‘Likemeback’, la generazione Z e l’ossessione social | Rolling Stone Italia
Interviste

‘Likemeback’, la generazione Z e l’ossessione social

Angela Fontana, Denise Tantucci e Blu Yoshimi interpretano tre ragazze in vacanza su una barca a vela che postano tutto, ma proprio tutto online. Non si può restare indifferenti a questo film di Leonardo Guerra Seràgnoli

‘Likemeback’, la generazione Z e l’ossessione social

Likemeback è un teen drama lontano (e per fortuna) dai consueti territori del teen drama: la scuola, i genitori, il gruppo, la routine. Il nuovo, interessantissimo film di Leonardo Guerra Seràgnoli (che ha esordito con il notevole Last Summer) usa il pretesto della vacanza in barca a vela di tre amiche dopo la maturità per creare un mini-sistema sociale isolato dall’esterno e pronto a implodere a causa dell’ossessione per i social e del bisogno di approvazione: «Volevo mettermi in discussione e in rapporto con una generazione diversa dalla mia, che è al centro dell’attenzione mediatica sia in positivo che in negativo, nel modo più delicato possibile» spiega il regista classe 1980 «È un film fatto in modo istintivo e veloce, con una sceneggiatura molto breve a cui hanno collaborato anche le attrici, perché non miravo a girare un film dall’alto, ma dall’interno. Doveva avere una voce autentica».

Likemeback – MiBACT – Direzione Generale Cinema

E l’obiettivo è più che centrato anche grazie al lavoro con le interpreti Angela Fontana, Denise Tantucci e Blu Yoshimi, giovani sì (sono del ’97), ma determinate e talentuose. Angela è una delle due gemelle di Invisibili, che prossimamente vedremo anche in Lucania, Denise ha recitato in serie come Braccialetti rossi e Sirene e avrà un ruolo significativo nel film che Nanni Moretti sta girando in questi mesi, mentre Blu (figlia di Lidia Vitale) con Moretti ha già lavorato da bambina in Caos calmo ed è stata la protagonista di Piuma di Rohan Johnson.

Rispettivamente interpretano Danila, agguerritissima influencer in erba pronta a tutta per qualche follower in più, Carla, la più pacata e concentrata sul test d’ingresso all’università, e Lavinia, che sembra disinibita ma in realtà è patologicamente insicura del proprio corpo. «Volevo raccontare anche fisicamente cosa significa l’esperienza social» afferma il regista, che ci è riuscito in pieno perché il film ha anche il passo e i ritmo proprio dei social, con l’alternanza di momenti volutamente più piatti a picchi emozionali potenti.

Angela definisce il suo rapporto con il personaggio di “attrazione-repulsione”: «La scena più complessa è stata quella in cui Danila festeggia per aver raggiunto il traguardo dei 30 mila follower, perché ho dovuto cercare e trovare quel tipo di euforia per qualcosa che non mi appartiene». Per Denise invece la sequenza più difficile è stata il finale (no spoiler): «Vedevo Angela e Blu recitare dagli schermi del pozzetto della barca e avevo una sensazione strana, di pesantezza». A provare maggiormente Blu è stato invece lo striptease che il suo personaggio fa riprendendosi con il cellulare, «ma non tanto per una questione fisica quanto per un discorso psicologico. Non riesco a dare un significato più profondo alla nudità esibita sui social».

Le ragazze non si conoscevano ma sono diventate amiche grazie ai mesi trascorsi a Londra per la preparazione del film, per cui è stato creato anche un profilo Instagram dove tutte e tre postavano sviluppando i personaggi. Un film sperimentale fin dalla preparazione, insomma, e dall’approccio quasi documentaristico che insiste sui primi piani come fossero selfie, con uno sguardo sui corpi mai morboso o strumentale ma semplicemente meccanico, da smartphone. La sperimentazione ha coinvolto la fotografia ed il sonoro a partire dalle musiche originali di Alva Noto, uno dei più importanti artisti sonori al mondo, candidato all’Oscar insieme a Ryūichi Sakamoto per la colonna sonora di Revenant di Iñárritu.

Le attrici e il regista ricordano che nel maggio del 2017, quando stavano lavorando al copione, hanno parlato parecchio del caso di Carolina Picchio, l’adolescente e che si è tolta la vita nel 2013 dopo essere stata vittima di cyberbullismo. Il padre della 14enne, Paolo Picchio, si sta battendo per la legislazione sul tema: «Grazie a lui è passata una legge per cui i minori possono contattare direttamente la polizia postale» spiegano le ragazze. Paolo è in sala alla proiezione milanese del film. Angela, Denise, Blu e Leonardo lo ringraziano per quello che sta facendo. E lui si ferma a lungo a parlare con loro. Andate a vedere Likemeback perché è un film che non può lasciare indifferenti. Le opere che creano questo tipo di incontri e dibattiti sono preziose.