Stan Lee: i 15 fumetti essenziali | Rolling Stone Italia
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Stan Lee: i 15 fumetti essenziali

Dalle prime apparizioni di Spider-Man alla creazione degli Avengers e degli inquietanti X-Men, i comics che hanno cambiato i supereroi. E la nostra cultura.

Stan Lee: i 15 fumetti essenziali

Photo by Kevin Winter/Getty Images

Non è un’esagerazione dire che Stan Lee è responsabile dei supereroi moderni – e per estensione, uno degli architetti della cultura pop contemporanea. Stanley Martin Lieber non ha inventato gli uomini con il mantello, la scuderia stellare dei benefattori della DC era in circolazione da un decennio e l’eroe di guerra che prendeva a pugni Hitler creato da Joe Simon, Captain America, grande successo per la Timely Comics (che poi si sarebbe trasformata nella Marvel) aveva galvanizzato i ragazzini della Seconda Guerra Mondiale.

Ma è stato Lee – in stretta collaborazione creativa, anche se non sempre adeguatamente accreditata, con artisti come Jack Kirby, Steve Ditko e Gene Colan – che ha avuto l’idea rivoluzionaria di renderli vicini a noi, spacconi, occasionalmente egocentrici, nevrotici, imperfetti. In tanti hanno raccontato storie di superumani che combattono i cattivi sottolineando il lato “super”. Lee è stato colui che ha messo la loro umanità in primo piano.

Per onorarlo dopo la sua morte all’età di 95 anni, ripercorriamo 15 fumetti che hanno contribuito a consolidare la sua eredità di scrittore, editore, ed appassionato volto pubblico/voce personale dietro l’evoluzione della Marvel da società di fumetti a colosso pop. Dal rivoluzionario primo albo dei Fantastici Quattro fino alla furba e recente aggiunta verde al canone supereroistico femminile (SheHulk, ndt), ecco tutte le storie che hanno portato Marvel e Stan the Man alle stelle. Excelsior!

Fantastic Four #1 (Novembre 1961)

L’editore Martin Goodman è andato da Lee dopo una partita di golf e gli ha chiesto di inventarsi una storia su un team di supereroi. “Ci sono voluti un po’ di giorni per buttare giù circa un milione di note”, dice Lee in Marvel Comics: The Untold Story di Sean Howe. “Alla fine ho inventato quattro personaggi che pensavo avrebbero funzionato bene insieme”. (Jack Kirby ha contestato questa origin story, tema che sarebbe diventato ricorrente tra i due pionieri del fumetto). L’elastico Mr. Fantastic, il roccioso college buddy la Cosa, la fidanzata del primo Invisible Girl e il focoso fratello di lei, la Torcia Umana trascorrevano parte del primo numero a litigare, lamentandosi dei nuovi poteri che derivavano dall’esposizione ai raggi cosmici. Lee ha portato questi ex astronauti sulla terra in più di un modo. E in una singola storia è cambiato il modo in cui si scriveva di supereroi. Tutto inizia da qui.

The Incredible Hulk #1 (Maggio 1962)

“Ho sempre avuto un debole per il mostro di Frankenstein”, ha detto Lee quando gli è stato chiesto dell’ispirazione dietro il suo gigante verde, nominando anche Dr. Jekyll e Mr. Hyde come una delle fonti. Ma quelle allusioni a vecchi mostri horror letterari e universali non rendono giustizia all’alter ego dello scienziato Bruce Banner, dannato a causa delle radiazioni, un bruto che viene fuori e annienta qualsiasi piccolo essere umano sulla sua strada. “È un uomo ma si trasforma in un ragazzone superpotente, muscoloso e arrabbiato”, Lee ricorda di aver detto queste parole al collaboratore Jack Kirby. “Voglio che disegni un mostro che sia anche compassionevole, che possa piacere ai lettori”. Il risultato è stata un’incarnazione di rabbia che ispira empatia e il secondo grande successo della Marvel in edicola – un colpo alla Hulk, in pratica.

