'Widows - Eredità criminale', Viola Davis: «Il cinema deve far sentire la gente meno sola» | Rolling Stone Italia
Interviste

Viola Davis: «Il cinema deve far sentire la gente meno sola»

‘Widows – Eredità criminale’ di Steve McQueen è un heist movie in una Chicago corrotta, dove tre vedove prendono in mano il loro destino dopo che i mariti rapinatori sono morti durante un colpo. La video intervista al regista e all'attrice premio Oscar.

«Questa storia mostra come noi donne lavoriamo meglio insieme, piuttosto che da sole. E parla del valore dell’appartenenza» ci ha raccontato il premio Oscar Viola Davis, tra le protagoniste di Widows: Eredità Criminale, il nuovo lavoro del regista di Shame e 12 anni schiavo Steve McQueen.

Per il suo nuovo film, un heist movie ambientato in una Chicago corrotta, il cineasta americano si è ispirato ad una miniserie inglese degli anni ’80: quando tre ladri restano uccisi durante un colpo andato male, le loro vedove sono costrette ad improvvisarsi rapinatrici per restituire 2 milioni di dollari al criminale che le minaccia. Del cast stellare fanno parte anche le tostissime Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo, oltre a Liam Neeson, Colin Farrell e Daniel Kaluuya.

«Volevo fare un film su queste donne, che raggiungono i propri obiettivi nonostante nessuno sia pronto a scommettere su di loro. Mi identifico con la storia del perdente che si riscatta, mi ha attratto perché mi ricorda il mio passato » ha spiegato McQueen, il quale ha scritto la sceneggiatura insieme a Gillian Flynn (autrice di Gone Girl) e si è documentato parlando con investigatori privati, leader religiosi e agenti dell’FBI.

«Penso che la gente voglia rivedersi sullo schermo e vedere una manifestazione fisica dei propri sogni e delle proprie vite» prosegue Davis, che ha fondato la casa di produzione JuVee con l’intenzione di modificare la narrativa per le persone di colore a Hollywood. «Arthur Miller disse: “Ho scritto perché volevo che la gente si sentisse meno sola”. Ecco, io creo perché voglio che la gente si senta meno sola. Il cinema dovrebbe riflettere chi sono».