La classifica definitiva delle canzoni del 'White Album' | Rolling Stone Italia
Classifiche e Liste

La classifica definitiva delle canzoni del ‘White Album’

Continuiamo a festeggiare i 50 anni del capolavoro dei Beatles provando a mettere in classifica le sue canzoni, dalle più trascurabili ai classici immortali

La classifica definitiva delle canzoni del ‘White Album’

Foto CAMERA PRESS/JHF

Proseguiamo con le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario di The Beatles, il doppio LP meglio conosciuto come White Album che il 25 novembre 1968, a tre giorni di distanza dalla pubblicazione in UK, sbarcava negli Stati Uniti, per diventare di lì a poco l’album più venduto dei Beatles oltreoceano. Abbiamo provato a stilare una difficilissima classifica dei trenta pezzi che lo compongono.

30Wild Honey Pie

È il brano più breve e trascurabile dell’album, tant’è che lo registrò Paul da solo mentre tutti gli altri erano in vacanza.

29Revolution 9

Arriva subito una provocazione: il pezzo più sperimentale del disco e dell’intera carriera dei Beatles, che fece tanto discutere Lennon, McCartney e Martin è un pesce fuor d’acqua, un gioco tra John e Yoko che rompe la magia del disco, proprio sul finale.

28Ob la di Ob la da

C’è davvero bisogno di spiegarlo? Parlerà questo sondaggio della BBC per noi.

28I will

È il primo pezzo che Paul dedica a Linda con cui aveva appena iniziato a frequentarsi, non è una brutta canzone, ma in un disco come questo passa praticamente inosservata.

26Why don’t we do it in the road?

Ecco la seconda provocazione: il pezzo più lennoniano di Paul che per vendicarsi della vicenda “Revolution 9” lo registrò di nascosto, proprio il giorno del compleanno di Lennon, che ci rimase molto male.

25Savoy Truffle

Canzonetta che Harrison dedica a Clapton e alla sua passione per il cioccolato, il buon George sa fare molto di meglio.

24Birthday

È uno dei pochi pezzi che furono concepiti e registrati ad Abbey Road anziché in India. Paul lo scrive per Linda, che di lì a poco avrebbe compiuto gli anni, ma la sua ambizione è quella di concepire una canzone rock’n’roll per il compleanno che scalzasse la più celebre “Happy birthday to you”, oggi possiamo dire che non ci è esattamente riuscito.

23Everybody’s got something to hide except for me and my monkey

È la canzone che ha il titolo più lungo di tutta la discografia dei Beatles, ma si dimentica piuttosto facilmente.

22Piggies

Per qualcuno questa canzone dovrebbe occupare un posto molto più basso in classifica, è stata considerata la peggior canzone di Harrison, ma come abbiamo visto c’è molto di peggio.

21Cry baby cry

Qui entriamo nel terreno dell’ambiguità e dei gusti personali, in realtà è un pezzo che può occupare tranquillamente la decima posizione, dipende dal vostro stato d’animo.

20The continuing story of Bungalow Bill

Mentre erano in India i Beatles incontrarono un sacco di persone strane, ma uno dei pezzi esplicitamente dedicati a personaggi realmente esistiti racconta la storia di Richard a. Cooke III che fece visita alla madre nell’ashram e andò a caccia di tigri, rischiando la vita. La vicenda colpì molto Lennon che lo derise alla sua maniera.

19Honey Pie

È un pezzo che Paul dedica al padre che adorava le vecchie canzoni in stile crooner anni trenta ed è adorabile.

18Glass Onion

A quei tempi qualunque dichiarazione dei Beatles veniva strumentalizzata, ascoltata al contrario, riflessa allo specchio e così via, perciò Lennon si divertì a mandare nel caos tutti quanti con una serie di citazioni alle loro stesse canzoni miste a finti indizi, soprattutto riguardanti la presunta morte di Paul.

