'Molly's Game', la regina del poker ha il volto di Jessica Chastain | Rolling Stone Italia
Interviste

Jessica Chastain, l’intervista per ‘Molly’s Game’

Aaron Sorkin e il suo cast raccontano la storia vera dell'ex atleta che giocava a poker con Leonardo Di Caprio, e che ha attirato l'attenzione dell'FBI

Jessica Chastain, l’intervista per ‘Molly’s Game’

Già il nome è romanzesco, anche se la vera Molly Bloom ha poco a che vedere con la protagonista dell’ultimo capitolo dell’Ulisse di James Joyce. Nata in Colorado, Molly ha dovuto combattere fin da subito contro le ambizioni dei due fratelli: Jeremy, sciatore che partecipa a due Olimpiadi e giocatore di football per Philadelphia Eagles e Pittsburgh Steelers; e Jordan, un rinomato chirurgo. Molly odia perdere, ma soprattutto deludere il padre, che per lei desidera una medaglia d’oro olimpica. A dodici anni viene operata alla schiena e nonostante il dolore che l’accompagna ovunque, entra a far parte della nazionale di sci, ma… un incidente, durante le qualificazioni per le Olimpiadi, le cambia la vita. “Pazienza”, dirà il padre.

Molly è anche un’ottima studentessa, accettata dalle migliori università degli States, con la prospettiva di un brillante futuro come avvocato. Invece decide di partire per Los Angeles e prendersi un anno sabbatico, dove senza supporto dei genitori svolge i lavori più disparati. Finché una sera, in un club, le viene proposto di fare “da balia” ai clienti di un giro di poker clandestino. Sin dal primo istante, Molly comprende l’opportunità e assume un ruolo sempre più importante, trasformandosi in breve tempo in “The Princess of Poker”, organizzando partite esclusive e segrete per VIP: pezzi grossi di Wall Street, miliardari, politici, oltre che i più noti attori di Hollywood.

Finché un giorno qualcuno perde $5 milioni di dollari, arriva l’FBI e quello che succede dopo… lo potete vedere nel film Molly’s Game, scritto e diretto da Aaron Sorkin – al debutto come regista – basato sulla vera storia di Molly Bloom, interpretata da Jessica Chastain. Nel cast anche Idris Elba, Kevin Costner e Michael Cera, tutti al servizio di Sorkin, considerato uno degli sceneggiatori più dotati di Hollywood (Codice d’onore, The Social Network, L’Arte di vincere con Brad Pitt, Steve Jobs e le serie tv West Wing, Studio 60 e The Newsroom).

Come tutti i tuoi lavori, sia cinematografici che televisivi, anche questo film è denso di dialoghi.
Sorkin: Si, è la parte che preferisco quando scrivo. Mi ritrovo ad aver riempito 100 pagine prima ancora di essere entrato nei particolari della storia, che però sono obbligato a raccontare.

Quindi per te la storia è secondaria, rispetto all’interazione tra i personaggi?
Sorkin: La trama è sempre una rottura di cazzo, però ci vuole. In questo film mi sono divertito a seguire due storie parallele, il passato e il presente di Molly. Oltre al monologo della sua voce fuori campo.
Chastain: Per quello ho sudato parecchio. Aaron ha insistito per farmi imparare a memoria Quei bravi ragazzi. Voleva assicurarsi che la mia voce raccontasse la storia in un modo ben specifico. Non è un racconto distaccato, ma emotivo. Aaron è meticoloso, quando scrive una parte vuole che sia recitata con tutte le virgole, le pause e gli intervalli.

Com’è stato lavorare con Sorkin sul set?
Elba: I suoi dialoghi sono unici, e avevo paura di trovarmi davanti a una persona pedante. Invece ho capito che per Aaron è importante lavorare con attori che conoscono a memoria i propri dialoghi, in modo da poterli modificare sul set, se necessario. Le parole a quel punto diventano vive. Picasso diceva che bisogna imparare le regole come un professionista, in modo da poterle poi rompere come artista.

