I momenti che hanno cambiato la vita di Jasper Johns: il loft e la bandiera apparsa in sogno | Rolling Stone Italia
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I momenti che hanno cambiato la vita di Jasper Johns: il loft e la bandiera apparsa in sogno

Per festeggiare i 90 anni dell’artista simbolo del New Dada, abbiamo trasformato i momenti più importanti della sua storia in una serie tv: nei nuovi episodi, la casa-studio con Rachel Rosenthal e il vero inizio della sua carriera 

Jasper Johns

Stagione 2

Johns si trasferisce in un loft che funge anche da studio insieme alla sua nuova fidanzata, la performer Rachel Rosenthal. Il loft è vicinissimo a casa di Rauschenberg e lui e Jasper Johns sono sempre insieme, come fossero una persona sola. In quel periodo Johns comincia a realizzare opere dalle forme simboliche, utilizzando però materiali della quotidianità. La frequentazione con Cage e Feldman lo spinge a voler sperimentare anche la sonorità e realizza dunque un collage inserendovi un pianoforte giocattolo. Mentre è proprio la compagna Rachel Rosenthal a commissionargli una stella di David, che lui realizza con vetri, chiodi, stoffa e cera d’api e vernice su carta di giornale.

Qualsiasi cosa Rachel voglia dividere con il suo fidanzato Jasper, deve però spartirla anche con l’amico Rauschenberg, tanto che la situazione diventa in breve tempo per lei insopportabile, e se ne va. Il posto nel loft non rimane vuoto a lungo, perché a vivere lì ci va proprio Rauschenberg

Stagione 3

Il mondo è in piena guerra fredda e gli Stati Uniti sono impegnati più che mai a dimostrare al mondo di essere una nazione solida e fiera. È in quel clima che una notte Jasper Johns sogna di dipingere una bandiera degli Stati Uniti. La mattina si alza e cerca i materiali necessari per tracciare quel disegno: lo fa inizialmente su un lenzuolo, colorandola con cera calda mescolata alla pittura. Questo è il vero inizio della carriera di Jasper Johns, il momento in cui tutti si accorgono di lui grazie a quell’opera così semplice ma che allo stesso tempo richiama alla mente riferimenti di ogni tipo. Lui non vuole che la sua bandiera, che inizierà a riprodurre sopra molti supporti che acquisteranno qualità iconografica proprio con questo intervento, sia interpretata come gesto politico. Certamente questo accadrà, ma la sua volontà è invece quella di parlare dell’oggetto, che diventa arte perché se fino a poco prima era stato visto da tutti, ora viene finalmente osservato. Nel frattempo Rauschenberg e Johns fondano insieme la ditta Matson Jones – Custum Display, un’azienda che ha molto successo nell’allestimento di scenografie e vetrine. Lavorano incessantemente per negozi di lusso o grandi magazzini ed è proprio in questo periodo che viene esposta per la prima volta una bandiera di Johns, inserita tra gli elementi di una vetrina di Tiffany a New York. Sempre in quel periodo i due tentano di produrre il lavoro dell’altro: Rauschenberg prova a dipingere una bandiera, senza molto successo, così come Johns prova a fare le composizioni tipiche dell’amico. Anche lui con scarsi risultati, finisce infatti a regalare quei tentativi a Rauschenberg, che li completa e li vende come suoi. Nel 1955 Johns dipinge il primo di una lunga serie di quadri aventi come soggetto il bersaglio, “Target with plaster Casts”. Continua a essere l’immagine concreta e banale a interessarlo, quella che tutti conoscono ma che nessuno studia a fondo. Non vuole dare giudizi, ma solo evocare cose che si trovano nel mondo, offrendole sotto un punto di vista nuovo. Arriverà addirittura a dire che lo spettatore deve guardare le sue opere, come guarderebbe un termosifone.

Rauschenberg è abituato a essere quello forte della coppia e quando Johns inizia a farsi notare, forse, in lui scatta una nota di gelosia. Nel 1956 Rauschenberg partecipa come tutti gli anni a un concorso alla Stable Gallery di New York e le regole dicono che ogni partecipante abituale deve invitare artisti nuovi a collaborare con lui. Ovviamente invita Jasper Johns, che inserisce in un’installazione di Rauschenberg una delle sue bandiere, che dopo avere riscosso un certo successo, viene misteriosamente rubata. Rauschenberg, anziché chiedere una nuova opera all’amico, trova un’altra artista che dipinge bandiere e la sostituisce con quella. Questa cosa scatena la prima grande lite tra i due, soprattutto per il fatto che sul lavoro avesse messo gli occhi il re dei galleristi, Leo Castelli.

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