Jodie Turner-Smith, un’‘altra’ diva | Rolling Stone Italia
Interviste

Jodie Turner-Smith, un’‘altra’ diva

«Recito per diventare ‘altro da me’» è il motto di questa neo-star di cui sentiremo molto parlare. Prima di diventare un’inedita Anna Bolena black, ha preso la pistola (mentre era incinta!) ed è diventata una action queen per Stefano Sollima. Il risultato è ‘Senza rimorso’, ora su Prime Video

Jodie Turner-Smith, un’‘altra’ diva

Jodie Turner-Smith

Foto: Rich Fury/Getty Images

«Mi piace sperimentare il più possibile ruoli e personaggi molto diversi da me. Intendo il recitare come una vera sfida, mettermi alla prova, calarmi in una realtà completamente difforme dalla quotidianità e dare verità ad “altro da me”. Mi diverto solo così. Ecco perché ho accettato subito il ruolo della tosta comandante della Marina militare nel nuovo film di Stefano Sollima». A parlarci – via Zoom – da un magnifico resort giamaicano è la fulgida attrice e modella Jodie Turner-Smith, coprotagonista insieme all’“ex Creed” Michael B. Jordan (anche produttore) dell’action Senza rimorso, tratto da Tom Clancy e diretto appunto dal nostro Stefano Sollima (su Amazon Prime Video dal 30 aprile).

Più “diversa da sé” non poteva diventare anche nell’imminente e controversa serie tv Anne Boleyn, che vedremo prossimamente (in rete è visibile il teaser). “Anna Bolena nera?!”, hanno scritto in tanti. Sì, non è la prima volta che la finzione cinematografica o televisiva cambia colore ai personaggi storici, e non sarà l’ultima. «È stata una grande emozione dare volto e corpo a una donna così iconica», commenta Jodie. «La serie ha una sceneggiatura semplicemente pazzesca, non posso dire altro…».

Chioma leonina in treccine afro, camicia floreale Gucci, sorriso bianchissimo, grande fascino genuino. Un look e una attitude completamente diversi da quelli sfoggiati sullo schermo per Sollima, capelli rapati cortissimi da donna-soldato, armi in pugno e sguardo da dura (o badasssss). Il film di Sollima narra la storia di John Kelly (Michael B. Jordan) delle Forze Speciali dei Navy Seals (la Marina militare americana). Dopo una missione segreta in Siria, Kelly, la sua famiglia e i commilitoni diventano il bersaglio di un nemico letale. Ad aiutare Kelly ci sarà praticamente solo il tenente comandante Karen Greer, cioè Jodie.

Mentre parla sorseggiando un Rum Daiquiri color rosa Barbie, si scorgono palme verde sgargiante e frammenti di oceano. «Bellissimo paesaggio», osservo. «Non mi lamento», scherza Jodie. Se vi piace la ragazza, recuperate anche il notevole Queen & Slim di Melina Matsoukas, in cui recita al fianco del recente premio Oscar Daniel Kaluuya, film già ribattezzato sbrigativamente “il Bonnie & Clyde nero”. Per inciso, pochi giorni dopo la nostra intervista l’abbiamo rivista alla conferenza stampa di Senza rimorso (sempre via Zoom) con maglioncino sportivo verde Giamaica, di nuovo con un calice tra le mani. È talmente simpatica che, se qualcuno le fa domande buffe o eccentriche, accenna un balletto da seduta, le braccia verso il cielo… Jodie is our darling.

Jodie Turner-Smith e Michael B. Jordan in ‘Senza rimorso’ di Stefano Sollima. Foto: Amazon Studios

Cosa ti ha attratta di più del tuo personaggio in Senza rimorso?
Mi ha attratto soprattutto l’idea di interpretare una donna di potere, forte e tostissima. Mi piacciono le sfide, come calarmi in ruoli iperdistanti da me e cercare di dare più realismo possibile e verosimiglianza a personaggi di finzione. È stata un’esperienza rinfrancante, rigenerante, completamente diversa da tutto quello che avevo fatto prima, specialmente in quanto donna! Ovviamente volevo che il mio personaggio fosse più simile a un “uomo”, e anche il mio look nel film è ultramascolino (capelli rapati cortissimi, niente trucco, un fascio di muscoli asciutti, nda).

