Mad Men: 10 anni con i bugiardi di Madison Avenue | Rolling Stone Italia
News

‘Mad Men’: 10 anni con i bugiardi di Madison Avenue

La serie sui pubblicitari newyorkesi è un capolavoro senza tempo che nessuno riesce a copiare

‘Mad Men’: 10 anni con i bugiardi di Madison Avenue

«Quello che chiami amore è stato inventato da gente come me per vendere i collant». Con queste dolci parole Don Draper ha conquistato una nuova cliente, Rachel Mencken, e la storia della tv americana. Il primo episodio di Mad Men è andato in onda 10 anni fa e ha presentato a tutto il mondo la sua collezione di artisti della truffa tanto furbi quanto glamour.

Jon Hamm è Don, disertore durante la guerra in Corea che si reinventa come genio della pubblicità di Madison Avenue. John Slattery è Roger Sterling, il suo capo. Elisabeth Moss interpreta Peggy Olson, la timida segretaria che prova a conquistarsi un posto nel mondo del business. Poi c’è la Joan Holloway di Christina Hendricks, una donna meravigliosa ma dominata dalla vendetta. È così strano pensare che all’epoca non sapevamo chi fossero.

Mad Men è venuto fuori dal nulla – anzi, dagli uffici di AMC, all’epoca un network via cavo piuttosto barcollante – e dalla penna di un signor nessuno: Matthew Weiner, uno che ha vinto una puntata di Chi vuol essere milionario? e che da anni cercava di entrare nel mondo televisivo.

Weiner era un fanatico di Elvis Costello, e la poetica del cantautore è entrata nella testa di alcuni suoi personaggi; Riot Act sembra scritta su misura per Don Draper: “Don’t put your heart on your sleeve when your remarks are off the cuff”.

Ha lavorato al pilot per anni. David Chase aveva letto una prima bozza e l’ha subito assunto come autore per i Soprano. «Volevo scrivere il miglior episodio di sempre», ha detto a Rolling Stone nel 2010. «Questa era la mia ambizione. Volevo che fosse profondo e vero, che raccontasse di uomini della mia età che si facevano le mie stesse domande: Chi è che ammiro davvero? Perchè mi sento ancora un adolescente? Perché sono così ingrato? E io, chi sono?».

Don Draper (Jon Hamm), foto via Facebook

Il primo episodio era chiaramente un work in progress, lo stesso Don Draper non era ancora un personaggio fatto e finito: si presenta impreparato di fronte a un cliente, sembra nervoso, il contrario del Don invincibile che dominerà il resto della stagione. Nel pilot non vediamo la sua sicurezza e nemmeno quello che lo rende irresistibile per tutti i clienti (e pericoloso per tutti quelli che gli vogliono bene).

La formula di Mad Men ha funzionato fin da subito, e Weiner ha avuto la fortuna di assemblare il cast giusto al momento giusto – attori fantastici ma ancora semi-sconosciuti, tutti con fame di successo. Hamm è arrivato a Mad Men dopo un anno di provini andati male. «All’epoca l’unica cosa che volevo era un lavoro», ha detto. «Insomma, fare l’attore a Los Angeles e non lavorare era umiliante. La serie mi ha tirato fuori dei sentimenti viscerali, forse è per questo che Matt mi ha scelto. Io e Don eravamo molto simili».

Roger Sterling (John Slattery), foto via Facebook

Anche la Hendricks, come Hamm e il resto del cast, era sulla piazza da anni. Per non parlare di Betty Draper, che tutti conoscevano per la comparsata in American Pie, dove interpretava la bellissima ragazza che doveva chiudersi nell’armadio con Stifler. (Il ragazzo poi sbaglia stanza e si ammucchia con una vecchietta. Che spasso!)

John Slattery aveva regalato un’interpretazione eccezionale in From the Earth to the Moon, ma non era ancora riuscito a farsi notare dal grande pubblico. Guardare i primi lavori del cast è sconvolgente, il loro talento è tangibile, non c’è da sorprendersi che siano rimasti nella serie dalla prima all’ultima puntata. A proposito, Mad Men ha una specie di record: tutti, tutti i suoi personaggi, anche quelli che recitano solo una battuta, sono diventati immediatamente memorabili.

Joan Harris (Christina Hendricks), foto via Facebook

Sono passati 10 anni ma la serie è rimasta un caso isolato. Non c’è niente di simile in onda e nessuno ha provato davvero a ripetere la formula. Mad Men è uno dei pochi show per adulti che non racconta una storia criminale.

I colleghi della Golden Age – I Soprano, The Wire, Breaking Bad – potevano sempre giocarsi la carta “inseguimento adrenalinico”, o quella della sparatoria. In Mad Men non è mai successo: il fucile di Pete Campbell rimane appeso nel suo ufficio per tutte le stagioni dello show, una specie di risposta-provocazione alla massima di Chekhov – “Se il pubblico vede una pistola nel primo atto, allora qualcuno dovrà sparare prima del finale”.

Parte del cast di Mad Men, foto via Facebook

Mad Men non parla di sbirri e criminali, ma di bugiardi, un archetipo americano molto più spaventoso. Sono abbastanza sicuro che nessuno dei miei lettori ha ucciso o spacciato metanfetamine, ma tutti avranno detto la loro dose di bugie. È tutta qui la forza seducente della serie. Ed è per questo che – 10 anni dopo – è ancora così bella.