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Perché la Calabria è contro lo spot di Gabriele Muccino

‘Calabria terra mia’ è il corto commissionato per promuovere le bellezze della regione, ma i ‘local’ lo criticano. Ora il regista si difende

Perché la Calabria è contro lo spot di Gabriele Muccino

Gabriele Muccino alla Festa del cinema di Roma 2020

Foto: Franco Origlia/Getty Images

Calabria terra mia, il corto di Gabriele Muccino dedicato alle bellezze della regione, è finito sotto accusa – da parte degli stessi calabresi – per i presunti cliché e l’immagine arcaica che viene proposta di quel territorio. «Sono senza parole. Manca la ricerca di una terra che tenta di innovarsi. È una follia allo stato puro», ha dichiarato al Corriere della Sera Florindo Rubettino, titolare dell’omonima casa editrice. E non si contano le critiche sui social.

Commissionato dalla presidente della regione Jole Santelli, scomparsa lo scorso 15 ottobre, e costato 1,7 milioni di euro, lo spot è stato presentato alla Festa del cinema di Roma. I protagonisti sono Raoul Bova (originario di Roccella Jonica da parte di padre) e la compagna Rocío Muñoz Morales, scortata tra borghi arroccati e spiagge assolate, alla scoperta di prodotti tipici come il bergamotto e la soppressata.

Ora Muccino si difende. «Io non ho fatto un documentario sulla Calabria, il mio non era un reportage», ha dichiarato a Adnkronos. «La mia committenza era quella di Jole Santelli, che mi chiese di fare un viaggio d’amore all’interno della Calabria per raccontarne lo spirito. In otto minuti o faccio l’Alberto Angela, e non è il caso, o racconto un’emozione, ed è quello che ho fatto. Credo di averlo fatto bene, facendo conoscere qualcosa di più». La sua è «una Calabria cinematografica. Ho fatto questo lavoro pensando agli occhi internazionali, e anche agli italiani che ne devono ricavare un immaginario filmico. Se a un turista viene voglia di andarci, per me quello è il gol. Non importa far vedere che sia autentico o non autentico. Non dovevo raccontare la realtà».

E, a chi critica gli asinelli sullo sfondo, risponde: «L’asinello c’era veramente, e io l’ho filmato. Criticano l’uso della coppola perché anacronistico? Io ce l’ho, la uso. Gli abiti dello spot sono per metà di uno dei più grandi stilisti al mondo. Si parla di cose di cui non si sa, solo perché si vuole attaccare questo cortometraggio». Muccino – il cui ultimo film, Gli anni più belli, è ora su Sky – è abituato agli attacchi: «Ho visto di peggio in vita mia. Uno fa delle cose, ad alcuni piacciono, ad altri meno. Fa tutto parte del mondo filmico in cui io navigo».

Ecco il corto Calabria terra mia:

Calabria, Terra mia - Il corto di Gabriele Muccino