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Edizione straordinaria: “Newsies” in Italia

«Ci aspettiamo un successo pari a quello di Broadway», il musical ispirato allo sciopero degli strilloni del 1899 approda a Milano il 31 ottobre
Uno degli strilloni protagonisti di "Newsies", il musical in programma dal 31 ottobre

Uno degli strilloni protagonisti di "Newsies", il musical in programma da ottobre

Per la prima volta nel mondo dopo lo straordinario successo avuto a Broadway, arriva in Italia Newsies, il musical ambientato a New York ispirato al vero sciopero degli strilloni del 1899. Bags Live attraverso uno speciale accordo con Disney Theatrical Productions porta a Milano, dal 31 ottobre al 27 dicembre, al Barclays Teatro Nazionale lo spettacolo fenomenale che ha conquistato l’America.

Un concentrato di energia pura e prepotente. È questo quello che il cast italiano del musical ha trasmesso ai giornalisti accorsi alla presentazione. Ballerini giovani e molto preparati si sono esibiti in uno showcase di tre brani per dare un piccolo assaggio di quello che ha tutte le potenzialità per essere uno spettacolo di grande impatto. «Ci aspettiamo che sia un successo al pari di quello di Broadway. È un musical fatto dal cast, il resto conta chiaramente, ma l’aspetto più importante è quello», dichiara Felipe Gamba, direttore di International Production Disney Theatrical Group.

Come si è comportata Disney di fronte alla possibilità di portare in Italia un progetto che è stato un flop al cinema – uscì nel 1992 diretto da Kenny Ortega con un giovanissimo Christian Bale come protagonista – e che invece ha raggiunto numeri importantissimi a teatro? Solamente a Broadway, infatti, dopo le prime 8 settimane concordate, la rappresentazione è andata avanti senza limite, raggiungendo le 1500 repliche, due Tony Awards per la colonna sonora composta dall’otto volete premio Oscar Alan Menken e le coreografie.

«Noi di Disney non siamo mai convinti subito», continua Gamba, «la prima cosa che abbiamo fatto è quella di trovare i partner giusti in cui riporre completa fiducia e qui sono stati la produzione di Bags e il regista Federico Bellone che era anche un appassionato. Dopodiché abbiamo organizzato un workshop di 8 settimane dove insieme al team creativo e ai ragazzi si è analizzata la storia e provato tanto, solo alla fine ci siamo detti che lo potevamo, anzi potevano, realizzare».

«In realtà è uno sforzo durato sette anni», risponde il regista Federico Bellone, «io sono stato uno dei primi a proporre di fare una versione teatrale. Ho mandato modellini di scenografia, coltivato i rapporti, trovata la produzione». La chiave dello spettacolo a livello drammaturgico è che ognuno di noi e soprattutto i giovani dell’età dei protagonisti, ha la necessità di sapere che avrà il proprio posto nel mondo. Il messaggio forte di Newsies è infatti la necessità di riscattarsi.

Il cast di “Newsies”, Barclays Teatro Nazionale

Jack Kelly, il carismatico leader di una banda sgangherata di “news boys”, organizzando lo sciopero generale degli strilloni contro l’editore de il World, Joseph Pulitzer – si, quel Pulitzer -, che per battere la concorrenza alza il prezzo dei giornali da distribuire, diventerà il portavoce di un sentimento comune alla sua generazione. “Per il bene dei giovani che sono in fabbrica a lavorare invece di essere fuori a giocare” recita in un pezzo, e aggiungiamo noi, per conquistarsi un futuro migliore, lottare contro lo sfruttamento del lavoro minorile e per dare speranza ai giovani. Senza per forza considerare quella di andarsene l’unica possibilità concepibile.

Un musical e una storia di una contemporaneità sorprendente. Cosa può trasmettere questo spettacolo in Italia? Lo chiediamo al protagonista Flavio Gismondi. «È la stessa domanda che mi ha fatto il regista della produzione americana. Ho pensato che probabilmente non avesse molto chiaro il periodo storico che stiamo affrontando! Perché forse non tanto per la storia, che è americana, quanto per i contenuti, rispecchia molto quello che è il momento politico e la situazione attuale del nostro paese. Pertanto speriamo di riuscire a trasmettere la voglia di reagire. I giovani devono pretendere qualcosa in più. Ed è giusto che ci sia uno scambio di generazioni. Ogni canzone del musical incita la coralità a dire di “no” e a cambiare le cose».

Cosa manca quindi all’Italia per raggiungere o perlomeno avvicinarsi al concetto di musical inglese o americano? Ci risponde il regista Federico Bellone. «Bisognerebbe educare il pubblico a comprendere che il musical non va in tournée e che quindi è normale avere uno spettacolo che si ripropone per quattro, cinque mesi consecutivi nello stesso teatro. Eravamo stati bravi con La Bella e la Bestia, sembrava che il pubblico l’avesse capito, ma invece poi si è fatto un passo indietro. Potrebbe essere che tra cinque o dieci anni si abbia un solo spettacolo in cartellone per tutta la stagione, perché le nuove generazioni si abitueranno a “seguirlo” e non ad aspettarlo, come si fa in Inghilterra: da Bristol si va a Londra solo per lo show. Questo potrebbe essere lo sviluppo del mercato».

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