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Le trasformazioni più clamorose di Pierfrancesco Favino

Pierfrancesco Favino in A casa tutti bene (2018) di Gabriele Muccino

Come diceva Martellone in Boris: «Una volta c’erano i ruoli, per gli attori. Adesso li fa tutti Favino». Era il 2010 e la fama di attore camaleontico 'Picchio' se l’era già guadagnata. Gli anni successivi sono stati una riconferma di quella tesi. Ripassiamo tutte le metamorfosi del divo di casa nostra, fino all’ultima in Hammamet di Gianni Amelio, dove è un Bettino Craxi più vero del vero. In attesa di rivedere il nostro a Venezia 77, dove è in concorso con Padrenostro di Claudio Noce... buon compleanno!

Rush (2013) di Ron Howard

Solo un paio di baffi e una tuta da pilota? No. Favino, per dare volto all’indimenticato Clay Regazzoni, si trasforma davvero. Una piccola partecipazione, ma in un colosso diretto da Ron Howard.

Moglie e marito (2017) di Simone Godano

Non tanto una trasformazione fisica, quanto una libera interpretazione dell’altro sesso. In uno scambio di generi con la moglie Kasia Smutniak, l’attore riesce a essere credibile anche con i tacchi e la borsetta.

Moschettieri del re - La penultima missione (2018) di Giovanni Veronesi

Stavolta la metamorfosi è soprattutto nell’accento, tra l’ispettore Clouseau e Amanda Lear. Il resto è un look da perfetto D’Artagnan, che riesce a tirare di fioretto nonostante gli acciacchi dell’età.

Una notte al museo (2006) di Shawn Levy

Forse non tutti ricorderanno il nostro nella family comedy con Ben Stiller. Anche perché era decisamente irriconoscibile, nei panni (anzi, nel bronzo) della statua di Cristoforo Colombo. Il ruolo che gli ha aperto le porte di una carriera internazionale.

Senza nessuna pietà (2014) di Michele Alhaique

Un film passato in sordina, in cui però Favino ci regala una performance extralarge in tutti i sensi: non è mai stato così robusto, ma nemmeno così rabbioso. Uomo di panza e di sostanza.

Il traditore (2019) di Marco Bellocchio

Il Tommaso Buscetta di Favino è tormentato, seducente, spietato. E, dal punto di vista fisico, incredibilmente somigliante a quello vero. Anche qui doppia trasformazione: non solo del corpo, ma anche della parlata siculo-portoghese.

Hammamet (2020) di Gianni Amelio

Dal primo all’ultimo minuto del biopic crepuscolare di Amelio, Favino fa dimenticare di essere un attore aiutato da una buona dose di make-up e protesi. È, semplicemente, Craxi. Il lavoro fisico è totale: dalla voce alla postura, fino al movimento delle mani. Clamoroso.