Matt Damon: «'Downsizing' è il film più ottimistico di Payne. E nella trama c’è l’Apocalisse!» | Rolling Stone Italia
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Matt Damon: «’Downsizing’ è il film più ottimistico di Payne. E nella trama c’è l’Apocalisse!»

Nel film di apertura di Venezia il mondo è sovrappopolato, l’economia sprofonda, l’ambiente è sempre più a rischio e ridurre gli esseri umani a lillipuziani alti 12 cm sembra essere l’unica soluzione

Matt Damon: «’Downsizing’ è il film più ottimistico di Payne. E nella trama c’è l’Apocalisse!»

«Downsizing è il film più ottimistico di Alexander Payne. E pensate che nella trama c’è l’Apocalisse!». Non si può dire che Matt Damon non sia simpatico. Quello che si può dire però è che in conferenza stampa ci è sembrato un pochino trattenuto. Camicia scura e aria da bravo ragazzo, l’attore ha sfoderato il suo sorrisone meno del solito. Il film di apertura di cui è protagonista, diretto da Alexander Payne (Sideways, Paradiso Amaro, Nebraska), è un mix di satira sociale e sci-fi.

Il mondo è sovrappopolato, l’economia sprofonda, l’ambiente è sempre più a rischio e ridurre gli esseri umani a lillipuziani alti 12 cm sembra essere l’unica soluzione. «Ho pensato che lo script fosse bellissimo, unico, originale e credo che una pellicola come questa sia uno strumento di empatia potentissimo. Il mio è un personaggio in cui molti si possono riconoscere. Credo davvero che sia un film positivo e ottimista nonostante parli di un disastro imminente. Alla fine ci siamo dentro tutti insieme».

Ma Matt è uno degli attori più amati della sua generazione, ha vinto il premio Oscar per la sceneggiatura originale di Will Hunting – Genio Ribelle con l’amico di sempre Ben Affleck e la domanda è inevitabile: a quando la sua prima regia? Sorride e dribbla da vero professionista. Di Payne Damon dice che «qualunque attore vorrebbe lavorare con lui, se me lo chiedesse leggerei anche l’elenco del telefono. È come un orologio svizzero. Il lavoro sulla sceneggiatura e sulla regia è così meticoloso che ti permette subito di capire come sarà utilizzata ogni sequenza rendendo il lavoro degli attori davvero semplice».

Se Matt Damon ha scartato con eleganza la domanda precedente, Payne dà di tacco al tentativo di un giornalista di spostare il discorso sul presidente USA: come prenderà questo film chi ha votato Trump? Risposta: «Noi facciamo un lungometraggio per tutti, è sempre difficile prevedere l’accoglienza di una pellicola. Va bene come dichiarazione per i giornali?» E se la ride sornione, senza cedere alle provocazioni. Perché del film, del sogno americano “rimpicciolito” ci sarebbe molto da dire.

Interviene il co-sceneggiatore Jim Taylor «Non stiamo evitando la domanda, siamo più interessati all’umanesimo che alla politica», ma il focus si sposta subito sul finale (di cui non vi diremo nulla, tranquilli): a chi chiede se il messaggio sia “non arrendiamoci all’egoismo, restiamo per lottare” Payne risponde «Non vorrei mai rovinare la vostra interpretazione, è molto bella». E se la ride di nuovo. Poi Matt spiega la sua visione e Payne sghignazza ancora: «Mi piace la tua spiegazione».

Il regista racconta qualche curiosità sullo studio scientifico dei minuscoli,«abbiamo parlato con alcuni fisici ma poi abbiamo smesso di ascoltarli perché volevamo occuparci solo della storia», e sulla design production, a partire dalla mente: l’italiana Stefania Cella, «che ha fatto La Grande Bellezza e ora sta lavorando ancora con Sorrentino al film su Berlusconi. È una donna con molti capelli e grandi idee, è lei che ha inventato questo mondo. Per la sequenza della riduzione dei corpi l’unica indicazione che le ho dato era “deve somigliare ad un grande microonde”».

La chiusura è affidata a Kristen Wiig (Le amiche della sposa, Ghostbusters 2), che in Downsizing interpreta la moglie di Matt Damon: se aveste la possibilità di diventare minuscoli davvero lo fareste? «Naaa, penso che in realtà preferirei essere più grande». Buona la prima ma provaci ancora Matt: sappiamo che sai fare di meglio con i giornalisti, ci vediamo tra un paio di giorni insieme a George.

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