17Revolution 1

Forse è il pezzo più politicizzato dei Beatles, scritto ovviamente dal componente più attento alle questioni politiche, ovvero John Lennon, che però esprime tutte le sue perplessità e indecisioni riguardo al movimento studentesco e maoista che chiedeva una sua partecipazione attiva e anche economica. È un grandissimo pezzo, ma diciamo che preferiamo la versione più concitata apparsa poco prima come b-side del singolo di Hey Jude.

16Back in USSR

Il pezzo di apertura del disco è un brano classico a là Paul, ispirato per gioco da Mike Love dei Beach Boys che in India disse «sarebbe bello fare una versione sovietica di “Back in the USA”». Paul lo accontentò e si becco l’accusa di fare propaganda filosovietica.

15Julia

Questo pezzo è un capolavoro e probabilmente meriterebbe posizioni più alte, se non fosse che c’è davvero l’imbarazzo della scelta. È il pezzo più intimo di Lennon che lo registrò a lavori praticamente finiti, da solo, con la chitarra acustica per rendere ancora meglio l’atmosfera lugubre necessaria per un pezzo dedicato alla madre morta ma anche a Yoko Ono.

14Rocky Raccoon

Fu scritta in India sul tetto dell’Ashram da Paul, ispirato in parte da una vicenda che visse sulla propria pelle con un dottore ubriaco che non lo curò con grande professionalità a seguito di un incidente con il quad.

13Yer Blues

Un Lennon disperato che canta di suicidio e sofferenza in un periodo della sua vita davvero angosciante, tra divorzio, astinenza da droghe e alcol, per non parlare di tutti gli attriti che affioravano nel gruppo.

12Good Night

È il pezzo di chiusura offuscato dalla precedente Revolution 9 che ne risucchia tutta la magia, in realtà si tratta di un bellissimo pezzo fiabesco che Lennon scrisse per suo figlio e che affidò alla voce di Ringo Starr.

11Mother’s nature son

È uno dei brani più ancestrali del White Album, che Paul scrisse in India, ispirato dagli insegnamenti del Maharishi.

10Don’t pass me by

Probabilmente questo brano non merita questa posizione, ma non potevamo non mettere in top ten il primo pezzo accreditato totalmente a Ringo Starr che impiegò più di quattro anni per convincere gli altri tre a inciderlo e a metterlo su un disco.

9Sexy Sadie

È uno dei tanti capolavori lennoniani che compongono questo disco, in questo caso fu particolarmente ispirato dalla delusione nei confronti del Maharishi che si rivela molto meno saggio di quello che sperava e seppur utilizzando uno pseudonimo, non gliela manda a raccontare.

8I’m so tired

In India Lennon soffriva di insonnia ed era piuttosto insofferente, questo pezzo nacque durante quelle notti ed è particolarmente riuscito bene perché fu registrato a notte fonda.

7Martha my dear

È uno dei pezzi individuali di Paul, che lo considerava un esercizietto per pianoforte, in realtà è una vera meraviglia.

6Long, long, long

Questo è l’Harrison che ci piace, quando parte la batteria tutte le volte succede qualcosa dentro al petto. Il noise finale che si sente, è causato da una bottiglia di vino poggiata sull’organo Hammond che Paul stava suonando e che decisero di tenere.

5Dear Prudence

Iniziamo a entrare nella zona in cui non c’è bisogno di spiegare, ma le canzoni parlano da sé. Questa ballata acustica lennoniana è uno dei capolavori assoluti di tutta la discografia dei Beatles.

4Helter Skelter

Iniziamo anche a entrare in zona ingiustizie, questo pezzo storico (anche per motivi macabri, vedi alla voce Charles Manson) può tranquillamente meritare il primo posto.

3While my guitar gently weeps

Probabilmente il miglio Harrison di sempre, questa canzone entra di diritto nella top 10 dei migliori pezzi in assoluto dei Beatles.

2Blackbird

È difficile stabilirlo, ma probabilmente se si dovesse descrivere agli alieni la musica di Paul McCartney si utilizzerebbe questo pezzo e basta. Un capolavoro assoluto.

1Happiness is a warm gun

Bang bang! Shoot shoot!

Altre notizie su:  The Beatles