MAX3MIN: visioni animate nel festival dei ‘cortissimi’ | Rolling Stone Italia
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MAX3MIN: visioni animate nel festival dei ‘cortissimi’

È in corso la prima rassegna dedicata ai cortometraggi sotto i tre minuti. Moltissimi i cartoon: ma non chiamiamoli così, sono un mondo molto più grande. In tutti i sensi

MAX3MIN: visioni animate nel festival dei ‘cortissimi’

Un frame di ‘Beach Body Ready’ di Céline Ufenast (Regno Unito)

Tre minuti per dirla: una storia, una visione, un’animazione. Sono proprio i cartoon (ma chiamarli così oggi è fin troppo riduttivo) a comporre una delle sezioni più nutrite e interessanti di MAX3MIN, il festival dedicato ai cortometraggi corti, anzi cortissimi: massimo tre minuti, appunto.

Il festival, in corso fino al 21 marzo sulla piattaforma omonima e di cui Rolling Stone è media partner, ha selezionato 100 titoli tra i 2.700 inviati da tutto il mondo, seguendo gli sguardi e i generi più disparati. Paesi e stili diversi, ma l’animazione spesso come denominatore comune, per sfidare la brevissima durata e inventare altri mondi.

Dalla Polonia di Blue Monday, che sa raccontare come pochi altri lo spleen che ci prende tutti il lunedì, a quella di No Feeding Pigeons, che usa un’animazione “di carta” per dare letteralmente corpo ai piccioni (e al nostro combattutissimo rapporto con loro): entrambi i corti sono disponibili nel “turno” di oggi. Ma ci sono anche l’America di Montauk, una comedy newyorkese quasi alla Noah Baumbach su un gruppo di amici che fanno una gita nella località di mare Upstate; l’Israele di Lunch Time, che inquadra come forse nessuno ha mai fatto il momento universale della “schiscetta” al lavoro; il Brasile di Raškolnikov, pochi tratti a matita per sintetizzare la parabola del protagonista di Delitto e castigo di Dostoevskij; il Regno Unito che s’interroga sul tema del corpo femminile in Beach Body Ready; l’Estonia che affronta la politica statunitense nel folle Oh Say Can You See?; la Spagna di Confetti, ancora una tecnica materica e artigianale per creare un piccolo mondo coloratissimo.

‘Childskin’ di Pepi Eirew (Canada)

Tra tenerezza in stop motion (Grandma’s Pancakes, dalla Lituania) e sperimentazioni 3D (il turco Ratio), fino a detour quasi antropologici come il canadese Childskin, che, con un’animazione semplicissima, riesce a raccontare in pochi minuti il passaggio di un ragazzino alla pubertà, fantasmi compresi.

I 100 corti selezionati sono suddivisi in gruppi di 10 per tutta la durata del festival, fino alla cerimonia in diretta streaming del 21 marzo, dove la giuria internazionale composta dal regista Tony Kaye, la montatrice Elisa Bonora, la fumettista e plastic artist PowerPaola, il fondatore dei Calibro 35 Enrico Gabrielli e la filmmaker Martina Pastori assegnerà il Premio al Miglior Film.

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