Bob Dylan: 10 cose che non sapevi su "Nashville Skyline" | Rolling Stone Italia
Classifiche e Liste

Bob Dylan: 10 cose che non sapevi su “Nashville Skyline”

Il capolavoro del cantautore compie oggi 50 anni. Riscopriamolo fra aneddoti su Johnny Cash, George Harrison e la nascita del country rock

Bob Dylan: 10 cose che non sapevi su “Nashville Skyline”

Michael Ochs Archives/Getty Images

Nel mese di aprile del 1969, Bob Dylan andò a Nashville per registrare il suo nono album in studio. Sarebbe stata la sua terza incisione con il produttore Bob Johnston, ma questa volta avrebbero lavorato diversamente: a differenza del suono “sottile” di Blonde on Blonde (1966), e del folk acustico di John Wesley Harding (1967), il nuovo LP di Dylan sarebbe stato un disco di country tradizionale. Lo avrebbe chiamato Nashville Skyline.

Mentre band sperimentali come Velvet Underground e Grateful Dead allargavano i confini della musica, Dylan si era isolato a Woodstock, New York, per concentrarsi sulla sua famiglia, e non prestava molta attenzione ai nuovi trend del settore. Alla fine sarebbe riuscito comunque a ribaltare le aspettative del pubblico, pubblicando un album imprevedibile per chiunque. «Queste sono le canzoni che sapevo di poter scrivere, se fossi rimasto solo per farlo», disse a Newsweek. «Rispetto a quello che scrivevo in passato, riflettono meglio il mio io interiore».

Nashville Skyline segnò un cambiamento radicale nelle parti di voce di Dylan: il cantautore sviluppò un timbro baritonale che diceva fosse la conseguenza della sua decisione di smettere di fumare. «Quando ho smesso, la mia voce è cambiata così drasticamente che non riuscivo a crederci», disse al fondatore di Rolling Stone Jann S. Wenner nella sua prima intervista per il magazine. «Te lo dico, smetti di fumare e canterai come Caruso». In verità, Dylan stava cercando la voce giusta per il nuovo tipo di musica che aveva scritto.

In onore del 50° anniversario di Nashville Skyline, ecco 10 cose che (forse) non sapevate sull’album.

Il titolo di lavorazione era John Wesley Harding Vol. 2

L’album avrebbe dovuto intitolarsi John Wesley Harding Vol.2, ma secondo Dylan, Columbia preferiva il titolo Love Is All There Is. «Non ci vedevo niente di male», disse a Rolling Stone. «Ma mi suonava un po’ inquietante». Prese in considerazione altre possibilità, tra cui Lay Lady Lay e Girl From the North Country, prima di scegliere Nashville Skyline. «C’era un altro titolo che non mi convinceva del tutto», disse Dylan ridendo. «Non riuscivo a immaginarmi ritratto sulla copertina di un disco con il titolo Girl From the North Country».

Lay Lady Lay doveva apparire nel film del 1969 Un uomo da marciapiede

Alcuni mesi prima che iniziasse a lavorare sull’album, Dylan fu contattato per scrivere una canzone per il nuovo film di Jon Voight e Dustin Hoffman. Ma quando il cantautore propose Lay Lady Lay al regista John Schlesinger, la produzione aveva già scelto Everybody’s Talkin, la cover di Harry Nilsson del classico di Fred Neil.

Nell’autunno del 1968, Dylan offrì la canzone agli Everly Brothers, che aveva incontrato nel backstage di un concerto a New York. Il loro rifiuto è noto a tutti, ma il duo chiarì l’accaduto nel 1986, in un’intervista con Kurt Loder: «Aveva già cantato alcune parti, e non eravamo sicuri se ce la stesse offrendo sul serio», ha ammesso Don Everly. «È stato un momento incredibile. Alla fine, 15 anni dopo, abbiamo registrato il pezzo davvero».

Kris Kristofferson ha contribuito alle parti di percussioni in Lay Lady Lay

La ballad seducente sfoggiava la steel guitar di Norman Blake e il lento cantato da crooner di Dylan, ma in una prima versione mancava di una parte di batteria. Il batterista Kenny Butrey chiese a Dylan che cosa avesse in mente. Lui rispose: “Bonghi”. Buttrey trovò allora un vecchio set di bonghi e passò la fiamma di un accendino sotto la pelle per tenderla per bene. Quando Johnston suggerì di usare anche campanacci, Buttrey trovò pure quelli.

A Kristofferson, che lavorava come assistente di studio all’epoca, fu chiesto di sorreggere i bonghi e il campanaccio di fianco alla batteria di Buttrey. “Aveva appena svuotato il mio posacenere di fianco alla batteria” ricordò Buttrey. “Così dissi: ‘Kris, fammi un favore, tieni queste due cose.”

Quando Dylan chiede “Is it rolling, Bob?” nell’intro di To Be Alone With You, sta parlando al produttore Bob Johnston

Johnston, che produsse anche Johnny Cash, Simon & Garfunkel e Leonard Cohen, iniziò a lavorare con Dylan in Highway 61 Revisited del 1965. Dylan fino ad allora aveva lavorando sempre a stretto contatto con il leggendario produttore Tom Wilson, ma i due si separarono dopo aver finito Like A Rolling Stone.

