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Ricordiamo i 40 per la guerra, i 70 per la disco, gli 80 per il consumismo, i 90 per il grunge, i 2000 per la massificazione di internet. Ma per cosa ricorderemo gli anni 10? Quelli che tecnicamente si chiudono il 31 dicembre prossimo sono stati anni rivoluzionari, tra tutti forse i più ricchi di spunti, complice l’accelerazione esponenziale del cambiamento (che non è sempre progresso). Impossibile riassumere il decennio in due o tre fenomeni, piacevolissimo dunque cimentarsi nell’esperimento. Ecco, tra serio, serissimo e ironico, 13 cose tra moda, musica, tecnologia e politica, per cui potremmo essere ricordati tra trent’anni. (Una manifestazione del Fridays for Future a Berlino del 20 settembre 2019. Foto di Maja Hitij/Getty Images)
Hanno fatto faville: nelle nazioni dell’Est europa, in America, in Austria, in Francia, in Italia. Saranno forse loro a dare il nome a questo decennio: il decennio “populista”. Foto di Emanuele Cremaschi/Getty Images)
Sì, l’iPhone è stato lanciato nel 2007, ma è solo in questo decennio che i cellulari sono diventati i nostri compagni di vita. Finché disconnessione non ci separi.
Bio, verde, vegetariano, magari a km zero. La star culinaria del decennio. Foto di Anna Pelzer
La parola è stata coniata dagli americani (altra cosa per cui potremmo venire ricordati: l’invenzione di decine di parole, gli americani sono i più bravi). È quello stile di abbigliamento fatto di leggins, pantaloncini, magliette, che abbiamo fatto uscire dalla palestra (unico luogo in cui era concesso fino agli anni duemila) e abbiamo portato in strada, al lavoro e in occasioni sociali. Il messaggio implicito è doppio: uno, ho uno stile di vita sano. Due: sono piuttosto rilassato. Un Lebowski più atletico. Le star, paparazzate per le strade di Los Angeles, hanno fatto da apripista. Noi, le abbiamo continuamente seguite.
Netflix, Amazon Video, Hbo, e un milione di “che serie stai vedendo in questo periodo?” da chiedersi a cena. Foto: Helen Sloane/HBO
Con la loro immediatezza (un’immagine e una frase) si sono rivelati il mezzo perfetto per comunicare qualcosa (piuttosto semplice e a volte semplicistico) su social come Facebook. Effetto collaterale: per molti hanno costituito il catalizzatore dei populismi. (vedi sopra).
La normalizzazione di un fenomeno è certificata dalla scomparsa dell’ imbarazzo riferito allo stesso. E oggi, alla domanda “dove vi siete conosciuti?”, quasi più nessuno è costretto a rispondere “amici comuni…”.
E gli influencer, e i selfie, e le bocche crucciate, e la messaggistica istantanea. E gli hashtag #ilovemylife. Foto via Shutterstock
No comment. Foto di David Grandmougin
Bici a scatto fisso, baffi, barba, bicchieri di vetro, vinili, colore nero, polaroid, barba (già detta). Foto di Seth Doyle
Per quella storia delle parole inventate dagli americani: l’attivismo, quasi sempre online, che consiste nel sostenere una causa con azioni non impegnative (un like o una condivisione) e dall’impatto quasi nullo, che ha come risultato finale maggiore quello di aumentare l’ego del partecipante al movimento.
Sono la band ‘sconosciuta’ più importante del mondo. Non ancora così popolari in Europa, i Bangtan Boys sono un gruppo sudcoreano formatosi a Seul nel 2013 e composto da sette ragazzi. Qualche dato sparso: hanno venduto più di 10 milioni di album in meno di sei anni; hanno venduto 90 mila biglietti per un concerto allo stadio di Wembley in meno di 90 minuti; sono stati incoronati da Forbes come il “nome K-pop più grande al mondo»; definiti influenti quanto i Beatles; inseriti dal New York Post tra le 10 boy band più importanti di sempre; incoronati come le celeb più twittate al mondo sia nel 2017 che nel 2017. Forse li ricorderemo, forse no. Di sicuro, fanno notare gli osservatori, solo il simbolo del fenomeno musicale del decennio: la perdita della centralità egemone di America e Inghilterra e la diffusione globale del pop asiatico. Foto di Rich Fury/Getty Images for The Recording Academy
È stato il decennio che più di tutti ha visto dei passi avanti in tema di riconoscimento dei diritti civili: i matrimoni omosessuali, la legalizzazione della marijuana, le lotte per le pari opportunità e contro ogni forma di discriminazione. E questa, forse, è la cosa che più ci piace di questi anni 10. Foto di Amir Levy SLUG: NYBUBBY via Getty Images
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