Ambra Angiolini, intervista: «Chi mi vuole ingabbiare, fa fatica» | Rolling Stone Italia
Interviste

Ambra Angiolini: «Chi mi vuole ingabbiare, fa fatica»

Ironica, tagliente, sicura di sé. La Angiolini si prepara a condurre il concertone del Primo Maggio, difende 'Cyrano – L’amore fa miracoli' e dà un indizio sul futuro.

PACIFIC PRESS / Alamy / IPA

PACIFIC PRESS / Alamy / IPA

È un’icona degli anni ’90. E lo rimarrà per sempre, che lo voglia o no. Ambra Angiolini, però, non è solo questo, ma un’artista nata per la trasformazione. Una che è riuscita, con fatica, a staccarsi di dosso l’etichetta della divetta catodica, della lolita – così la chiamavano – di Non è la Rai. Perché oltre al programma cult di Boncompagni-Ghergo c’è di più. E lei lo ha dimostrato: radio, cinema, teatro. Certo, le scelte sbagliate non sono mancate (basti pensare a programmi come Carosello). Ci sono stati, però, anche esperimenti interessanti come Gratis su Rai 1 o i monologhi di Piazzapulita su La7. Ambra è una di noi. Cade, sbaglia, si rialza. Quando la davano per finita, ha investito sul grande schermo (grazie a Ozpetek) e, con i plausi di molti, ha iniziato una fortunata carriera di attrice.

Poi il ritorno (anche) in tv. In un colpo di scena continuo sarà lei (insieme a Lodo Guenzi della band Lo Stato Sociale) a fare la padrona di casa del concertone del Primo Maggio su Rai 3. Un palco che, solo qualche anno fa, nessuno si sarebbe mai sognato di vederla. La bravura di Ambra è proprio questa. Essere tutto e il contrario di tutto. Una donna in continuo mutamento, che non sta mai ferma. Provare per credere.

Conduci il Primo Maggio. Qualche anno fa, se ti fossi presentata su quel palco, ti avrebbero probabilmente fischiato.
Non ci ho mai pensato. La piazza è piazza. Non è più politicizzata come una volta. È una piazza che ha la consapevolezza di cosa significa il Primo Maggio, ma viene principalmente ad ascoltare musica e concerti. Poi i fischi li fanno a chiunque, a intermittenza. Se ci preoccupassimo di quelli saremmo già a casa da un pezzo.

Che Primo Maggio sarà?
Legato al verbo “fare”, non “chiacchierare”. E già è un po’ rivoluzionario. Porteremo storie anche molto positive sul palco o, quantomeno, diremo come si sta attrezzando la gente. Perché, mentre tutti decidono che Governo fare, noi dobbiamo vivere. Non si può tollerare un Paese davvero in pausa.

E che succede?
Le persone si organizzano, poi si sa poco perché purtroppo ormai siamo sempre più affascinati dal torbido. E le notizie hanno sempre una matrice negativa, parliamo più di morte che di vita, mentre quest’anno sul palco ci teniamo a mantenere un buon equilibrio. Speriamo di riuscirci.

Tutto ok con Lodo?
Va bene. Guarda, tutto sembra più strano da fuori. Non c’è uno più moderno, uno più classico, uno più giovane o uno più vecchio. C’è una condivisione utile rispetto a quello che succede nel Paese. Io sono una donna contemporanea, come lui lo è nelle sue cose. Nessuna difficoltà. Anzi, conoscere gente che gli altri vedono molto differente da me, mi diverte proprio.

In conferenza stampa hai detto di aver vinto immeritatamente un disco di platino. Ma sei sicura fosse così immeritato?
Be’ sì, mio Dio. È una cosa onesta, come Lodo che dice che non c’ha mai avuto voce e non ce l’ha neanche adesso. Sono cose innegabili. Poi non è che tutti i cantantoni funzionino nella vita e facciano davvero il lavoro che vorrebbero fare. Diciamo che sono sempre stata brava a sentire. Anche adesso, quando mi dicono “leggi bene” rispondo “No, io sento bene”. E questo, fortunatamente, arriva alla gente. Sono grata al mio sentire, non certo alla mia ugola.

In realtà, più che all’ugola, pensavo al fatto che T’appartengo rimarrà una pietra miliare di una generazione.
Sì, però bisogna usare le parole per dare un senso alle cose. Ormai abusiamo pure di quelle. T’appartengo non è il disco di una cantante, ma di una che è arrivata alla testa, al cuore, al divertimento e al cinismo di tanti perché aveva qualcosa da aggiungere. Sennò non si va da nessuna parte.

Non è che te ne vergogni?
Sono fiera di aver fatto quello che avete sentito, anche perché tanto quello potevo fare.

