tempo ho imparato a volergli bene». «È stata un’impresa incredibile: mettere l’arte sui muri e renderla fruibile a tutti con l’intento di innovare è un’idea ammirevole», ha dichiarato Marta Leonori, consigliera uscente della Regione Lazio.

Corviale è diventata così la sede di una delle opere più grandi e significative di street mai realizzata a Roma. Un risultato raggiunto grazie all’estro dell’artista JDL, con il supporto operativo degli street artist Spike, Smok, Marqus, Boogie, Joys e del team di Street Art For Rights, che ha reso possibile la realizzazione di circa 30 opere negli ultimi anni sparse per la capitale e nel Lazio.

I diritti attraverso la street art

Street art for Rights è un progetto dedicato alla street art nato con lo scopo di realizzare opere murarie che mettano in luce tematiche sociali e problematiche culturali che interessano le nostre città, partendo proprio dalla capitale. Attraverso il lavoro di giovani e talentuosi street artist nazionali e internazionali, l’associazione punta a riqualificare le zone cittadine più periferiche e degradate, coinvolgendo le comunità e le associazioni che operano sul territorio.

Negli ultimi anni Street Art for Rights si è affermata sempre di più come un punto di riferimento per la street art in Italia, con oltre 30 opere realizzate a Roma, nei quartieri periferici di Corviale e Settecamini, e dando vita a due musei a cielo aperto e nel Lazio tra Cassino, Fiumicino e Latina. A collaboare sono stati chiamati creativi, artisti e street artist di fama internazionale come JORIT, Diamond, SOLO e Motorefisico.

Il festival di street art, ideato e diretto da Giuseppe Cas, curato da Oriana Rizzuto per MArteGallery e prodotto dall’Associazione Culturale ARTmosfera, è nato invece come progetto speciale della Biennale MArteLive nel 2014 e in questi ultimi nove anni ha sviluppato un percorso condiviso sul territorio, promuovendo la sensibilizzazione su importanti temi sociali attraverso l’arte urbana. Il traguardo più grande è stato raggiunto però quest’anno con il riconoscimento dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Europa Creativa, che inaugura un nuovo ciclo triennale di opere e iniziative legate alla street art che varcheranno i confini Italiani per raggiungere la Francia e la Grecia. La prima tappa del progetto è stata proprio l’Italia, con la realizzazione dell’opera Icarus di JDL al Corviale. «Con quest’opera – afferma la curatrice Oriana Rizzuto – vogliamo parlare di diritti dell’ambiente attraverso un linguaggio semplice come quello della street art e cercando di innescare meccanismi virtuosi di emulazione».

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