Una galleria di ferro, algoritmi brasiliani e altre mostre da non perdere | Rolling Stone Italia
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Una galleria di ferro, algoritmi brasiliani e altre mostre da non perdere

Dall'esordio europeo delle installazioni di Ricardo Carioba alla scultura di Giuseppe Uncini, il meglio delle mostre della settimana scelto da Rolling Stone

Una galleria di ferro, algoritmi brasiliani e altre mostre da non perdere

Installazione di Ricardo Carioba

Foto Courtesy Futur Dome

Un ristorante trasformato in vetrina d’arte gratuita, l’ombra trattata come “materia” artistica, luci governate da algoritmi. Se cercate un percorso alternativo per un weekend a base d’arte, questa settimana Milano ospita tre mostre uniche: la retrospettiva sul maestro della scultura in cemento Giuseppe Uncini, il debutto europeo delle installazioni di Ricardo Carioba (al Futur Dome, l’edificio dove si tenevano gli incontri tra i futuristi) e infine l’incursione dell’arte contemporanea nel Ristorante Carlo Cracco.

Giuseppe Uncini alla Fondazione Marconi

Giuseppe Uncini, “La conquista dell’ombra”.
L’installazione è ospitata dalla Fondazione Marconi. Foto: Fabio Mantegna. Courtesy Fondazione Marconi

Lo spazio apre i suoi piani al maestro delle grandi sculture di cemento armato piene di poesia strutturale e leggerezza dell’effimero. “La conquista dell’ombra” è una mostra dedicata al lavoro dell’artista marchigiano svolto tra il 1968 e il 1977, realizzata in collaborazione con l’Archivio Uncini. L’obiettivo è di fornire un excursus completo sulla produzione creativa dell’artista in questo arco temporale. In quei nove anni Uncini decide di spostare la sua attenzione dalla “costruzione di oggetti” alla “costruzione dell’ombra”, trasformando ciò che è da sempre percepito come ambiguo e labile in un elemento sostanziale dell’opera. Qualcosa di stabile, visibile e concreto. Luce e ombra vengono così poste allo stesso livello di valore e considerate “materie”, cosi da permettere una nuova e inedita lettura dell’opera. Quest’artista, che manca già da 10 anni, ha lasciato in eredità uno studio, sia del suo materiale prediletto che delle sue ombre, ben definito. Chissà che la mostra non ispiri più concretezza a tanti effimeri artisti contemporanei.

Dove: Via Alessandro Tadino, 15, 20124 Milano
Quando: 18 ottobre – 21 dicembre 2019

Ricardo Carioba da Futur Dome

Un’installazione di Ricardo Carioba. Foto Courtesy Futur Dome

Nello stesso palazzo in cui oggi è ospitato Futur Dome, un tempo si tenevano incontri tra gli artisti – spesso di fama mondiale – che facevano parte del movimento futurista. Durante gli anni Quaranta gli ultimi futuristi si incontrarono, lavorarono e discussero proprio in quell’edificio, gettando le basi per correnti estetiche rivoluzionarie. FuturDome, sotto la tutela dell’Isisuf (Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo), è un museo indipendente per talenti emergenti internazionali, dove, per la prima volta in Europa, vengono presentati l’opera e il percorso di Ricardo Carioba (São Paulo, 1976). All’interno degli spazi, circa 1500 metri quadri, vivono 15 installazioni interattive e una serie di lavori fotografici, integrati grazie a un progetto creato specificamente per il luogo. Nell’oscurità del piano interrato, Ricardo Carioba amplifica la percezione dei legami tra suoni e immagini. L’artista audiovisivo lavora sull’alterazione del vuoto e degli stati percettivi della coscienza attraverso l’utilizzo di suoni e luci, orchestrate da algoritmi. Provare per credere!

Dove: Via Giovanni Paisiello, 6, 20131 Milano
Quando: 9 Ottobre – 23 Novembre 2019

Cracco e l’arte contemporanea

‘Through a day’ di Giovanni Ozzola nelle lunette del Ristorante Cracco. Foto: Carmine Conte

Dall’apertura del Ristorante Carlo Cracco nel febbraio 2018 in galleria Vittorio Emanuele, le tre lunette che sovrastano l’entrata si sono trasformate, grazie agli interventi di Patrick Tuttofuoco, e successivamente dei MASBEDO e di Goldschmied & Chiari, in vere e proprie vetrine d’arte fruibili gratuitamente da tutti coloro che ogni giorno attraversano la Galleria, confermando la vocazione pubblica del progetto. Per questa nuova edizione, il compito di accendere l’interesse sulle tre mezze lune, è toccato a Giovanni Ozzola con un lavoro intitolato Through a Day. Catturare il passare del tempo attraverso immagini di spazi industriali abbandonati è la caratteristica dell’artista. Il suo sguardo ci porta spesso ad osservare l’oltre attraverso fatiscenze e abbandono, svelandoci al contempo la possibile apertura di un orizzonte verso il bello. L’installazione sarà visibile a partire dal 22 ottobre 2019 e resterà aperta al pubblico fino ad aprile 2020.

Dove: Corso Vittorio Emanuele II, 20121 Milano
Quando: 22 ottobre 2019 – aprile 2020

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