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È morto Kirk Douglas

Nominato per tre volte all'Oscar, il padre di Michael Douglas è stato il primo divo dell'era postbellica. Aveva 103 anni

È morto Kirk Douglas

Foto: Nancy R. Schiff/Getty Images

“È con profonda tristezza che io e i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciato oggi all’età di 103 anni”, ha detto Michael Douglas in una dichiarazione a People. “Per il mondo era una leggenda, un attore della golden age di Hollywood che ha vissuto appieno i suoi anni d’oro, un filantropo che, con il suo impegno per la giustizia e le cause in cui credeva, ha stabilito uno standard per tutti. Ma per me, Joel e Peter, era semplicemente papà; per Catherine, un meraviglioso suocero; per i suoi nipoti e pronipoti, un nonno amorevole; e per sua moglie, Anne, un marito meraviglioso. Permettetemi di finire con le parole che gli ho rivolto per il suo ultimo compleanno: ‘Papà, ti amo tanto e sono orgoglioso di essere tuo figlio'”.

Nominato tre volte come miglior attore dall’Academy – per Il grande campione (1949), Il bruto e la bella (1952) e Brama di vivere (1956) – Douglas ha ricevuto un Oscar onorario nel 1996. Nato Issur Danielovitch Demsky ad Amsterdam, nello stato di New York, nel 1916 da genitori ebrei bielorussi, ha recitato in oltre 80 film prima di ritirarsi dal cinema nel 2004. Dopo aver prestato servizio nella Marina militare durante la seconda guerra mondiale, inizia a lavorare a teatro, recitando anche a Broadway. È in questi anni che gli viene consigliato di cambiare nome: sceglie Kirk, da uno dei suoi personaggi dei fumetti preferiti, e Douglas, dal cognome della sua insegnante di dizione.

Debutta al cinema nel ruolo di giovane procuratore distrettuale in Lo strano amore di Marta Ivers (1946) di Lewis Milestone, accanto a Barbara Stanwyck e Van Heflin. Ma è con Il grande campione e soprattutto con L’asso nella manica (1951) di Billy Wilder, in cui interpreta un giornalista senza scrupoli, che arriva la consacrazione definitiva.

“Se mi piace un film, lo faccio. Non mi chiedo se avrà successo o no”, ha detto in un’intervista del 1982. “Ho adorato Solo sotto le stelle e Orizzonti di gloria, ma nessuno dei due ha guadagnato molto. Non importa; ne sono orgoglioso”.

Fu un’icona della Golden Age, il primo divo dell’era postbellica a prendere il controllo della propria carriera: nel 1955 fondò una sua società, la Bryna Productions. E decise di rischiare producendo il quarto film di Kubrick e Spartacus, dove vediamo Douglas in due delle sue performance migliori. Il suo annuncio che Dalton Trumbo, scrittore e sceneggiatore finito nella lista nera perché accusato di simpatie comuniste, avrebbe lavorato a Spartacus fu un momento chiave nella riaccettazione di quel gruppo di professionisti del cinema da parte di Hollywood.

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