Fantastic Four #5 (Luglio 1962)

Ogni supereroe (e/o gruppo di supereroi bizzarri) ha bisogno di una vera e propria arcinemesi – e con il quinto numero dei Fantastici Quattro, Lee e Kirby creano un supercriminale leggendario per il quartetto. Victor Von Doom è un ex compagno di classe di Reed ‘Mr. Fantastic’ Richards orribilmente sfigurato in un’esplosione. Alla fine si sarebbe costruito un’armatura completa con una maschera di metallo rivettata (si pensa che Kirby si sia ispirato alla figura della Morte, da qui il mantello) e si sarebbe trasformato in una lamina megalomame per i Quattro – e per tutti gli benefattori dell’universo Marvel. Quando pensi ai cattivi dei fumetti, è uno dei primi a venirti in mente, anche se il suo co-creatore alla fine ha sentito di dover ripulire il nome di Von Doom. “Non ho mai pensato che fosse un cattivo”, ammise Lee nel 2016. “Non è un crimine voler governare il mondo. Forse avrebbe fatto un lavoro migliore”.

Amazing Fantasy #15 (Agosto 1962)

Lee stava pensando da tempo a un supereroe adolescente – molti lettori di fumetti erano teenager e si meritavano di relazionarsi con qualcuno oltre ai sidekick. Voleva che questo ragazzo fosse “un adolescente bizzarro e molto reale … disorientato, insicuro, inetto, sgraziato e poco in sintonia con chi lo circondava. Insomma, un perdente”. Lee si era anche ricordato di un vecchio personaggio di una rivista pulp chiamato il Ragno, uno dei suoi preferiti da bambino che avrebbe messo nel mix. Il suo editore era scettico, ma lo lasciò giocare con l’idea per quello che destinato a essere l’ultimo numero di una serie antologica. E così Lee e Steve Ditko hanno creato il vostro amichevole Spider-Man di quartiere. E fatto la storia. Quando l’angosciato studente di scuola superiore di nome Peter Parker, che era in grado di camminare sui muri dopo essere stato morso da un aracnide radioattivo e aver imparato che da un grande potere derivano grandi responsabilità, è arrivato in edicola, la Spidermania è stata immediata. Ben presto, il supereroe avrebbe avuto la sua serie e lo status di icona della cultura pop. “Se i suoi poteri sono più grandi dei nostri, lo sono anche i suoi problemi”, ha detto Lee. “È il nostro ragazzo”.

Journey Into Mystery #83 (Agosto 1962)

Lee era alla ricerca di materiale da supereroe quando pensò: perché limitarti agli adolescenti morsi da ragni radioattivi quando potresti immergerti nella mitologia antica? “Come fai a rendere qualcuno più forte della persona più forte sulla faccia della terra?”, ha ricordato in Excelsior. “fai un modo che non sia un essere umano, ma un dio”. Così Lee tornò alle leggende nordiche di un tempo e presentò al mondo il Dio del Tuono in questa storia di Journey Into Mystery, in cui il dottor Donald Blake trova un misterioso bastone da passeggio e con un colpo si trasforma in una divinità bionda con un elmo alato e un martello infernale. Presto il personaggio otterrà il suo titolo, si unirà agli Avengers e contribuirà a inaugurare un intero pantheon di esseri celesti dal regno di Asgard nell’immaginazione di innumerevoli giovani lettori.

Tales of Suspense #39 (Marzo 1963)

Molto prima che i Black Sabbath introducessero il mondo a qualcuno “che viaggiava nel tempo/per il futuro dell’umanità”, c’era Tony Stark, un signore miliardario che difendeva l’umanità all’interno di un supersuit armato che lo teneva in vita. “È stata una sfida”, ha detto Lee alla folla durante un’apparizione a una convention nel 2013. “Tutti i giovani erano contrari alla guerra, odiavano gli affari … ho pensato, solo per divertimento, fammi capire se riesco a inventare un eroe che produce munizioni ed è molto ricco. Vediamo se funziona”. Funzionò eccome, e questo portò il personaggio dall’appariire in Tales of Suspense ad avere un suo titolo in pochissimo tempo. Lee ha affermato che Iron Man era una delle poche “strisce” in cui non era mai soddisfatto di come appariva l’armatura. Ma ha anche detto che l’alter-ego di Stark è una delle sue creazioni preferite, ed è impossibile pensare all’Universo Marvel (o al MCU) senza di lui.

