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Mickey Rourke è l’unico che ha finito di girare un film in piena pandemia

L’attore ha terminato in Lettonia le riprese di ‘Warhunt’, horror ambientato durante la seconda guerra mondiale diretto dall’italiano Mauro Borrelli

Mickey Rourke è l’unico che ha finito di girare un film in piena pandemia

Mickey Rourke in 'Warhunt'

Foto: Janis Pipars / Courtesy of 'Variety'

Nulla può fermare Mickey Rourke: nemmeno la pandemia. L’attore candidato all’Oscar per The Wrestler di Darren Aronofsky ha appena terminato in Lettonia le riprese di Warhunt, horror ambientato durante la seconda guerra mondiale diretto dall’italiano Mauro Borrelli. Nonostante le misure governative messe in atto dall’ex Repubblica Sovietica per fronteggiare l’emergenza coronavirus, la produzione ha potuto continuare a girare nella capitale, Riga. Non senza le dovute precauzioni: mascherine, guanti, distanza di sicurezza, misurazione della febbre e provvedimenti ad hoc. Per esempio, ha fatto sapere il produttore Yu-Fai Suen all’americano Variety, il reparto trucco prevedeva pennelli e materiali “personalizzati” per ogni singolo attore, così da evitare possibili contagi.

«Sono arrivato sul set a Riga e questa cosa (il Covid-19, ndr) è totalmente sfuggita al controllo. Ma sono stati tutti grandissimi», ha dichiarato la star protagonista. «All’inizio è stata un’esperienza surreale», ha aggiunto il regista Mauro Borrelli, con un passato nel reparto artistico di blockbuster hollywoodiani come Captain America – Il primo vendicatore, Star Wars – Gli ultimi Jedi e due episodi della saga Pirati dei Caraibi. «Ma il cast e la troupe si sono subito attenuti alle misure precauzionali, perciò siamo riusciti a terminare le riprese con ancora più concentrazione e rapidità».

Warhunt racconta la storia di un gruppo di soldati dell’esercito americano mandato in missione contro Hitler, ma rimasto bloccato oltre le linee nemiche nella Foresta Nera. È lì che dovrà fare i conti con un nemico imprevisto: una congrega di streghe. «Il film è una corsa folle con immagini molto potenti», promette Borrelli. «Ma anche una grande metafora della guerra e del male». Che nemmeno un supercattivo messo a disposizione dalla realtà di questi giorni è riuscito a fermare.

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