Per prepararti hai incontrato dei veri militari?
Ho incontrato un ufficiale di carriera, un uomo che fa proprio l’identico lavoro della “mia” Karen: un militare con responsabilità sul campo. Volevo calarmi il più possibile in un modo di pensare, di sentire e di vivere estremamente lontano dalla mia realtà e dal mondo che conosco. Conoscere un uomo che vive quotidianamente quella realtà mi è parso il modo migliore per immedesimarmi in quell’“altro da me”. Volevo sentire l’energia e l’adrenalina che animano la vita di un vero Navy Seal.

Cosa ti ha sorpresa di più dell’ufficiale che hai conosciuto di persona?
Abbiamo spesso il pregiudizio che i militari che lavorano in ambienti rischiosi e difficili siano quasi delle macchine, come un po’ “morti dentro”, animati da mero machismo, ma non è affatto vero. Tutt’altro. La sorpresa per me è stata scoprire che anche gli uomini addestrati a diventare vere macchine da guerra sono persone di incredibile sensibilità, estremamente umane.

Nella serie The Last Ship avevi già interpretato una donna militare, il sergente Azima Kandie.
Tra The Last Ship e il set di Senza rimorso è passato parecchio tempo, ed ero sicuramente arrugginita “militarmente” (sorride, nda). Certo, una volta che hai preso una pistola in mano ti fai un’idea di come funziona, ma se interpreti una donna ufficiale di un corpo speciale devi addestrarti seriamente ogni singolo giorno.

A che cosa in particolare?
All’uso delle armi, al combattimento a corpo libero e a tutto quel che serve per entrare in aree di guerra. Parliamo di donne e uomini che lo fanno di mestiere. Se vuoi essere credibile, devi esercitarti allo sfinimento. Sul set c’erano anche diversi veri militari che ci hanno fatto da consulenti e tutor, non solo per l’uso di armi e tecniche di combattimento, ma perfino nel modo in cui si può svolgere una conversazione tra soldati in una stanza.

La tua scena action più impegnativa fisicamente?
Più che una sola scena, direi tutto il set per tutte le riprese del film! Lo sai vero che ero incinta (del marito-collega Joshua Jackson, nda), proprio quando abbiamo girato?!

Non lo sapevo…
(Ride, nda) Si è svolto tutto in sicurezza ed era appena cominciato il mio secondo trimestre di gravidanza, ma è stato diciamo… interessante girare un action da incinta. Per “interessante” intendo dire completamente folle! Durante la gravidanza è più difficile perfino la respirazione, perché ogni organo di una donna incinta si concentra naturalmente sull’utero che cresce. Girare diverse scene sott’acqua non è stata esattamente una passeggiata per me. Senza contare le mie lotte all’arma bianca, che ho girato davvero di persona senza controfigure, e le sparatorie, e i botti, e le tremende esplosioni di scena…

Tua figlia diventerà una guerriera.
Lo è già, anche se ha appena un anno. L’indole è assolutamente quella. Temo che l’imprinting sia stato quel set, colpa mia. Che pessima madre (ride, nda)…

Oltre all’azione, c’è una bella scena in cui tu e Michael B. Jordan vi confidate sorseggiando whiskey.
È una delle mie scene preferite. C’è un’amicizia vera e profonda fra quei due personaggi, una sorta di amore platonico. In un action super serrato è bello che si riesca anche a dare corpo ai sentimenti.

C’è una sorta di fratellanza fra voi due, come avete creato quell’alchimia tu e Michael?
È nata abbastanza spontaneamente sul set, dopo aver letto la sceneggiatura. Non abbiamo provato molto insieme prima delle riprese. Si è svolto tutto in modo naturale, fa parte della magia di certi set.

Cosa ti ha sorpreso di più del modo di girare e della visione di Stefano Sollima?
Ci ha letteralmente sorpresi giorno per giorno. In un grande set complesso come questo, scoprivamo “sul campo” come avrebbe girato la scena in calendario… È un regista con uno sguardo molto personale e istintivo, segue una struttura ma al contempo la cambia, assecondando l’ispirazione del momento. È estremamente stimolante seguire un bravo regista nella sua idea di cinema e diventare parte viva e attiva della sua opera.