Domenico Diele: «Sono eroinomane, ho sbagliato e devo pagare» | Rolling Stone Italia
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Domenico Diele: «Sono eroinomane, ho sbagliato e devo pagare»

L'attore, arrestato con l'accusa di omicidio stradale aggravato, parla al 'Corriere della Sera' dal carcere di Fuorni: «Sono colpevole ma la droga non c’entra con l’incidente»

domenico diele

«Sono dipendente da eroina, ma la droga non c’entra con l’incidente». A parlare è Domenico Diele al Corriere della Sera. L’ attore protagonista di serie come 1992 e 1993 ha investito e ucciso la 48enne Ilaria Dilillo nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, vicino a Salerno. Arrestato per omicidio stradale, rischia fino a 16 anni: «Mi sono distratto con il cellulare. Ho un telefonino che funziona male, c’è un tasto che non va, e io per cercare di fare una telefonata ho abbassato gli occhi. Non sono uno che prima si è drogato e poi si è messo a guidare come un pazzo finendo per provocare una tragedia». Oggi si presenterà davanti al giudice per le indagini preliminari.

Diele era stato portato all’ospedale di Salerno per gli accertamenti ed era risultato positivo a oppiacei e cannabinoidi, in tasca gli hanno trovato un piccolo quantitativo di cocaina: «Quella storia della coca, per esempio, è vecchia di un anno, nemmeno me ne ricordavo più, Infatti mi sono pure sorpreso quando quella bustina è uscita fuori, stava nel portafogli da una vita. L’altra sera non avevo sniffato niente». Ma si era messo alla guida, pur avendo la patente sospesa a causa di un precedente utilizzo di stupefacenti, per andare al matrimonio della cugina in Calabria.

«Sono colpevole» dice l’attore dal carcere di Fuorni «Urlerò la mia colpevolezza con tutte le forze. Non ho scuse, ho sbagliato e devo pagare. Devo pagare quello che decideranno i giudici e se servisse a qualcosa pagherei di tasca mia anche qualunque cosa alla famiglia. E continua: «Sono in crisi d’astinenza, ma è giusto così, è giusto che soffra» afferma «Ho soltanto il lavoro, e se da questa vicenda uscirò con la carriera distrutta non avrò più nemmeno quello. È giusto che paghi per quello che ho fatto, ma non che mi si dipinga come un criminale. Vorrei incontrare il padre di quella donna, inginocchiarmi davanti a lui e ammettere le mie colpe. Ma anche provare a spiegargli che è stato un incidente e non un omicidio».

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