Tra le figure più interessanti della scena artistica degli ultimi trent’anni, con il suo lavoro Miroslaw Balka indaga la precarietà dell’esistenza umana e la natura dell’individuo. L’artista, nato nel 1958, è cresciuto ad Otwock, una città a pochi chilometri da Varsavia, ancora carica del ricordo di atrocità compiute durante la Seconda guerra mondiale, in particolare nel vicino campo di sterminio di Treblinka. Non a caso quindi, la memoria, il corpo, la mitologia privata connessa agli oggetti e ai riti quotidiani sono i temi principali su cui si basa la sua ricerca sin dagli esordi.
Attraverso la sua pratica artistica, Balka indaga gli aspetti più profondi dell’esistenza, in un percorso verso la scoperta della sensibilità umana. Il suo lavoro si snoda lungo i legami tra memoria e oblio, collettività e vissuto intimo. Attraverso l’uso di elementi e materiali quotidiani – come ferro, legno, sale e sapone – evocativi di rituali e ricordi personali, l’artista realizza opere che inducono una riflessione sulla storia, sulla religione e sulla mitologia.
Al centro della sua pratica artistica c’è la figura umana e, indipendentemente dalle forme espressive e dai linguaggi adottati, il corpo dell’artista è sempre presente in modo diretto o indiretto nel suo lavoro. Anche la letteratura ha un ruolo significativo, influenzato principalmente sia dalla sperimentazione linguistica e dalla sintassi minimalista delle poesie d’avanguardia di Samuel Beckett (1906–1989), sia dagli scritti di James Joyce (1882-1941) e dalla poesia di Charles Bukowski (1920-1994).
La mostra “CROSSOVER/S”, a cura di Vincente Todolì, è la prima grande retrospettiva dell’artista in Italia. Tra sculture, installazioni e video, Balka presenta oltre quindici lavori iconici realizzati dagli anni Novanta a oggi, in un percorso immersivo che si trasforma in un susseguirsi di “incroci” simbolici, temporali, spaziali – dove luce e oscurità assumono un ruolo centrale e lo spettatore percepisce consapevolmente la propria presenza. Balka coinvolge il visitatore non solo visivamente e intellettualmente, ma anche attraverso i propri sensi e la dimensione del suo corpo. L’artista colloca le opere utilizzando tutte le superfici delle navate – pavimento, pareti, soffitto – e immerge il visitatore in un’esperienza vissuta anche attraverso il tatto, l’olfatto e l’udito. Il percorso espositivo raccoglie inoltre una pluralità di narrazioni che mettono in relazione la dimensione individuale legata al vissuto dell’artista, con riflessioni che chiamano in causa la memoria collettiva di eventi drammatici del secolo scorso.
in mostra dal 16 marzo al 30 luglio 2017
inaugurazione mercoledì 15 marzo 2017, ore 19