In Germania 185 attori e attrici hanno fatto un coming out di massa | Rolling Stone Italia
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In Germania 185 attori e attrici hanno fatto un coming out di massa

«Finora non siamo stati in grado di parlare apertamente della nostra vita privata senza temere ripercussioni professionali», scrivono sul manifesto, lanciato in cover sul magazine di uno dei più importanti quotidiani tedeschi

In Germania 185 attori e attrici hanno fatto un coming out di massa

Non era mai successo prima d’ora: in Germania 185 attori e attrici hanno fatto un coming out di massa sulla copertina del magazine del Süddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani tedeschi. A promuovere il manifesto sono stati la star di Tatort (storica serie di gialli del primo canale tedesco) Karin Hanczewski, Godehard Giese (Deutschland 83 e Babylon Berlin) e l’artista teatrale Mehmet Atesci a cui poi si sono uniti tanti altri colleghi: «Siamo qui e siamo in tanti! Siamo attori che si identificano come lesbiche, gay, bi, trans*, queer, inter e non-binari, tra molte altre definizioni. Finora non siamo stati in grado di parlare apertamente della nostra vita privata senza temere ripercussioni professionali», scrivono.

In molti raccontano le loro esperienze, che hanno spesso un assurdo denominatore comune: «Ci è sempre stato detto che se avessimo rivelato alcuni aspetti delle nostre identità, in particolare quelle sessuali e di genere, avremmo improvvisamente perso la capacità di ritrarre certi personaggi e relazioni. Come se la conoscenza di chi siamo nella nostra vita privata invalidasse in qualche modo la nostra capacità di incarnare in modo convincente i ruoli per il pubblico», sottolineano gli attori. E continuano: «Impersoniamo mogli e padri di famiglia, amanti e statisti, persone che attirano la simpatia altrui e persone che suscitano disgusto. E spesso personaggi con le cui convinzioni non saremmo mai d’accordo in privato. Possiamo impersonare degli assassini senza aver ucciso. Possiamo salvare delle vite senza aver studiato medicina. Possiamo interpretare persone con identità sessuali diverse da quelle che viviamo. E lo facciamo da molto tempo, da sempre, perché è il nostro lavoro».

«Troppo spesso, molti di noi sono stati ammoniti — da manager, agenti di casting, colleghi, produttori, editori, registi, ecc. — a tacere per evitare di mettere in pericolo le nostre carriere. Mettiamo fine a tutto questo, una volta per tutte! Abbiamo deciso di unirci con una dichiarazione pubblica per ottenere visibilità». E che adesso sta facendo il giro del mondo.