Aaron, come hai scoperto questa storia?
Sorkin: Un amico avvocato mi ha convinto a leggere il memoir di Molly. Lei ha un grande senso dell’umorismo e le pagine scorrono veloci. Prima di accettare il progetto ho voluto incontrarla, mi sono fatto raccontare di nuovo la sua storia. Ho scoperto che in realtà la parte più interessante di quello che le era accaduto non era nel libro, era successa dopo.

Jessica, prima di fare il film avevi mai sentito parlare di lei?
Chastain: No, non gioco nemmeno a poker. Quando mi hanno spedito il copione ho fatto qualche ricerca e sono rimasta sorpresa dal fatto che la sua fosse una storia vera. Pensavo che qualcuno avesse pompato gli eventi per renderli più appetibili per Hollywood. A quel punto ho chiamato Aaron e gli ho detto che volevo la parte.

Come ti sei preparata per il ruolo?
Chastain: Molly mi ha aiutato con il linguaggio e i termini tecnici del gioco, e sono stata a diversi tornei di poker, giusto per capire l’atmosfera. Interessante, ma non fa per me. Troppo testosterone.
Sorkin: La storia che racconta Molly nel libro è la punta dell’iceberg. Quando l’ha scritto ha deciso di omettere molti particolari. Secondo me sperava di adattare la storia per un film o una serie tv. Raccontare la sua vicenda era l’unico modo che aveva per ripagare i debiti della propria famiglia, la madre ha impegnato la casa per pagare il suo processo. Una editrice le ha offerto 35mila dollari per raccontare il lato più glamorous della storia: i party, le serate con le star, i vestiti, le macchine di lusso. Ma Molly ha lasciato briciole dappertutto, disponibili per chi, come me, non si sarebbe accontentato dell’aspetto superficiale della storia. Così ho deciso di dirigere io questo film: c’erano tutti gli elementi necessari per un prodotto avvincente.

Aaron, quando scrivi, da dove vengono le idee?
Sorkin: Vorrei dirti che le sogno, ma non è vero. Faccio molta ricerca e prima di iniziare a scrivere vivo un processo doloroso, dove penso, rifletto, dormo, leggo, aspettando qualcosa che provochi la fine del mio letargo. Poi, quando inizio a scrivere, non mi fermo più.

Idris, uno dei momenti più epici del film è il tuo monologo verso la fine.
Elba: Ho una buona memoria, e questo mi aiuta. Non ho mai avuto una scena così lunga e intensa, la prima volta che l’ho recitata sono quasi svenuto! Questo ruolo è stato molto importante per me. Insieme a Mandela, è stato tra i lavori più intensi della mia carriera.

Cosa hai imparato da Aaron?
Elba: Mi sono fatto dare consigli di sceneggiatura. E ho imparato che posso scritturare chi voglio: pensa che, nel libro, l’avvocato che interpreto è un bianco!

Aaron, perché hai deciso di non nominare le star del cinema che partecipavano a quelle serate?
Sorkin: Che fossero molti i VIP presenti è noto, anche se Molly si è sempre rifiutata di fare nomi. Tutti sanno che Tobey Maguire, Leo DiCaprio, Matt Damon e Ben Affleck erano tra gli aficionados, ma per me non era necessario fare gossip. Michael Cera interpreta il Player X, che riassume diversi aspetti delle loro personalità.

Jessica, chi è realmente Molly?
Chastain: È una donna con le palle, che ha imparato a gestire il proprio business in un campo solitamente in mano agli uomini. Nessuno le diceva cosa fare, nessun uomo la comandava. Aaron è uno dei pochi registi capaci di creare e dare vita a personaggi femminili con un simile spessore. Non sono molti quelli che vogliono prendersi questo rischio. Non aveva bisogno di dirigere un film sul percorso emotivo di questa donna, eppure lo ha fatto. Per me le sue azioni valgono molto di più di tante parole, soprattutto nel complicato momento che questa industria sta vivendo.