Eppure dopo il programma Stasera niente Mtv ,che ha tirato fuori due cult come Voglia questa voglia e Tunga Tunga, mi aspettavo un altro album.
Infatti, ma ero in mano al mio ex che non era un buon discografico, ma un buon cantante.

Capito. Passiamo alle note dolenti. Cyrano – L’amore fa miracoli non ha funzionato ed è stato chiuso in anticipo. Perché?
Ci sono tanti motivi che vengono ignorati. Ed è giusto che sia così. Quando consegni qualcosa a qualcuno, non devi pretendere che sotto ci siano dei ragionieri e dei commercialisti. Però esistono anche motivazioni legate alle giornate, agli orari, al prodotto. Altrimenti saremmo tutti in un carrozzone con suddivisione “Botta di culo e inconsapevolezza”.

Quindi?
Quello che ti posso dire è che, mentre va di moda la violenza, anche verbale, io non lo considero un flop, ma un tentativo dei miliardi che ho fatto e continuerò a fare. Quelli che arrivano, bene. Quelli che non arrivano, non importa. Questo non vuol dire che faccio attaccare il fiocco del lutto da chi la pensa diversamente da me. Io c’ho provato, sono fiera di averlo fatto e poi ti dirò, sarò pure pazza e fuori moda, ma a me piaceva, che te devo di’? A volte le cose si devono fare per se stessi, mica sempre per gli altri.

Ti vediamo spesso su Rai 3. È in ballo un ritorno in tv come volto di questa rete?
La verità è che mi piace molto il profilo Instagram del direttore Stefano Coletta. Il mio intento è quello di farlo diventare la Chiara Ferragni dei direttori. Anche al Primo Maggio lanceremo una specie di appello e se lui raggiungerà i 10mila follower, dalle creme in poi la percentuale sarà mia e di Lodo.

Ahahahahah. Scherzi a parte, che mi dici?
Sono affascinata da questi nuovi direttori che hanno sempre un po’ di più la capacità di prendersi in giro e avere un sano distacco da sé che, il mio super mentore Boncompagni, mi ha consegnato il primo giorno che ho messo piede su quel palco.

Non ti vuoi sbilanciare.
Non faccio tanti ragionamenti se torno in un luogo o in un altro. Faccio quello che mi sento. È sempre di più così, tra l’altro. E me ne frega sempre meno di quelli che pensano che i passi si rallentino se una cosa ha funzionato o no. La mia libertà e il coraggio sono le cose che voglio conservare. Ecco, su quelle ci investirei del botox. Quello che dicono che mi sono fatta, ma non è vero.

Ah, perché dicono che ti sei fatta il botox?
No, ma è stupendo. La categoria degli haters la spiega benissimo Stefano Benni nel libro Prendiluna. Lui, che è un signore di gran carriera, racconta esattamente cosa sono questi personaggi assurdi che passano giornate, non vivendo, a insultare gli altri. È una cosa geniale, letta così è arte. Io quando la leggo, mi sfogo e, invece di prendere a pugni la parete della stanza, penso sia più sano riderci sopra. È un allenamento pure quello.

Oltre la tv anche il teatro. Sarai protagonista di Balkan Burger, una pièce non semplice che ha per protagonista una donna che si trova nella difficile situazione di convivenza dei Balcani. Un ruolo tosto.
Dopo 27 anni di lavoro, mi piace pensare di portare in scena qualcosa che ho letto e che, con onestà, voglio dire. Penso sempre meno alla riuscita e questo mi da una libertà d’azione che Mick Jagger, a 70 anni, sul palco mi fa un baffo. Questo perché ho già 70 anni (ride, nda).

Insomma continua la tua evoluzione.
Sì, questo ci tengo a sottolinearlo: sono multiforme. Chi mi vuole ingabbiare fa fatica, gli consiglio di investire su altro.

Ma c’è qualcosa che, in questo momento storico, vorresti veramente fare?
Te lo dirò se diventeremo molto amici, ma non in questa intervista. Sento la necessità di abbandonare la larva e svolazzare leggera nell’aria. Però questo ennesimo cambiamento credo mi porterà a fare quello che mi piace. La sensazione che ho avuto una volta è che la sofferenza, che certe volte mostro nel fare il mio lavoro, venga scambiata dai frettolosi per cattivo carattere. Io sono una rompipalle, ma ne vado fiera, è uno status che ho raggiunto. In realtà, a prescindere dall’ironia che si possa fare sulle idee delle persone, trovo più godimento a vedere realizzare un mio pensiero che la mia bella faccia. Credo che questo porterà, non so in quanto tempo, ad assistere alla parte creativa. Vedere concretizzarsi un sogno, un pensiero, mi renderebbe la persona più realizzata della Terra.