È ancora un mistero perché Wilson fu rimpiazzato da Johnston. Come disse il sempre schivo Dylan nel 1969 a Rolling Stone: “Tutto ciò che so è che un giorno ero fuori a registrare e Tom era sempre stato lì – non c’era ragione di pensare che non fosse ancora lì – ma un bel giorno lì c’era Bob”.

Johnny Cash stava registrando nello stesso studio di Dylan a Nashville. I due hanno registrato 18 canzoni insieme

La star del country ha fatto visita a Dylan mentre stava registrando Tonight I’ll Be Staying Here With You e Nashville Skyline Rag. Il giorno seguente, i due sono usciti a cena insieme mentre Johnston preparava lo studio per entrambi. “Mentre erano via ho piazzato delle luci nello studio, per farlo sembrare un cavolo di nightclub”, ha detto Johnson. “E poi microfoni in giro, le chitarre, tutto l’ambaradan”.
Il duo ha registrato insieme 18 canzoni. Girl From the North Country, una versione country del pezzo contenuto in The Freewheelin’ Bob Dylan, è stata l’unica a essere pubblicata ufficialmente. “Cash disse ‘Bene, ecco il mio 45 giri’, e Dylan disse ‘È arrivato il mio 45 giri’”, ricorda Johnston. “È la cosa più incredibile, e infantile, che ho mai sentito in vita mia”. Le sessioni sono comunque state saccheggiate dai bootleg.

L’album ha aperto le porte al country rock

Anche se Nashville Skyline non si è piazzato sulle chart country, è arrivato al numero 3 della classifica Billboard 200, introducendo molti fan a un suono fino a quel momento sconosciuto. Il crossover tra country e pop ha aiutato a spianare la strada a band come Eagles e altre superstar country rock dei primi anni ’70.
“La mia generazione deve a Dylan le nostre vite artistiche, perché quando ha fatto Blonde On Blonde e Nashville Skyline ha aperto ogni porta a Nashville”, ricorda Kristofferson. “La scena country era così conservatrice, prima che lui arrivasse. Ha portato con sé un nuovo pubblico. Ha cambiato il modo in cui la gente concepiva il country – persino il Grand Ole Opry non è stato più lo stesso”.

Dylan suonò I Threw It All Away per George Harrison durante la festa del Ringraziamento del 1968

Quando Harrison e la moglie dell’epoca Pattie Boyd andarono dai Dylan per festeggiare il Ringraziamento, il cantautore approfittò dell’occasione per suonare I Threw It All Away. Harrison ne fu così impressionato che decise di registrare una cover con i Beatles, durante le session di Let It Be del gennaio 1969.

Con un testo ricco di versi come “Once I had mountains in the palm of my hands / And rivers that ran through every day”, I Threw It All Away era ricca di dettagli e immaginazione. In un album dove la maggior parte dei brani era invece scarna ed essenziale, I Threw It All Away aveva una struttura più tradizionalmente dylaniana. «In Nashville Skyline bisognava leggere tra le righe», disse a Jonathan Cott nel 1978. «Volevo catturare qualcosa capace di guidarmi verso la direzione giusta, ma non arrivai da nessuna parte – sprofondai sempre di più. Non potevo essere nessun altro a parte me stesso, e a quel punto non ero sicuro di volerlo davvero».

L’album fu registrato in solo quattro giorni

Il grosso di Nashville Skyline fu registrato nel giro di quattro giorni, a metà febbraio. Era tipico di Dylan, che incise Another Side of Bob Dylan (1964) solo in una notte e che, da quando iniziò a lavorare con una band di supporto, raramente impiegava più di una settimana per registrare un LP. Questo ritmo fulmineo stava bene anche ai musicisti di Nashville che lo accompagnavano, abituati a lavorare velocemente per non far lievitare i costi di affitto dello studio.

Nashville Skyline Rag è la prima strumentale in un album di Dylan

Se la reinterpretazione di Girl From the North Country con Johnny Cash non fosse stata abbastanza chiara, Nashville Skyline Rag ha fatto di tutto per far capire che questo non è un classico album di Dylan. Poco più di tre minuti di musica ragtime, questa melodia vivace potrebbe facilmente adattarsi a un disco di Scott Joplin.

È stata anche l’occasione per alcuni dei migliori session man di Nashville – alcuni dei quali avevano lavorato con Dylan fin dai tempi di Blonde on Blonde – per mostrare il loro talento e sfoggiare assoli senza essere interrotti da Dylan.

Due delle canzoni di questo album non sono mai state suonate dal vivo

Dylan non ha fatto tournée per Nashville Skyline, e non sarebbe più tornato in concerto fino alla reunion con i Band nel 1974. Durante quel tour, l’unica canzone di Nashville Skyline inclusa nello show era Lay Lady Lay. Da allora, nel corso dei decenni, ha suonato Tonight I’ll Be Staying Here With You, Country Pie, To Be Alone With You, Tell Me That It Isn’t True e One More Night, ma non ha mai suonato né Nashville Skyline Rag né Peggy Day.

Altre notizie su:  Bob Dylan