Strange Tales #110 (Luglio 1963)

L’artista Steve Ditko concepì l’idea di un chirurgo talentuoso e arrogante che finì per viaggiare in Estremo Oriente e diventare un Stregone Supremo; Lee ha avuto l’idea di cambiare il nome del personaggio da “Mr. Strange” a “Doctor Strange”, dal momento che il primo sembrava troppo vicino a Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro. Ed è stato Lee a scrivere la prima apparizione del dottore in Strange Tales # 110, che raccontava di un “diverso tipo di supereroe … Master of Black Magic!” ed era basato più liberamente, per Lee, sul personaggio radiofonico Chandu the Magician. Il character sarebbe stato successivamente promosso a “Master of the Mystic Arts” e, grazie alle storie di Lee che saltano da una dimensione all’altra e alle opere di Ditko che alterano la mente, introducono una sfumatura distintamente psichedelica nell’Universo Marvel.

The Avengers #1 (Settembre 1963)

Cosa dopo che ti sei inventato un universo condiviso di supereroi? Li riunisci e crei gli Avengers. “Se le felici orde di fan della Marvel si divertivano a vedere i nostri eroi insieme”, ha spiegato Lee nell’introduzione a una raccolta di libri sugli Avengers, “perché non mettere insieme una squadra in cui un certo numero di loro avrebbe potuto unire le proprie forze?” Lee e Kirby hanno dato alla società la propria versione della Justice League di DC, con una formazione all-star – Hulk! Thor! Iron Man! Ant-Man e la Vespa! – che si mette insieme per combattere in massa i super criminali. Altri celebri protagonisti del MCU si uniranno al team e combatteranno cattivi su cattivi nel corso degli anni, ma questo primo nucleo di cinque contro il fratello malvagio di Thor, Loki, è “il primo di una serie di lunghi ed epici racconti pieni di star con protagonisti i più potenti supereroi della Terra”.

The X-Men #1 (Settembre 1963)

Lee ha spiegato di aver immaginato questo gruppo di personaggi geneticamente dotati (o maledetti) perché aveva esaurito la sua immaginazione: inventarsi nuovi modi per trasformare babbei di tutti i giorni in supereroi. (“Perché non trasformarli in mutanti?” pare che abbia detto). Così lui e Kirby hanno avuto l’idea di giovani con nomi pittoreschi – Ciclope, Uomo Ghiaccio, Marvel Girl, Bestia – che venivano addestrati e istruiti dal telepate calvo Charles Xavier, alias Professor X. Ma sottolineando che quello che li ha resi supereroi ne ha fatto anche dei reietti dalla società per le loro diversità, Lee aveva anche inventato una potente metafora per ogni sorta di gruppo afflitto da pregiudizi sociali. Sarebbe diventato non solo uno dei titoli più attuali nel corso degli anni, ma anche uno dei più popolari – un testamento duraturo degli impulsi umanistici di Lee come scrittore.

The Avengers #4 (Marzo 1964)

Il supereroe rosso, bianco e blu di Joe Simon aveva ispirato il patriottismo sin dagli anni ’40, quando si presentò sulla copertina di un fumetti dando un pugno in faccia a Hitler. Il legame di Lee con Captain America risale a quel periodo, infatti – ha collaborato a un testo per una delle prime notizie su Cap’n quando aveva 19 anni, durante l’era pre-Marvel della Timely Comics. Quando è arrivato il momento di popolare l’elenco degli eroi della Silver Age della Marvel, per Lee è stato naturale tornare alla Golden Age e far entrare nuovamente il periodo della Seconda Guerra Mondiale nel mix. Ha scritto una storia in cui Steve Rogers viene trovato in un blocco di ghiaccio nell’Oceano Atlantico e si scioglie appena in tempo per unirsi agli Avengers – e all’età moderna dei supereroi a fumetti.

Daredevil #1 (Aprile 1964)

“Indovinate perché Daredevil è diverso da tutti gli altri criminali …?” Chiedeva la copertina del numero di debutto di Man Without Fear. Per cominciare è cieco. Poi, secondo Marvel Comics: The Untold Story, era nato con Lee che chiedeva al creatore di Sub-Mariner Bill Everett di inventarsi un eroe a partire dal nome “Daredevil”, visto che un’altra società di fumetti non aveva più i diritti sul marchio, e di farlo in fretta. Il risultato è stato un benefattore giallo e rosso con le corna da diavolo, che aveva perso la vista da bambino e, grazie agli altri sensi diventati più acuti, stava ripulendo Hell’s Kitchen un delinquente alla volta. E la storia scritta da Lee, che prende il via con una rissa in una bisca illegale nel Lower West Side, ha contribuito a gettare le basi per quello che sarebbe diventato uno dei supereroi urbani più moralmente in conflitto dell’universo Marvel.

The Amazing Spider-Man #14 (Luglio 1964)

Ogni eroe ha bisogno di un cattivo ugualmente grande – e Lee ne ha creato uno iconico per il nostro amichevole Spider-Man di quartiere. Secondo Steve Ditko, Lee all’inizio aveva immaginato il personaggio come una sorta di demone mitologico, e l’artista ha cambiato il concetto in un tipo in giacca e cravatta. Ma nessuno dei due aveva rivelato l’identità dell’uomo nella maschera terrificante che stava tormentandol’Uomo Ragno, e Lee decise di fare in modo che fosse qualcuno che Parker conosceva personalmente. (Come molte interazioni tra lo scrittore e l’artista, questa storia di chi-ha creato-cosa è stata contestata). Il Goblin si rivelò essere Harry Osborn, padre del migliore amico di Peter, Norman, che aggiunse un altro livello di psicologia freudiana a questo acerrimo nemico.

Strange Tales #135 (Agosto 1965)

Nel 1965, James Bond combatteva cattivi e spie malvagie sul grande schermo e show come The Man From U.N.C.L.E. elettrizzavano gli telespettatori. Così Lee iniziò a chiedersi se la Marvel non dovesse inventarsi un’organizzazione di spionaggio. Gli tornò in mente un personaggio di un fumetto sulla Seconda Guerra Mondiale che lui e Kirby avevano ideato alcuni anni prima, sul sergente Nick Fury e i suoi Howling Commandos. “Ho pensato, giusto per divertirmi, di riportare indietro Fury”, ha detto in un’intervista del 2005. “Ma sono passati anni … Lo promuoverò a colonnello a capo di un esercito militare segreto.” Il risultato è questa storia di Strange Tales in cui il Fury che masticava sigari è ora un agente del Supreme Headquarters, International Espionage and Law-Enforcement Division – meglio conosciuto come S.H.I.E.L.D. Anche dopo che l’interesse per gli agenti segreti e i loro gadget diminuì, Fury dimostrerà di essere un personaggio popolare nei decenni a venire.

Fantastic Four #52 (Luglio 1966)

I bambini affascinati dal personaggio sulla copertina di questo numero di FF – una figura misteriosa vestita in nero da capo a piedi – e che l’hanno acquistato con i propri spiccioli potrebbero non aver realizzato che stavano comprando un pezzo di storia. I FF dopo essere atterrati nella nazione fittizia africana del Wakanda per ringraziare un capo tribù che gli aveva donato un aereo all’avanguardia, incontrano Black Panther. Segue un combattimento fra supereroi. E subito prima della fine della storia, lui si toglie la maschera … e rivela di essere il primo supereroe nero ad onorare le pagine di un fumetto. Lee, in un’intervista del 2011, ha menzionato che è stato ispirato da una storia jungle-pulp per la creazione di Black Panther, ma lui e Kirby hanno conferito al personaggio africano un senso di dignità che, insieme all’incredibile avanzamento tecnologico del suo paese, andavano ben oltre una sorta di fantasia retrò in stile Tarzan. Il risultato, come testimoniato dal blockbuster di quest’anno, è stato di un eroe per i secoli a venire.

The Silver Surfer #1 (Agosto 1968)

Lee non ha inventato il luccicante emissario cosmico, che invece è stato creato dall’artista Jack Kirby per il suo debutto in Fantastic Four #48. Ma quando il ragazzo che surfava per servire il divoratore di pianeti Galactus ottenne la sua personale serie nel 1968, Lee cominciò a scrivere del personaggio come di una figura lunatica, quasi semi-divina – un’interpretazione che aiutò a trasformare Silver Surfer da personaggio di supporto in un cult. Alcuni hanno identificato la preoccupazione del character per i problemi ecologici e la disumanità dell’uomo sui suoi simili come primi tentativi di affrontare alcuni problemi sociali, oltre a mostrare alcuni degli scritti più profondi e introspettivi di Lee dell’epoca.

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